Il dilemma del Kossovo: serve un contratto civico
Nuovo rapporto dell’ICG sul Kossovo. Per uscire dall’impasse istituzionale secondo il Think Tank americano è necessario un contratto civico tra le comunità che abitano la provincia. L’introduzione al rapporto ICG è a cura di Chris Ingold.
L’ostacolo maggiore che si frappone al superamento del dilemma sullo status finale del Kossovo è l’assenza di un "contratto civico", lo si afferma in un recente rapporto che l’International Crisis Group ha curato sul Kossovo. In particolare l’ICG critica l’attuale politica dell’UNMIK di condizionare lo status finale al raggiungimento di determinati standard nel Paese e indica una serie di raccomandazioni per arrivare effettivamente alla creazione delle fondamenta di un reale contratto civico.
Un contratto di questo tipo – che dovrebbe sancire che il Governo s’impegna a proteggere i diritti delle minoranze e che queste ultime riconoscono l’autorità del Governo stesso – è cruciale se si uole il Kossovo esca dall’attuale stallo. Attualmente la minoranza serba e le autorità albanesi sono bloccate su di un gioco a somma zero nel quale i primi insistono sul fatto che la regione non può che rimanere serba mentre i secondi richiedono l’indipendenza. Il raggiungimento di un’autonomia stabile e pacifica dipende dal successo nel garantire i diritti delle minoranze.
In modo più specifico i serbi e le altre minoranze debbono avere le garanzie che avranno un proprio spazio in Kossovo garantito istituzionalmente. Devono avere certezze di poter proteggere i propri diritti attraverso istituzioni formali. Una garanzia di questo tipo dovrebbe includere: incentivi per raggiungere una piena cittadinanza degli appartenenti a minoranze; un comitato sui servizi pubblici per le minoranze la cui creazione potrebbe aiutare smantellare l’attuale sistema parallelo strutturato dai serbi per garantirsi alcuni servizi altrimenti inesistenti; una riforma del sistema elettorale; una Carta dei Diritti completato da un meccanismo giudiziario in grado di garantire l’implementazione effettiva di tali diritti.
Tutto questo non può naturalmente prescindere dall’incremento delle relazioni tra albanesi e serbi e tra Belgrado e Pristina. Da parte albanese questo significa comprendere che i diritti garantiti alle minoranze sono un prerequisito, non un impedimento, all’indipendenza. Da parte della popolazione serba occorre che venga dimostrata la volontà di lavorare per i diritti delle minoranze all’interno delle istituzioni locali già ora esistenti, invece di rivolgersi a Belgrado. Per quanto riguarda l’UNMIK serve invece che quest’ultima assuma posizioni più attive nel creare spazi istituzionali per la minoranza serba.
Kosovo’s Ethnic Dilemma: The Need for a Civic Contract (pdf)
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