9 settembre, la Bulgaria divisa
Il 9 settembre ogni anno in Bulgaria si ricorda la vittoria sul nazi-fascismo. E’ una data controversa. La sinistra la festeggia, la destra invece la ricorda come l’avvio del periodo comunista. Un reportage di Paolo Modesti, curatore del portale web www.bulgaria-italia.com
Di Paolo Modesti – Bulgaria-Italia
Migliaia di bulgari hanno partecipato alle manifestazioni che si sono svolte nelle principali città del Paese per ricordare il 61-esimo anniversario del 9 settembre 1944, giorno della caduta del regime monarchico-fascista alleato della Germania nazista. All’inizio di settembre del 1944 mentre l’Armata Rossa entrava in Bulgaria attraversando la frontiera settentrionale e le truppe naziste in fuga dalla Grecia si ritiravano frettolosamente, i partigiani scendevano dalle montagne verso le città prendendone il controllo e liberando i prigionieri politici. Il nuovo governo del Fronte Patriottico, una coalizione di partiti antifascisti, si insediava a Sofia ristabilendo le libertà democratiche ed abolendo le leggi razziali antiebraiche in vigore dal 1941. La Bulgaria passava dalla parte degli Alleati, ed l’esercito bulgaro partecipava, assieme all’Armata Rossa e ai partigiani di Tito alla liberazione della Jugoslavia, dell’Ungheria e dell’Austria.
Dal 1990 il 9 settembre non è più festa nazionale, ma puntualmente il Partito Socialista Bulgaro (BSP) e l’Unione Antifascista Bulgara (BAS), organizzano manifestazioni che si tengono abitualmente nei luoghi dove sono stati eretti i monumenti a ricordo dei partigiani e dei soldati bulgari e sovietici che combatterono contro i nazifascisti.
Le dichiarazioni dei politici
Nello stesso giorno gli esponenti dei partiti della destra – Unione delle Forze Democratiche (SDS) e Democratiche per la Bulgaria Forte (DSB), oppositori del neo costituito governo BSP-NDSV-DPS – hanno colto l’occasione per ricordare le vittime del regime comunista.
Filip Dimitrov (SDS), già primo ministro nel periodo 1991-92, ha dichiarato in Parlamento che "durante il precedente regime sono stati uccise più di 30 mila persone, che alla gente è stata imposta con la forza la politica del Partito e sono state fatte prove di pulizia etnica".
Secondo Vesselin Metodiev (DSB) "il 9 settembre in maniera tremenda sono stati liquidati i politici bulgari e che fra di loro ci sono state persone che sedevano sugli stessi banchi dell’Assemblea Nazionale. Non dobbiamo cercare l’unità ad ogni costo, la medicina della democrazia si chiama opposizione".
Per la Coalizione per la Bulgaria, l’alleanza guidata dai socialisti, "il 9 settembre é invece cominciata una speranza. Gli annali della storia non hanno segnato solo la liberazione dei prigionieri politici ed i partigiani sorridenti, ma anche la gioia di un popolo che partecipava ad un cambiamento storico importante".
In un editoriale pubblicato sulla prima pagina di "Duma", il quotidiano vicino ai socialisti, Borislav Naumov, ha scritto che "un proverbio dell’est insegna che le persone senza passato sono come gli alberi senza radici e la persona intelligente si volge all’indietro per cercare la saggezza, mentre lo stupido corre finché ha fiato, perché il passato è come un’ombra che lo insegue." Nell’articolo si sostiene che nonostante anni fa l’allora sindaco di Sofia Janchulev (SDS, ndr) abbia fatto distruggere con le ruspe il viale che conduceva alla "Bratskata Mogila" (il monumento commemorativo della Resistenza, ndr), ogni 9 settembre questo viale rivive sotto i piedi della moltitudine che puntualmente lo percorre.
La manifestazione di Sofia: a colloquio con alcuni giovani partecipanti
A Sofia la manifestazione ha avuto luogo presso il citato monumento "Bratskata Mogila", dedicato alle vittime della lotta antifascista. Sono convenute alcune migliaia di persone, per la maggior parte anziane: tra di essi i superstiti della lotta partigiana e della guerra patriottica, come viene chiamata qui la partecipazione bulgara alla liberazione dell’Europa sud-orientale, avvenuta tra l’ottobre 1944 ed il maggio 1945.
