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Kosovo: fatica d’agricoltura

I finanziamenti del ministero dell’Agricoltura ai contadini kosovari non hanno prodotto l’effetto desiderato. E troppo spesso nascondono profonde ingiustizie. Un’inchiesta

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(Pubblicato originariamente da Preportr.cohu.org il 23 maggio 2016. Quella qui tradotta è una versione ridotta rispetto all’originale inglese)

Nonostante i circa 226 milioni di euro investiti negli ultimi 5 anni in campo agricolo, il governo non è riuscito a raggiungere gli obiettivi che si era posto in chiave di riduzione della disoccupazione e crescita economica. Gli investimenti nel settore sono stati fatti spesso senza alcuno studio di fattibilità ed i soldi sono finiti nei posti sbagliati. Il settore agricolo del Kosovo non va incontro ai bisogni della sua popolazione e la produzione agricola è nei fatti minima.

Da alcuni report redatti dal ministro dell’Agricoltura relativi a determinate produzioni risulta evidente che, nonostante gli investimenti di questi anni, il Kosovo ancora importa la maggior parte dei prodotti agricoli che consuma. Solo patate e prugne soddisfano al 100% la domanda interna. In altri casi si è verificata una riduzione delle importazioni nel 2012 e 2013, mentre nel 2014-2015 il trend si è invertito con un aumento delle importazioni in molti prodotti tra cui carne, latte, prodotti a base di latte, frutta e verdura. Si riscontra anche una progressiva riduzione delle importazioni di grano, mentre quelle di farina sono in progressivo aumento.

Durante gli incontri con Preportr, i contadini si sono lamentati del fatto che si trovano ad affrontare condizioni difficili e che non hanno ricevuto alcun beneficio da parte del ministero dell’Agricoltura e che, nella maggior parte dei casi, è stato chiesto loro di pagare una tangente o di diventare militanti del partito a capo del ministero dell’Agricoltura.

Nel corso dell’indagine Preportr ha scoperto stalle moderne, finanziate dal ministero dell’Agricoltura, lasciate vuote. In questi casi, gli agricoltori hanno venduto il loro bestiame o semplicemente hanno costruito la stalla senza mai aver avuto bestiame.

D’altra parte vi è un numero considerevole di agricoltori che hanno bestiame ma non hanno un posto adeguato per tenerlo. Sono costretti a lavorare in stalle improvvisate ed in pessime condizioni.

[…]

A fronte di agricoltori che lamentano di non aver mai avuto sostegno ve ne sono altri che hanno ricevuto due finanziamenti in un solo anno oppure sussidi su più anni di seguito. Preportr ha visionato tutte le sovvenzioni assegnate dal ministero delle Politiche Agricole per il periodo 2010-2015 e ha scoperto che due persone hanno ottenuto due finanziamenti all’anno ciascuno, uno nel 2013 e l’altro nel 2014, mentre 54 persone hanno ricevuto due sovvenzioni in tre anni.

[…]

I comuni prediletti

Il ministero dell’Agricoltura non ha reso pubblico l’elenco dei beneficiari delle sovvenzioni. L’elenco dei destinatari di trattori e di altre attrezzature agricole è stato ottenuto da Preportr solo dopo aver a lungo insistito, pur avendone diritto data la legge che garantisce l’accesso ai documenti della pubblica amministrazione. Il ministero ha inviato l’elenco dei beneficiari dei trattori nel solo 2013.

Questa lista di trattori, per i quali notevoli risorse sono state investite, mostra che una buona fetta dei sussidi sono stati distribuiti nella regione di Drenica che è considerata la roccaforte del Partito Democratico del Kosovo (PDK). Dall’elenco dei destinatari di trattori e altre attrezzature per il 2013 si può notare che su 39 beneficiari, 11 sono di Drenica (Skenderaj e Drenas). A Rahovec, che ha del potenziale per un rilevante sviluppo agricolo, vi è stato un unico beneficiario, così come a Suhareka. Anche a Peja, anch’essa nota come una regione con un’agricoltura sviluppata, vi è stato un solo destinatario di trattori e altre attrezzature.

