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Kosovo, a quando la GALassia rurale?

Diffusi a livello europeo i GAL (Gruppo di Azione Locale), consorzi pubblico-privato volti a favorire lo sviluppo rurale, sono stati recentemente introdotti anche in Kosovo. Nei primi due anni di vita però i GAL del Kosovo hanno dimostrato notevoli limiti di azione

03/06/2011, Francesco Gradari -

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Un Gruppo di Azione Locale – meglio noto come GAL – è un consorzio composto da soggetti pubblici e privati, che sorge per favorire lo sviluppo locale di una determinata area rurale. Il GAL si configura, in sintesi, come uno strumento di programmazione che riunisce in sé tutti i potenziali attori dello sviluppo rurale nella definizione di una politica concertata.

Promossi da Bruxelles, i GAL sono oggi diffusi su tutto il territorio europeo: se ne contano, tra l’altro, diversi in ogni singola regione italiana, dove vi aderiscono enti locali, sindacati, associazioni di imprenditori e di categoria e singole imprese. In questo modo garantiscono la copertura degli interessi, sia della popolazione rurale, sia degli operatori economici.

Nei Balcani, sulla base dell’esperienza maturata a livello europeo, l’UE, UNDP e varie ONG hanno promosso e stanno promuovendo diverse iniziative caratterizzate da un approccio ispirato all’esperienza LEADER (Liasion Entre Actions de Developement de l’Economie Rurale) e ai GAL. In Kosovo però ci si chiede se, e quando, questi strumento potrebbe diventare elementi determinanti per il rilancio dell’economia rurale.

I GAL in Kosovo

Nel biennio 2007-2009 sono stati creati, con il sostegno di personale UE, 30 GAL in 30 diverse municipalità del Kosovo. Ogni municipalità si è così dotata di un proprio Piano di sviluppo rurale. Tutti i GAL sono stati registrati come Ong locali e si compongono di un’assemblea generale, di un consiglio direttivo e di un ufficio di presidenza.

L’obiettivo di lungo periodo dell’UE è quello di innescare, grazie ai GAL, significativi effetti di processo e di sistema in ambito rurale. L’approccio LEADER è infatti caratterizzato da diversi elementi in grado, almeno sulla carta, di rispondere efficacemente ai bisogni del territorio kosovaro.

L’elaborazione di piani di sviluppo locale (PSL), destinati a territori rurali ben definiti e di livello sub-regionale si inserisce nel percorso di decentralizzazione delle competenze già in atto tra Pristina e le 37 municipalità kosovare. Inoltre, la promozione, proprio attraverso i GAL, del partenariato pubblico-privato sul piano locale, introduce un approccio innovativo per un Paese abituato all’assenza di dialogo tra queste due categorie. Infine, i PSL sono promossi e realizzati con un approccio ascendente e intersettoriale: i GAL sono dotati di potere decisionale e le strategie di sviluppo locale sono basate sull’interazione tra operatori e progetti appartenenti a vari settori dell’economia locale.

Limiti di azione

In questi primi due anni di vita, i GAL del Kosovo hanno tuttavia dimostrato notevoli limiti di azione. La debolezza principale riguarda l’incapacità di accedere a finanziamenti governativi ed europei.

Sul fronte interno il ministero dell’Agricoltura ha lanciato, a partire dal 2009, un programma di microcredto per sostenere iniziative locali in ambito rurale: ad oggi, la maggior parte dei beneficiari di questi fondi è composta da singole associazioni di produttori, invece che da consorzi locali. Questo dato in sé non è necessariamente da considerarsi negativo, perché la gestione di consorzi per piccoli finanziamenti rischia di essere complicata a livello amministrativo. In attesa di uno sviluppo più consistente dei GAL, potrebbe essere in effetti il caso di stimolare nel frattempo l’associazionismo in generale, che tra l’altro sta alla base dell’approccio LEADER.

Anche sul fronte dei fondi europei, per ora i GAL sono ugualmente poco competitivi. Attraverso i programmi EU Regional Economic Development (EURED) e Rural Grant Scheme, l’UE intende sostenere investimenti infrastrutturali nelle aree rurali e l’avvio di produzioni agricole di qualità nella regione. I GAL sono però molto lontani dal poter affrontare autonomamente la sfida della progettazione europea.

Al momento le priorità dell’UE in Kosovo sono, in effetti, inevitabilmente più legate alla creazione di competenze e strutture efficienti come l’agenzia Nazionale del Pagamenti (National Paying Agency), l’equivalente kosovara dell’AGEA italiana, senza la quale la redistribuzione dei fondi per lo sviluppo rurale e il settore agricolo non avverrebbero nemmeno in Italia. Inoltre il Kosovo non ha ancora accesso alla componente sullo sviluppo rurale dello Strumento di assistenza di pre-adesione, IPA. L’accesso a questo strumento è infatti proprio condizionato dalla creazione di un’agenzia dei pagamenti di settore e da quanto previsto dal Programma di Preparazione Speciale (Special Preparatory Programme – SPP) dell’UE.

La logica dell’UE sembra essere che, per ora, l’esistenza dei GAL possa aumentare di per sé le opportunità delle relative municipalità kosovare di aprirsi a progetti di cooperazione. Mentre, per quanto riguarda il rafforzamento delle loro capacità, l’UE non è ancora pronta a far seguire al primo biennio di creazione e avvio dei GAL un secondo periodo di investimenti. I GAL kosovari nel frattempo potrebbero cercare di svilupparsi mediante altre forme di cooperazione territoriale, quali per esempio il South East Europe Programme.

Il Paese europeo maggiormente coinvolto nel sostegno ai GAL del Kosovo sembra essere la Slovenia. Tra i fattori principali che hanno favorito la creazione di partenariati tra i GAL dei due Paesi vanno citati la vicinanza geografica e le ridotte dimensioni dei GAL e dei territori di entrambi Paesi e, infine, l’esperienza molto recente di attuazione del programma LEADER da parte della Slovenia stessa.

Impegno italiano

Anche alcuni GAL italiani, tra cui il GAL ‘Antico Frignano e Appennino Reggiano’ (Emilia Romagna) e il GAL ‘Meridaunia’ (Puglia), hanno già avviato nel corso del biennio 2009-2010 partenariati con omologhi del Kosovo all’interno delle proprie attività di cooperazione transnazionale. In entrambi i casi il sostegno si concretizza in percorsi formativi e visite studio volti a rafforzare le competenze dei colleghi kosovari. Data l’importanza che il rilancio dei territori rurali riveste per il piccolo Paese balcanico, queste iniziative vanno senza dubbio sostenute e incentivate.

Come per l’Unione Europea, anche nei Balcani il GAL dovrebbe avere la forza di convogliare finanziamenti privati e pubblici di diverse origini: non solo quelli UE. Esempi di ispirazione GAL/LEADER con queste caratteristiche, si possono già vedere in Bosnia Erzegovina nelle Agenzie di sviluppo regionale, quali per esempio la Serda che ha ottenuto il finanziamento iniziale dalla cooperazione internazionale svedese (SIDA), o nelle Agenzie di sviluppo locale in Albania (Auleda, Teuleda), i cui finanziamenti base sono arrivati da UNOPS.

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