Tra le molte teste grigie abbiamo notato alcuni gruppi di giovani, con i quali abbiamo conversato per conoscere la loro opinione sul 9 settembre, e su altri temi dell’attualità politica alla luce del ritorno della sinistra bulgara al governo.
Per Zvetomir, 20-enne, del movimento "23 settembre", un’organizzazione giovanile indipendente dai partiti che si autodefinisce "movimento di resistenza", "il 9 settembre rappresenta una data simbolo dell’unione della classe lavoratrice ed è il momento in cui il popolo ha preso coscienza del proprio ruolo e delle proprie possibilità." Durante il regime comunista "sono stati fatti degli errori ma non troppo eclatanti, poiché la gente aveva un buon livello di vita, a differenza di quello che accade oggi." Zvetomir come esempio, cita il caso delle "migliaia di ammalati di cancro che sono lasciati a se stessi, perché lo Stato non riesce a fornire loro gratuitamente le medicine indispensabili per curarsi."
"Ma perché la gente non reagisce, ed accetta questa situazione?" "Purtroppo " – ha proseguito – "i parlamentari passano da un gruppo all’altro pur di mantenere la loro poltrona, dove siedono per il proprio interesse e non per quello del popolo. Esiste un chiaro conflitto di interessi tra i politici che hanno interessi economici ed il loro ruolo istituzionale."
"Perché i bulgari non sono andati a votare in massa per cambiare le cose?" Secondo Zvetomir "sono profondamente delusi in quanto accaduto negli ultimi 15 anni, durante i quali hanno avuto la possibilità di governare tutte è tre i poli della politica bulgara, e nessuno di essi è riuscito ad ottenere la fiducia del popolo."
E’ stata poi la volta di Nikolaj, 19 anni, membro della Gioventù Socialista Bulgara, l’organizzazione giovanile del BSP. Per lui il 9 settembre è stato "un grande giorno per la Bulgaria, che purtroppo negli ultimi 15 anni non è stato celebrato. I partigiani bulgari ed i soldati russi sono gli eroi a cui si deve la liberazione della Bulgaria dal nazifascismo." Secondo Nikolaj, che alla caduta del regime aveva appena 4 anni, il bilancio dell’amministrazione comunista del paese è stato complessivamente positivo.
Abbiamo chiesto come si organizzano i giovani della sinistra bulgara. "Dopo il 10 novembre 1989, il vecchio Komsomol è stato trasformato nella Gioventù Socialista Bulgara (BSM) che tutt’ora attiva. Ogni anno il 2 agosto si festeggia presso il monte Buzludzha, l’anniversario della fondazione del Partito Socialista Bulgaro, ad opera di Dimitar Blagoev e di altri esponenti che rappresentavano l’elite intellettuale della Bulgaria di quel periodo. Questo anno all’appuntamento si sono presentare circa 5.000 persone per festeggiare il 114-esimo anniversario."
Alla domanda se si sente fiducioso nel cambiamento con il nuovo governo guidato da Sergei Stanishev, Nicolaj ha risposto di essere "sicuro che i cambiamenti saranno positivi perché Sergej Stanishev è una persona giovane e ha delle buone idee." Abbiamo obiettato che il nuovo governo è una coalizione di tre partiti piuttosto eterogenei, e quindi questo potrebbe essere d’ostacolo alla realizzazione dei cambiamenti attesi. Nikolaj ci ha risposto di ritenere che "questo non potrà succedere perché il BSP ha la maggioranza e i suoi ministri sono posizionati nei posti strategici."
L’acquisto di un libretto con i testi delle canzoni partigiane, è stata l’occasione per dialogare con la ragazza che si occupava del banchetto con il materiale informativo e propagandistico. Le abbiamo chiesto come mai ci fossero così tanti anziani e solo pochi giovani. Ha esordito dicendo che "noi non siamo veterani", però ben presto ha ammesso che tra i giovani si conosce poco la storia. Parlando della situazione politica ha espresso la sua preoccupazione per il fenomeno "Ataka". A suo avviso la richiesta di chiusura della centrale atomica di Kozlodui, da parte della Unione Europea, alla quale "Ataka" si è fortemente opposta, ha portato via voti anche ai socialisti. Tuttavia il maggiore pericolo è l’odio etnico che Volen Siderov, il leader di "Ataka" fomenta contro i turchi e i rom. Quanto alla sua percezione della situazione economica, la ragazza ci ha spiegato che molti dei presenti si informavano dl prezzo di qualche pubblicazione (1 – 2 leva, pari a 0,50 – 1,00€) ma poi rinunciavano all’acquisto.