Da questi dati forniti dal ministero risulta che l’assegnazione di sovvenzioni non è stata equa per tutti i comuni. Tra i piccoli comuni, Skenderaj e Drenas ne hanno beneficiato maggiormente. Questi due comuni hanno ottenuto più trattori di comuni molto più grandi come Mitrovica, Peja, Ferizaj, Gjilan e Gjakova.

A parte l’elenco dei destinatari di trattori, il ministero non ha reso pubblici i destinatari dei finanziamenti erogati ai punti di raccolta dei prodotti come ad esempio "ASK alimenti", "Kelmendi GmbH" e "Elkos", che nel 2014 hanno ottenuto circa 3 milioni di euro dal ministero. Il proprietario di uno di questi punti, "Elkos", è Ramiz Kelmendi, deputato del PDK. Inoltre molti agricoltori hanno dichiarato di aver ricevuto finanziamenti da parte del ministero dell’Agricoltura per costruire stalle e hanno ricevuto anche trattori ed altre apparecchiature, ma non sono presenti negli elenchi resi pubblici dal ministero stesso.

In relazione a tutte queste informazioni Preportr ha chiesto un colloquio con il ministro dell’Agricoltura, Memli Krasniqi. La prima richiesta è stata inoltrata il 18 aprile 2016 e non vi è mai stata una risposta.

Tangenti in cambio di sovvenzioni

L’agricoltura, ritenuta dal governo come un settore che dovrebbe generare occupazione e crescita economica, non è stata sostenuta da alcuna strategia o piano alla base dei 226 milioni erogati da governo, donatori e municipalità. Nonostante questo grande investimento, il Kosovo non ha fatto alcun progresso tangibile in questo campo.

In molti casi gli abusi sono evidenti. Nel suo lavoro sul campo Preportr ha incontrato diversi agricoltori che hanno ricevuto assistenza da parte del ministero dell’Agricoltura, e altri che non hanno ricevuto alcun sostegno. In alcuni casi gli agricoltori che hanno ricevuto assistenza da parte del ministero hanno sospeso le loro attività agricole, chiudendo le loro aziende senza essere richiamati ad alcuna responsabilità rispetto ai finanziamenti ottenuti.

Una stalla costruita nel comune di Suhareka è stata lasciata vuota. Il suo proprietario, che non ha voluto che venisse riportato il suo nome, ha detto di aver costruito questa stalla in parte con i soldi propri e in parte con l’aiuto del ministero dell’Agricoltura. L’investimento totale di questa stalla moderna è stato di circa 400.000 euro, secondo il proprietario. E’ molto spaziosa, con condizioni ottimali per mantenere centinaia di vacche da latte e vitelli. Collegato a questo spazio vi è una sala speciale per la mungitura, dove si può mungere fino a otto vacche alla volta e il latte viene immagazzinato direttamente in un serbatoio speciale. Questa stalla è ora chiusa e il suo proprietario ha venduto le sue 80 vacche da latte.

"Non si può fare affari qui; ho investito molto, guarda che stalla ho costruito, e ho dovuto chiuderla. La società contraente cambia spesso i prezzi, cosa si può fare con 25-26 centesimi al litro di latte? E’ anche più economico di un litro di acqua. Non c’è alcun luogo al mondo in cui si firma un contratto con un’azienda e poi quest’ultima, a causa della neve o per altre circostanze, si rifiuta di venire a ritirare il latte, così, spesso ho dovuto buttarlo via o darlo ai miei vicini di casa".

Alcuni agricoltori affermano che è stato chiesto loro denaro in vari modi, come condizione necessaria per ottenere un finanziamento. Questi avevano paura di rivelare la propria identità a causa della possibile vendetta del ministero dell’Agricoltura.

