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Area: Cecenia

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L'”invasione” cecena in Inguscezia

La diffusione online di una foto ritraente autorità cecene che innalzano una bandiera cecena sul territorio della vicina Repubblica di Inguscezia, ha scatenato un’ondata di indignazione e riacceso tensioni mai sopite tra le due repubbliche caucasiche

14/09/2018, OC Media -

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(Pubblicato originariamente da OC Media  il 7 settembre 2018)

Le voci di un’invasione cecena in Inguscezia hanno scatenato l’indignazione degli utenti dei social media ingusci. E’ accaduto dopo che è circolata online una foto di un funzionario ceceno che alzava la bandiera cecena in un villaggio inguscio. I lavori in corso su una remota strada di montagna in Cecenia vicino al confine con l’Inguscezia hanno fatto riemergere una disputa territoriale tra le due repubbliche.

Secondo Magomed Yalkharo, un ceceno i cui antenati provenivano dall’area in questione, la strada è in costruzione nel distretto di Galanchozh, nel sud-ovest della repubblica. La nuova strada va verso l’Inguscezia.

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Il distretto di Galanchozh, ufficialmente ricostituito dalle autorità cecene nel 2012, è quasi completamente disabitato a seguito delle deportazioni dei popoli ceceni e ingusci nel 1944. Per lo stesso motivo, anche i territori sul lato inguscio del confine sono praticamente abbandonati.

Nella seconda metà di agosto è stata diffusa online una foto del vice-ministro degli Affari interni della Cecenia, Apti Alaudinov, in piedi su una strada con la bandiera cecena innalzata. La didascalia della foto diceva che gli uomini erano nel villaggio abbandonato di Tsechu Akhkiye, nel "Distretto di Galanchozh". Tsechu Akhkiye si trova a 8 chilometri dal confine ceceno, in Inguscezia. Alaudinov è uno stretto alleato politico del leader ceceno Ramzan Kadyrov.

La foto ha suscitato la rabbia degli utenti dei socialmedia ingusci, che hanno chiesto in gran numero la fine dell’"aggressione" da parte dei "seguaci di Kadyrov".

Confine indefinito

Il confine tra l’Inguscezia e la Cecenia non fu ufficialmente delimitato dopo la dissoluzione della Repubblica socialista sovietica autonomista ceceno-inguscia nel 1992. La Cecenia venne governata dalla Repubblica indipendente di Ichkeria e l’Inguscezia rimase parte della Russia.

Nel 1993 fu concluso un accordo tra i presidenti di Inguscezia e Ichkeria, Ruslan Aushev e Dzhokhar Dudayev, sulla proprietà di alcuni dei territori contesi. Da allora, le autorità cecene hanno ripetutamente espresso rivendicazioni nei confronti dei territori nell’Inguscezia orientale, facendo riferimento alle mappe sovietiche degli anni ’30.

Per molti ingusci la questione dei territori è particolarmente dolorosa, perché dopo il ritorno dalle deportazioni a metà degli anni ’50 una parte dell’Inguscezia occidentale – il distretto di Prigorodny – era passata nell’Ossezia settentrionale.

I tentativi dell’Inguscezia di reclamare quei territori portarono ad un sanguinoso conflitto nel 1992 e alla pulizia etnica degli ingusci in Ossezia del Nord.

Nel 2013 le forze di sicurezza cecene, con il pretesto di cercare un gruppo di combattenti, entrarono nel villaggio inguscio di Arshti, che le autorità cecene affermano essere parte della Cecenia. Lo scontro tra le forze di sicurezza cecene e ingusce che ne seguì lasciò feriti sei poliziotti ingusci.

L’incidente portò ad un deterioramento delle relazioni tra i leader di Inguscezia e Cecenia. Il primo incontro dopo l’incidente tra il capo della Repubblica di Inguscezia, Yunus-Bek Yevkurov e il capo della Repubblica di Cecenia, Ramzan Kadyrov, si è svolto nel 2015, presumibilmente dopo l’intervento del presidente russo Vladimir Putin.

"Il conflitto di confine non ha soluzione"

Frequenti voci di una possibile unificazione delle due repubbliche hanno provocato tensioni tra i funzionari di Cecenia e Inguscezia. Le autorità della Cecenia commentano raramente la questione, ma i frequenti interventi della Cecenia negli affari interni dell’Inguscezia hanno intensificato le tensioni.

Lo storico ceceno Dzhambulat Suleymanov ha dichiarato a OC Media che "il conflitto di confine non ha soluzione", perché "vogliono dividere l’indivisibile, una singola nazione, che comprende i ceceni e gli ingusci".

Ha aggiunto che il problema non venne sollevato durante il periodo della Repubblica Cecena indipendente di Ichkeria negli anni ’90, quando l’Inguscezia rimase sotto il controllo della Russia, perché lo status quo era mantenuto dai leader di Cecenia e Inguscezia.

Suleymanov ha aggiunto che poiché sia la Cecenia che l’Inguscezia sono ora regioni della Russia, "questo conflitto non dovrebbe esistere affatto, tuttavia, scoppia con regolarità periodica".

Ha anche affermato che "la Cecenia indipendente e l’Inguscezia risolveranno pacificamente questo problema una volta per tutte. Non abbiamo nulla di cui discutere quando siamo uniti e liberi nel nostro processo decisionale, senza il fattore russo".

Il giornalista, storico e poeta inguscio Aslan Kodzoyev ha dichiarato a OC Media che è stato difficile valutare la situazione sul confine ceceno-inguscio, poiché le autorità di entrambe le repubbliche non hanno commentato la questione. Secondo Kodzoyev, la "guerra" si svolge solo online e che così sarebbe stato almeno sino alla fine delle elezioni locali del 9 settembre.

Kodzoyev ha affermato che le tensioni al confine sono il risultato delle aspirazioni delle autorità cecene ad assorbire le repubbliche vicine per stabilire una "Grande Cecenia". "Gli appetiti espansionisti dei nazionalisti e dei politici ceceni riguardano non solo l’Inguscezia, ma anche il vicino Daghestan", ha detto, aggiungendo che "questa ideologia espansionista è radicata nei politici dell’Ichkeria, gli eredi e successori dei quali sono al giorno d’oggi i politici e i governanti della Cecenia.

Aliskhan Mogushkov, rappresentante dell’associazione culturale inguscia Vainakh [un termine che designava collettivamente Cecenia e Inguscezia] ha fatto appello a ceceni e ingusci perché si attengano ad una "ideologia di unità e fratellanza" e ad un "sentimento di responsabilità per il futuro, non solo per il proprio popolo, ma anche per i propri vicini". "Il nostro destino dipende solo da noi e dalla nostra prudenza", ha aggiunto.

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