E questa è una chiave di lettura sul perché molti anziani hanno partecipato alla manifestazione. Non è solo il ricordo della lotta antifascista, ma anche la nostalgia per il sistema socialista che dal loro punto di vista garantiva un tenore di vita non elevato ma dignitoso, mentre le misere pensioni di oggi rendono beni e servizi di prima necessità difficilmente accessibili.
La rivoluzione continua
Nel frattempo dalla tribuna sono intervenuti i relatori. Il più giovane tra essi, Ivan Takov, 27 anni, dirigente del BSP di Sofia, ha detto: "Mi sento in imbarazzo quando devo parlare davanti a tante persone mature che molto hanno sofferto. Questo posto, dove oggi sono riunite più generazioni, è pieno di simboli storici. Su questo piccolo spazio sacro -Bratskata mogila – il passato, il presente e il futuro vivono insieme!"
"Laggiù, all’inizio del Parco della libertà, ci guardano i giovani e temerari rivoluzionari, quelli che hanno realizzato i propri ideali. Sono morti per la rivoluzione. I volti della rivoluzione, scolpiti dagli scultori, sono eternamente giovani. Sognatori!"
"Oggi vedo qui i superstiti, le persone che sono sopravvissute agli eventi di 61 anni fa. Sento imbarazzo, sento rispetto per le medaglie che ornano i vostri petti dignitosi… E penso, cosa è più terribile: morire per la rivoluzione o sopravvivere ad essa? Perché gli eroi – i superstiti, perché i vincitori oggi sono persone vestite poveramente, mentre le medaglie pendono in maniera triste e umiliante sui loro petti stanchi."
"Mi chiedo anche perché i vinti oggi si comportino da eroi. Addirittura ci governano. E si fanno beffe dei veri eroi. Perché il 9 settembre non è più festa nazionale? Perché il 9 settembre oggi non è una festa così solenne come la sognavano i volti giovani della rivoluzione che ha vinto, le cui ossa giacciono laggiù, all’inizio del sentiero che conduce verso la "mogila".
"Oggi, 61 anni dopo la rivoluzione, ci poniamo domande sempre più drammatiche, viviamo delle delusioni. Vi chiedo, – si sono avverati i sogni di questi giovani eroi delle sculture, che ci guardano con i loro saggi volti di pietra? Uno dopo altro, dalle nostre file se ne vanno via i veterani – come dice la canzone di Misho Belchev: "L’angelo viene e si porta lassù, nell’azzurro del cielo, uno a uno i veterani. Guardando da qui, dall’alto di questa tribuna, mi chiedo chi sono i vincitori e chi sono i vinti in questa rivoluzione."
"La mia famiglia," – ha proseguito – "i miei genitori hanno vissuto l’entusiasmo, ma anche il dramma della rivoluzione. Mio bisnonno Najden Kirov è stato fucilato nel 1925 a Russe. Mio nonno Peko Takov e mia nonna Valka Goranova hanno avuto in tutto 6 condanne a morte prima del 9 settembre 1944. … Oggi, nel 2005, io sono membro del BSP nonostante il dramma nella nostra famiglia, nonostante la vita turbolenta e tragica che ha avuto la mia famiglia. "
"Sono membro del BSP perché tuttora ho dei sogni. L’ideale supremo di giustizia nella società non è ancora realizzato. La rivoluzione non è ancora finita. La rivoluzione continua. Penso che noi, i giovani, dobbiamo continuare con la fede dei morti e con la tristezza dei superstiti. Ci siamo riuniti per questo, per dirci che c’è ancora del lavoro che dobbiamo finire. Guardate come ci osservano questi volti di pietra. Ci chiedono – come sta la Bulgaria, dove state andando? Che cosa possiamo risponderli, cari compagne e compagni, oggi, 61 anni dopo il 9 settembre… 61 anni dopo il sublime e tragico 9 settembre!"
"Vorrei rispondere loro: " ha concluso Takov. "Cari ragazze e cari ragazzi, eroi sacri della rivoluzione, immobili nei vostri volti di pietra – noi porteremo i vostri sogni per una vita più giusta anche nel secolo nuovo!"
Si ringrazia Sonia Domoustchieva per la traduzione del discorso di Ivan Takov
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