"Ho ottenuto diverse sovvenzioni e per ognuna di esse ho dovuto corrompere qualcuno, perché è impossibile vincere senza corrompere qualcuno. Ho anche corrotto persone al comune per ottenere questi sussidi, e conosco anche altri agricoltori che hanno pagato tangenti ma nessuno osa parlare di questo, perché allora sarebbe impossibile ottenere un altro sussidio. Quando ho fatto domanda per ottenere un trattore sono stato chiamato da questo ragazzo che vende trattori il quale mi ha detto che i trattori erano arrivati. Questo è successo prima ancora di sapere che avevo vinto la sovvenzione. Come faceva a sapere che ero il vincitore? Ho capito che era un messaggio e che avrei dovuto comprare il trattore dalla società di questo ragazzo ed è proprio quello che ho fatto. Ho comprato il trattore a Fushë Kosova", racconta questo contadino che descrive nei dettagli come funziona la concessione del finanziamento.

Un altro contadino di Topillë, nel comune di Shtime, ha ottenuto una concessione dal ministero per costruire una stalla dove allevare vitelli, per un importo di 27.000 euro. Preportr ha visitato questa stalla più volte, notando come questa soddisfi tutte le condizioni per l’allevamento dei vitelli, ma all’interno non c’era nessun vitello. Tra i criteri stabiliti dal ministero vi è l’obbligo che le stalle siano attive per tre anni. Quella stalla era stata costruita alla fine dello scorso anno.

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Il proprietario ha affermato di essere a conoscenza dell’obbligo di avere più di 20 vitelli nella nuova stalla appena costruita, ma sostiene che raggiungerà questo numero in futuro.

Stalle improvvisate

Mentre le due stalle dei contadini sopra menzionati sono state lasciate vuote, molti agricoltori non hanno nemmeno le condizioni di base per allevare mucche o vitelli. Molti hanno trasformato edifici fatiscenti in luoghi per allevare bestiame.

Uno di questi contadini è Gazmend Krasniqi di Qallapek nel comune di Peja. La stalla in cui Gazmend alleva le sue mucche è molto piccola e quindi ha aggiunto due stalle supplementari dove alloggiare i restanti vitelli. Le condizioni in queste stalle sono molto precarie e non adatte per l’allevamento di vacche, sia durante l’estate che d’inverno. Gazmend Krasniqi ha affermato di non riuscire a mantenere le mucche in queste condizioni e che sarà costretto a venderle. Non ha un locale a parte  per la mungitura e la rispettiva attrezzatura e quindi non può vendere il latte in quanto non conforme alla normativa.

Lo scorso anno gli è stato rifiutato un finanziamento per costruire una stalla perché non aveva il documento che dimostrasse la concessione edilizia per costruire una stalla e una copia del progetto.

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Gazmend ha dichiarato che quando ha presentato i documenti ufficiali non lo hanno informato che c’erano dei documenti mancanti. Gazmend ha fatto richiesta più volte per una sovvenzione ma non l’ha mai ottenuta, e per il completamento di queste richieste ha speso 2700 euro. “Ho chiesto una sovvenzione per quattro anni di fila, ma non l’ho mai ottenuta. Ho 20 vacche da latte e 22 vitelli. Sono un lavoratore molto zelante, cerco di non mollare, ma senza una stalla tutto diventa molto difficile. Non so come continuare alle condizioni attuali. Durante l’inverno l’acqua si congela, devo portare l’acqua con i secchi, l’unica soluzione resta vendere tutto", ha detto Krasniqi.

Un altro agricoltore che deve affrontare condizioni difficili è Imer Krasniqi di Baran, comune di Peja. Ha cercato di trovare una soluzione temporanea a causa della mancanza di una stalla più grande. Krasniqi ha adattato quattro piccole stalle in modo da farci stare tutte le vacche, ma le condizioni sono a dir poco essenziali. Dice che ha davvero bisogno di una stalla più grande, e che in condizioni migliori avrebbe aumentato il numero delle vacche da latte. Restando in queste condizioni sarà costretto a vendere le mucche e i vitelli, dal momento che non sarà in grado di allevarli.

