Il gran ritorno
Il 6 maggio scorso la firma del Memorandum sulla collaborazione strategica tra la Fiat e la Zastava di Kragujevac a cui dovrebbe seguire nelle prossime settimane l’accordo. Entro la fine dell’anno due nuovi modelli di auto italiane saranno fabbricate in Sumadija
"Benvenuti a casa!", stava scritto sui manifesti con cui gli entusiasti lavoratori della fabbrica di Kragujevac "Zastava automobili" hanno atteso alcuni giorni fa i loro vecchi e, stando alle dichiarazioni circolate, futuri partner partner italiani. Il vicepresidente della nota casa automobilistica Fiat di Torino, Alfredo Altavilla, e il sindaco di Kraguejvac, Veroljub Stojanovic, hanno siglato il 6 maggio scorso un Memorandum di collaborazione strategica, con il quale si aprono le porte al ritorno dell’azienda italiana in Serbia, e grazie al quale quest’ultima avvierà una nuova impresa comune con i produttori di veicoli a motore della Sumadija.
"Questa è la realizzazione di un sogno che coltiviamo da più di mezzo secolo", ha affermato in quella occasione Stevanovic.
Il documento siglato prevede che la Fiat, nei prossimi dieci anni, sia affrancata da tutte le tasse locali, mentre nel caso in cui l’azienda mista (quale risultato del nuovo partenariato strategico serbo-italiano) desideri aumentare la propria capacità produttiva a Kragujevac, che nel frattempo ottiene lo status di zona franca doganale, potrà disporre gratuitamente del terreno edificabile.
Il contratto sul partenariato strategico tra la Fiat e la Zastava automobili è atteso per la fine di questo mese o l’inizio del prossimo, mentre la fabbrica di Torino prevede di iniziare a produrre dal prossimo anno a Kragujevac due nuovi modelli di automobili, che – dopo l’anteprima in Serbia – circoleranno sul mercato mondiale.
La fiducia dei cittadini di Kragujevac
"Abbiamo una grande fiducia che le automobili fabbricate a Kraguejavc saranno della stessa qualità di tutti i nostri veicoli in circolazione nel mondo", ha spiegato Altavilla ai giornalisti, aggiungendo che l’accordo con la Zastava è uno dei più importanti progetti strategici nella strategia economica globale della Fiat. Altavilla ha aggiunto che la sua azienda investirà nella Zastava non meno di 700 milioni di euro, coi quali, insieme ad un’ulteriore aggiunta di 100 milioni di euro da parte della Serbia, si garantirà la produzione di non meno di 300.000 veicoli all’anno.
Il vice premier del governo serbo, Bozidar Djelic, è invece ancora più ambizioso: egli ritiene che, con l’arrivo di altri due grandi produttori stranieri (a cui pare si stia già lavorando intensamente) i lavoratori della fabbrica di Kragujevac potranno produrre fino a un milione di veicoli all’anno.
Anche il presidente della Serbia, Boris Tadic, che ha preso parte alla cerimonia della firma del Memorandum a Kragujevac, e con un grande sorriso in viso ha guidato per la città la nuova Fiat 500, ha confermato che nel nostro paese dovrebbero giungere anche altre compagnie automobilistiche europee. "Il mio compito è di farle arrivare qui", ha detto Tadic, senza per altro precisare di quali aziende si tratti (tra l’opinione pubblica si nomina sempre più spesso la tedesca Volksvagen), ed è convinto che con i loro investimenti la Serbia potrebbe diventare il più grande produttore di automobili per abitante, un vero centro per l’industria automobilistica in Europa.
E ciò che è più importante, in questo modo, si creerebbero migliaia di nuovi posti di lavoro. Il solo accordo con la Fiat, stima il presidente serbo, dovrebbe portare almeno 10.000 nuovi posti di lavoro.
Finalmente il pagamento dei debiti
Mladjan Dinkic, ministro dell’Economia e dello Sviluppo regionale, ha seguito la firma del protocollo con i rappresentanti sindacali della Zastava sul tanto atteso pagamento delle liquidazioni e degli stipendi arretrati in tutte le fabbriche della compagnia di Kragujevac (ce ne sono cinque). Grazie all’intesa con la Fiat, tutti i lavoratori che lasceranno volontariamente la Zastava avranno una liquidazione di 300 euro per ogni anno di anzianità maturato, e per chi rinuncerà alla vertenza e agli interessi sugli stipendi arretrati (dal 1997 al 2001) avrà saldato interamente il debito (per un valore complessivo di dieci milioni di euro).
Dinkic, d’altra parte, ha annunciato che, come da accordo con i rappresentanti della Fiat, dal primo gennaio del prossimo anno in Serbia saranno dimezzate le tasse di importazione su tutti gli autoveicoli, e fra due anni saranno completamente eliminate.
Il partenariato strategico con gli italiani non danneggerebbe la collaborazione con altri produttori stranieri, ha dichiarato il direttore della Zastava automobili, Zoran Radojevic, pensando soprattutto alle trattative con la Opel sull’assemblaggio della "Astra classic" a Kragujevac. Radojevic ha sottolineato che l’accordo con la Fiat sarebbe il sedicesimo documento di questo tipo nel corso di 55 anni di cooperazione economica, quale conseguenza di un dialogo che dura da anni.
La Fiat nell’azienda comune controllerebbe il 70 per cento dei capitali, mentre il proprietario di minoranza sarebbe la Repubblica della Serbia con il restante 30 per cento.
Paura di un "artificio"
In Serbia, però, non sono tutti contenti dell’accordo con la Fiat italiana. Secondo quanto riporta il belgradese "Kurir", c’è anche chi crede che si tratti di un "artificio" grazie al quale il maggior profitto andrà agli italiani. Un interlocutore anonimo di questo tabloid belgradese ritiene che mediante l’accordo con il partner serbo la Fiat, in realtà, si è conquistata facilmente il mercato russo.
Il calcolo che fa la fonte di "Kurir" si basa sul fatto che, sulla base dell’accordo esistente di libero scambio tra Belgrado e Mosca, la Serbia può esportare in Russia il 98 per cento dei suoi prodotti senza tassazione doganale, e su questa lista di prodotti compaiono anche le automobili. Dal momento che la Fiat ha intenzione di produrre per il mercato russo circa 200.000 veicoli all’anno, per una cifra di 10.000 euro di media per veicolo, se li piazza attraverso la Serbia le resterebbero circa 2.000 euro per automobile che altrimenti dovrebbe versare per le tasse doganali. "Se quei 2.000 euro li moltiplicate per 200.000 si raggiunge la cifra fantastica di 400 milioni di euro di guadagno in 12 mesi", conclude l’interlocutore di "Kurir".
Ciò che però è escluso da questo "semplice conto matematico" è il fatto che quel guadagno non andrebbe alla compagnia di Torino, ma rimarrebbe nell’azienda mista di Kragujevac. E non sarebbe poi così male. Anzi.
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