Kosovo, dietro le quinte della lotta anticorruzione
Koha Ditore, uno dei migliori quotidiani kosovari, rivela i retroscena all’indomani dell’incriminazione per corruzione da parte della missione europea Eulex, del ministro dei Trasporti Fatmir Limaj. Ed emerge un testa a testa tra Bruxelles che non vuole intoccabili e Paesi alleati di Pristina, pronti a ‘salvare’ il potente politico, nominandolo per un incarico all’estero
Potrebbe essere l’inizio di una tangentopoli kosovara. Ma non mancano manovre in corso per fermarla. Si scrive infatti “possibile incarico all’estero del ministro Fatmir Limaj”, si legge “trasferimento per evitare all’uomo politico le conseguenze dell’inchiesta per corruzione avviata dai funzionari europei di Eulex”.
In Kosovo infatti sarebbe testa a testa -secondo il quotidiano indipendente Koha Ditore– tra Eulex (il servizio di assistenza UE alle istituzioni giudiziarie del Kosovo, ndr) da una parte, ed alcuni Paesi alleati della piccola repubblica, più il governo di Pristina, dall’altra.
Al centro, il destino del potente ministro dei Trasporti Limaj appunto, nome eccellente indagato ad aprile 2010 per corruzione dai funzionari Eulex, in un’inchiesta di ampie proporzioni, che probabilmente avrà nuovi sviluppi.
Tangentopoli in salsa kosovara?
All’inizio di maggio 2010 il quotidiano kosovaro indipendente Koha Ditore, in prima fila nelle inchieste sulla corruzione statale, ha dedicato un servizio, citando insider e fonti ben informate, alla sorte di questo potente componente del governo Thaci.
In un articolo dal titolo “Eulex contraria al trasferimento all’estero di Limaj” Koha Ditore delinea infatti la possibilità di una spregiudicata exit strategy per il ministro inquisito: per lui sarebbe pronta a breve una sede diplomatica all’estero che lo sottrarrebbe di fatto alle indagini Ue e all’eventuale processo, in cui se condannato – come sottolinea anche il notiziario internet ‘SeTimes‘ – Limaj e i suoi collaboratori rischiano fino a 55 anni di carcere.
Dettagli e reazioni, la trattativa dall’interno secondo ‘Koha Ditore’
Ecco alcuni aspetti dell’articolo di Koha Ditore, che confermano il quadro delineato nell’articolo a firma di Paolo Bergamaschi pubblicato da Osservatorio Balcani Caucaso oggi.
Eulex avrebbe perquisito casa e uffici di ministro e collaboratori “per mostrare la serietà delle sue intenzioni”.
E soprattutto “la missione Ue non vuole considerare la possibilità che al ministro dei Trasporti incriminato venga data una via d’uscita strategica, con la nomina ad un incarico ufficiale in un Paese occidentale”.
Un funzionario internazionale di alto grado avrebbe confermato ufficiosamente al quotidiano kosovaro che si tratta “di una trattativa politica effettivamente in corso tra il premier di Pristina Hashim Thaci e ambasciatori di Paesi alleati del Kosovo, ma una cosa simile non verrebbe mai approvata dal responsabile di Eulex, Yves de Kermabon e dal Rappresentante speciale dell’Unione Europea a Pristina (Eusr), Pieter Feith.
Incontri riservati tra premier e Quintetto
Fonti interne al governo kosovaro confermano: “siamo sorpresi per la perquisizione Eulex” a carico del ministro Limaj, “perché in contraddizione con un accordo interno stretto tra premier Thaci e il Quintetto (Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia) sul caso Limaj: portarlo fuori dal Kosovo e nominarlo rappresentante ufficiale in un Paese occidentale.
Accordo che sarebbe stato riconfermato anche in un recente incontro riservato tra Thaci e i rappresentanti delle cinque nazioni impegnate in Kosovo lo scorso 16 aprile a Pristina”.
A questo punto l’alto funzionario internazionale interpellato confidenzialmente da Koha Ditore avrebbe spiegato: “Eulex è qui per combattere crimine organizzato e corruzione. La missione ha bisogno di successi e di provare la sua serietà. Il trasferimento all’estero di qualcuno che ha violato la legge non sarebbe un successo per Eulex”.
Altri membri del governo a breve coinvolti nell’inchiesta?
Altre fonti interne a Eulex hanno dichiarato che “la missione è qui per rendere funzionante il sistema giudiziario, e questo non può essere fatto senza accordi politici, come Bruxelles ha comunicato anche al premier Thaci”. Proprio queste fonti anticipano che “anche altri membri del governo Thaci verranno indagati”.
Ma l’informazione non viene confermata ufficialmente dalla sede Eulex.
Piuttosto la portavoce di questo servizio Ue per il Kosovo, Karin Limdal, dichiara che Eulex farebbe volentieri a meno della prima fila nella lotta alla corruzione: “Il ruolo guida dovrebbe spettare alle istituzioni del Kosovo, ma le perquisizioni delle ultime settimane mostrano che Eulex prende sul serio il suo compito e si assume la sua parte di responsabilità.
La giustizia richiede tempo. E quel che è accaduto di recente mostra l’onestà del nostro approccio ed è solo l’inizio della nostra crescente attività nella lotta alla corruzione”.
Eulex al lavoro, minacce al quotidiano indipendente
Limdal ha confermato inoltre che “è prematuro chiedersi se ci saranno nuovi arresti o no, visto che servirà tempo per valutare la documentazione sequestrata durante le perquisizioni al ministero dei Trasporti.
Infine la portavoce del rappresentante speciale Ue in Kosovo Pieter Feith, Julia Rueter, ha confermato che ‘il caso Limaj’ e altre inchieste di corruzione “verranno incluse nel Report sui progressi registrati (“Progress Report”) della Commissione europea, come strumento di valutazione dei parametri di buon governo e dello stato di diritto”.
Il cambio di passo da parte di Bruxelles ha avuto così un’altra conferma.
Intanto, come denunciato anche da Reporters sans Frontières, al fondatore di Koha Ditore, Veton Surroi, sono state recapitate lo scorso 16 maggio minacce di morte.
Il crimine organizzato e la corruzione
stanno minando le prospettive europee del Kosovo
Ramadan Ilazi, ong kosovara FOL
Schierate con Eulex diverse ong del Kosovo
Intanto la società civile kosovara sembra spalleggiare l’approccio della missione europea.
Quindici Ong locali hanno richiesto a Eulex di mettere in risalto i risultati delle sue indagini, sottolineando che se si tira indietro ora nella lotta alla corruzione, questo avrebbe gravi conseguenze sullo stato diritto in Kosovo.
“Il crimine organizzato e la corruzione stanno minando le prospettive europee del Kosovo e la lotta contro questi fenomeni non deve essere lasciata ad un’agenda politica del giorno per giorno o a singoli interessi politici” ha affermato Ramadan Ilazi, dell’Ong FOL.
Ylli Hoxha, del Foreign Policy Club, ha espresso preoccupazione in merito alla retorica delle istituzioni kosovare nei confronti di Eulex e della sua lotta alla corruzione.
Tanto più -ha aggiunto- che le dichiarazioni della leadership kosovara in merito alle recenti inchieste lasciano dubbi sull’effettiva sincerità del governo nella lotta contro crimine organizzato e corruzione.
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