Condizioni riconosciute evidentemente anche dalle commissioni del ministero dell’Agricoltura, dal momento che Imer Krasniqi è stato uno dei vincitori di una sovvenzione per costruire una stalla. Il 10 ottobre del 2012 ha ottenuto conferma scritta da parte del ministero dell’Agricoltura che lo informava dell’approvazione del suo progetto, per un importo di 25.000 euro.

"Secondo il controllo amministrativo sul campo condotto dalla Commissione, il progetto soddisfa i criteri stabiliti nel bando di richiesta per avviare l’investimento previsto nel progetto", afferma il documento del ministero dell’Agricoltura . Ma il 23 gennaio 2013 il ministero dell’Agricoltura ha negato l’assistenza finanziaria promessa sostenendo che non erano stati terminati i lavori in tempo, cioè entro 30 giorni.

Imer però sostiene di aver dovuto aspettare diverse settimane al fine di ottenere il permesso urbanistico e per trasformare i terreni agricoli in terreni edificabili. Imer aveva iniziato a costruire la stalla ma ha poi dovuto sospendere i lavori a causa delle forti nevicate e anche se la commissione del ministero era a conoscenza di questo, ha ritenuto che non si fosse rispettato il contratto. Imer ha fatto diverse richieste per rinviare il termine, ma non sono state prese in considerazione e la stalla non è stata completata. "Ho vinto un progetto, ma a causa del breve termine previsto per completare i lavori non ho potuto ultimare la costruzione. Il termine era di soli 30 giorni. Quando ho fatto una richiesta di rinviare il termine mi è stato detto che dovevo pagare 25.000 euro e inviare la ricevuta, ed è quello che ho fatto, ma da allora non è stata presa alcuna decisione".

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Poche certezze su criteri d’assegnazione e documenti

Nel villaggio di montagna di Tërllabuq, nel comune di Vushtrria, dove quasi tutti i residenti si sono trasferiti nelle città, la famiglia Aliu si occupa di agricoltura e allevamento. Grazie a loro grande zelo e senza il sostegno dello stato, riescono a mantenere 26 mucche e vitelli, 80 alveari, polli, tacchini e a produrre grano e altri prodotti agricoli.

Burim Aliu, un giovane agricoltore di questo paese, non dispone di una stalla adeguata. Tuttavia ha costruito tre piccole stalle improvvisate dove attualmente tiene mucche e vitelli. Lo spazio in queste stalle è così piccolo che è difficile anche solo nutrire le mucche.

"Se fossi io ad ottenere un finanziamento aumenterei sicuramente il numero di vacche da latte e di vitelli; Questo è il mio obiettivo fin da quando ho finito la scuola agraria professionale, dove ho mi ho ottenuto formazione in questo campo".

Il suo progetto è stato rifiutato in quanto non è riuscito a presentare il permesso urbanistico, che, a suo dire, non era uno dei documenti richiesti quando è stato lanciato il bando.

In un documento rilasciatogli dal ministero dell’Agricoltura si afferma che "durante il controllo amministrativo dei documenti dell’applicazione di Burim Aliu, il ricorrente non ha superato i criteri di ammissibilità indicati nella circolare amministrativa e negli orientamenti per l’applicazione. Il ricorrente non ha fornito i seguenti documenti: permesso urbanistico del comune che, in caso di vincita della sovvenzione, afferma che il beneficiario otterrà il permesso di costruzione. Pertanto, tenuto conto di questo, AZHB decide di rifiutare il progetto". Aliu però afferma che tale documento non gli è stato richiesto al momento della presentazione la domanda, e che gli è stato detto che tutti i documenti erano in ordine.

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40 anni di esperienza non bastano

Shaip Statovci ha circa settant’anni, ma questo non gli impedisce di dedicarsi ancora alla coltivazione di mele ed altri frutti nell’orto di casa. Ci dice che secondo quanto ha letto di recente su letteratura di settore è meglio trattare gli alberi da frutto alla fine di autunno e non, come era abituato a fare, dopo la fioritura.

“Chi di noi afferma di essere un agricoltore deve continuare a leggere, perché la scienza si sviluppa molto in fretta”, afferma Statovci. Spesso dà consigli ad altri agricoltori e lo fa con piacere. Nonostante le sue ampie conoscenze una volta una sua richiesta di finanziamenti è stata rigettata perché “non è riuscito a dimostrare di avere almeno tre anni di esperienza in campo agricolo e non ha terminato le scuole di secondo grado”.

Questo agricoltore appassionato non ha mai ricevuto alcun aiuto dal ministero dell’Agricoltura. La stalla, sul retro del giardino di casa, è stata danneggiata durante il conflitto. Nonostante questo è riuscito in questi anni a tenere 40 mucche da latte in una struttura fatta di nylon.

Il 24 marzo del 2013 ha ottenuto un finanziamento per costruire una stalla nuova ma poco prima che iniziassero i lavori tutto è saltato. Statovci insisteva per investire sulla struttura esistente, ma le condizioni poste dal ministero erano quelle di costruire una stalla da zero, e Statovci si è rifiutato di farlo. “Ho detto loro di non volerlo fare, non volevo demolire la vecchia struttura. Solo dopo hanno introdotto nei loro programmi la ristrutturazione, ma io non ho più ricevuto finanziamenti, penso che dipenda dal fatto che ho parlato troppo con i giornalisti”, afferma.

Preportr ha anche fatto visita ad agricoltori nel comune di Vitia. Si sono lamentati del fatto che pochi agricoltori di questa municipalità hanno ricevuto assistenza da parte del ministero dell’Agricoltura.

Un esempio di sviluppo di un progetto agricolo grazie al sostegno statale è il caso di Drita Kabashi di Sallagrazhë, comune di Suhareka. Ha ricevuto assistenza da parte del ministero dell’Agricoltura per costruire una stalla e ci ha detto che questo l’ha aiutata molto. Kabashi ci ha raccontato che prima di ottenere il finanziamento teneva le mucche in rifugi improvvisati. “Ora tutto è diverso; tengo le mucche tutte nello stesso posto e tutto è più semplice”, racconta.

Nonostante non sia affatto facile, il lavoro di Drita Kabashi è servito a motivare altre donne nel villaggio. Nonostante
sia una vita difficile, anche Ganimete Vata ha iniziato a lavorare come agricoltrice dato che in famiglia non vi era altra entrata. Le piace quello che fa ma gli investimenti da fare la preoccupano e afferma di avere anche problemi di salute. Ha una stalla costruita alla bell’e meglio con del nylon. E’ molto lontana dalle condizioni minime per tenervi delle mucche. “Dato che sono consapevoli delle difficili condizioni in cui lavoro, spero che il ministero dell’Agricoltura mi aiuti”, sottolinea.

Metà dei richiedenti respinti senza che il loro progetto venga valutato

L’aumento del budget del ministero dell’Agricoltura ha aumentato anche l’interesse degli agricoltori nel richiedere dei sostegni finanziari. Il ministero dell’Agricoltura applica criteri molto rigidi nell’allocazione dei sussidi, settore nel quale viene investita la maggior parte delle sue risorse, ma gli agricoltori non sembrano essere soddisfatti delle modalità con cui vengono allocati i fondi. Si lamentano inoltre delle troppo frequenti variazioni delle istruzioni e introduzione di nuovi criteri e del fatto che di queste variazioni non vengono informati per tempo: risultato, le loro domande vengono rigettate.

Durante la sua inchiesta il team di Preportr ha rilevato che il motivo di rigetto più frequente è stato quello della mancanza di qualche documento richiesto e questo significa che il loro progetto non è nemmeno mai stato letto e preso in considerazione.

Preportr sottolinea che della lista di persone che hanno fatto richiesta per finanziamenti nel 2015, solo quell’anno vi sono state 2119 richieste, 950 sono state rigettate per mancanza di un qualche documento (44.8%). Una percentuale che fa ritenere responsabili i funzionari del ministero dell’Agricoltura. In tutto questo inoltre gli agricoltori ci rimettono anche dal punto di vista finanziario visto che spesso pagano delle persone terze competenti tra i 500 e i 1000 euro per redigere i progetti. Alcuni agricoltori contattati hanno affermato che a qualcuno è stata rigettata la domanda perché non aveva allegato copia della carta d’identità o altri documenti che sarebbero potuti essere consegnati in giornata.

Nel regolamento per la richiesta di finanziamenti, che si può trovare sul sito del ministero, a pagina 26 si parla di procedure e si afferma: “In caso di mancanza di un documento obbligatorio il funzionario del ministero non accetterà la domanda”. Per poi continuare: “Il richiedente può consegnare tutta la documentazione sino al termine ultimo per la consegna delle domande. Nei casi in cui siano richieste copie di documenti gli originali devono essere presentati a funzionari dell’Agenzia delle Entrate e le copie lì sottoscritte dal richiedente”.

Nel regolamento inoltre vengono elencati tutti i documenti che devono essere presentati, tranne però i permessi urbanistici, per la mancanza dei quali la maggior parte delle domande sono state rigettate.

Alcuni agricoltori denunciano di essere stati in possesso di tutta la documentazione, ma che i funzionari del ministero hanno poi detto loro che alcuni documenti non erano necessari. Dukagjin Balaj afferma ad esempio di essersi presentato sia con il progetto urbanistico che con il business plan per la costruzione della sua stalla. Ma il funzionario del ministero gli ha detto che non servivano. La sua richiesta è stata rifiutata proprio perché mancavano questi documenti.

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Molti agricoltori sono stati inseriti in una lista nera del ministero dell’Agricoltura mentre altri sono sotto indagine. Alcuni di loro hanno visto sospesi i loro finanziamenti perché non sono riusciti a implementare i progetti presentati.

Preportr è entrato in possesso di una lista di 5 agricoltori che hanno ricevuto un trattore o altra attrezzatura da parte del ministero e per i quali, nel 2014, sono iniziate investigazioni da parte del Direttorato per le indagini dei Crimini finanziari della polizia kosovara. La richiesta di indagini è stata fatta a seguito del sospetto di frode per i costi irragionevolmente alti presentati da questi agricoltori.

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Il ministero ha negato invece l’accesso ad un’altra lista di beneficiari che non sarebbero stati in grado di implementare come programmato il loro progetto.

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Anche questi ultimi rientrano ora in una lista nera di persone, Ong, aziende che non possono fare richiesta di finanziamenti al ministero per tre anni.

Nexhmi Hyseni, della municipalità di Peja, nel 2013 ha ottenuto un finanziamento del ministero dell’Agricoltura per l’acquisto di un trattore e di altri macchinari. E’ rientrato dalla Germania per aprire un’azienda agricola nel suo luogo natale ma dice di essere deluso della scelta fatta. Nel 2014 una commissione ha rilevato che il prezzo dei macchinari acquistati da Hyseni eccedeva le tariffe fissate dal ministero. Ma l’agricoltore afferma che non ha mai manipolato il prezzo del trattore.

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Irregolarità nei prezzi di merce acquistata tramite finanziamenti del ministero sono state rilevate anche dall’Ufficio del Revisore dei Conti. “Secondo il regolamento gli agricoltori devono presentare tre preventivi da parte di differenti operatori economici al ministero che poi approva quello col prezzo minore. Ma il ministero ha approvato preventivi dello stesso operatore per lo stesso modello di trattore (Tumosan 77) con prezzi che variavano dai 32,000 ai 51,900 euro”, si afferma in un documento redatto da quest’ultimo.

Nonostante negli ultimi cinque anni molto si sia investito nell’agricoltura, l’importazione di prodotti agricoli non è calato, al contrario, su alcuni prodotti, sono aumentate. E’ un trend confermato dalle dogane del Kosovo.

Nel 2012 ci sarebbe stato un decremento dell’importazione di carne rispetto all’anno precedente, il 2011, quando si era importata carne per un valore di 16.600.000 euro. Negli anni successivi però, nel 2013, 2014 e 2015 l’import di carne è continuato ad aumentare per attestarsi, nel 2015, ad un controvalore di 21,5 milioni di euro.

Secondo un rapporto del ministero dell’Agricoltura relativo al mercato della carne, la produzione in Kosovo coprirebbe il 69.8% della domanda interna, affidandosi alle importazioni per il restante 30%. L’export invece, secondo questo rapporto, è minimo.

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Nonostante i molti finanziamenti allocati per la costruzione di stalle non vi è nessun decremento neppure dell’importazione di latte e prodotti caseari. Secondo dati forniti dalle dogane vi è stato un aumento dell’importazione di latte dal controvalore di 9.628.710.00 euro nel 2010 ai 15.735.030.00 nel 2015.

Si è verificato anche un aumento delle importazioni di mele, dai 3.5 milioni di euro circa nel 2010 ai quasi 5 milioni nel 2015. Secondo dati del ministero dell’Agricoltura la produzione locale di mele copre circa il 53% della domanda interna e il resto è coperto dall’importazione.

L’unico decremento avvenuto riguarda il frumento. Se si compara il 2010 al 2015 vi è stata una diminuzione delle quantità importante del 60%. Allo stesso tempo però si è verificato un aumento dell’importazione di farina dai 9 milioni di euro del 2010 ai 14 del 2015.

Nonostante i milioni di euro destinati dal budget statale agli agricoltori la Federazione dei sindacati degli agricoltori del Kosovo (FSBK), affiancata da alcuni esperti di agricoltura, denuncia che la situazione non è cambiata per il meglio.

Elencano una serie di fattori che hanno portato a questa situazione, tra i quali anche che il sostegno finanziario non ha raggiunto i più meritevoli. Denunciano infatti che i fondi sono stati allocati in particolare a militanti dei partiti al potere o a persone con buone connessioni con il governo.

Tahir Tahiri, a capo dell’FSBK, denuncia che spesso i fondi vengono allocati a chi paga tangenti. Ed ha sentito questo in incontri avuti con gli agricoltori. “Vi sono persone che fanno visita agli agricoltori e che danno garanzie a questi ultimi che se pagano il 10-15% di quanto viene assegnato possono essere sicuri di ottenere un finanziamento”, afferma Tahiri.

Inoltre, a suo avviso, i funzionari che lavorano nel ministero assegnano finanziamenti ai propri parenti e qui parliamo di più di un finanziamento, addirittura di tre o quattro consecutivi. “Sappiamo chi sono e siamo pronti a condividere queste informazioni con il minsero dell’Agricoltura ma quest’ultimo non ne vuole sapere”, afferma.

Lo stato, a suo avviso, non ha creato un ambiente adeguato affinché gli agricoltori possano beneficiare di questi fondi allocati. “Siamo consapevoli dei problemi affrontati dai produttori di latte; vi sono stati investimenti privati ed anche internazionali in questo settore, ma la produzione interna viene danneggiata dall’insostenibile competizione con i prodotti importati”, afferma.

Imer Rusinovci, professore presso la Facoltà di Agricoltura di Pristina, ha un’opinione molto simile. La produzione agricola – a suo avviso – dovrebbe essere stimolata attraverso incentivi sia nella forma di copertura di investimenti sia attraverso sussidi diretti ma, alla base di tutto, deve esserci un sistema di monitoraggio più efficiente. “Se si verificano abusi non solo non si otterranno risultati ma la situazione rischia addirittura di peggiorare”, sottolinea.

Secondo Rusinovci il meccanismo di incentivi dovrebbe allinearsi ai trend dell’Ue, non solo in termini di quantità ma soprattutto di qualità. “Non vi è nessuna logica nell’investire per ottenere migliori risultati rispetto alla situazione precedente, dato che su molti prodotti agricoli stiamo affrontando una fase regressiva”, afferma.

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