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Elezioni in Russia, le meraviglie dell’aritmetica cecena

Alle parlamentari di dicembre, il partito "Russia Unita" di Putin ha ottenuto in Cecenia il 99,48% dei voti. Ma le meraviglie aritmetiche cecene non si fermano qui: il presidente ceceno Kadyrov prevede infatti che alle presidenziali di marzo Putin in Cecenia farà il botto con il 150% dei voti

22/02/2012, Majnat Kurbanova -

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La Cecenia è terra di grandi numeri e complessi calcoli matematici. Qui si sente dire infatti che alle elezioni l’affluenza può facilmente raggiungere il 105% e il numero di voti per un certo partito (o candidato) anche il 150%. Nessuno sa quali siano i veri dati, ma la leadership cecena rimane tradizionalmente generosa con i numeri. Il principale autore e sostenitore di promesse elettorali che dal punto di vista aritmetico appaiono del tutto inspiegabili è senz’altro il presidente Ramzan Kadyrov, che alle parlamentari del dicembre 2008 si dichiarò fiducioso in un’affluenza di oltre il 100%. Con la consueta audacia, il giovane leader assicurò che il popolo ceceno avrebbe fatto il proprio dovere civico recandosi in massa alle urne: "L’affluenza sarà almeno del 100%, forse di più".

Da allora, la leadership cecena sembra quasi considerare cattiva creanza promettere tassi di affluenza o percentuali di voto inferiori al 100%. Nell’autunno 2010, durante una conferenza stampa del Consiglio della Federazione russa, il portavoce del parlamento ceceno Dukvakha Abdurakhmanov dichiarò: "Se Russia Unita deve ottenere il 115-120% dei voti, siamo in grado di raggiungere anche questo risultato". E le parlamentari di dicembre hanno dimostrato che il governo ceceno sa quel che dice. Anche se noti motivi aritmetici non hanno permesso a Russia Unita di raggiungere la soglia del 115-120% dei voti in Cecenia, il risultato è stato comunque da record per tutta la Russia: 99,48% secondo i dati ufficiali, con un’affluenza del 98,6% degli aventi diritto.

Ma il governo ceceno punta ancora più in alto, come ha confermato pochi giorni fa un’intervista apparsa sul quotidiano moscovita Komsomolskaja Pravda, in cui Kadyrov si è nuovamente espresso sulla situazione politica in Russia e le prossime presidenziali. Nel ribadire la sua sfegatata ammirazione per il primo ministro e candidato presidente Putin, Kadyrov ha dichiarato che meriterebbe la presidenza per almeno due termini, a maggior ragione per il fatto che è anche permesso dalla Costituzione. Per quanto riguarda l’affluenza e le percentuali di voto, Kadyrov ha previsto che, a marzo, per Putin voterà il 150% della popolazione. Stavolta, però, ha dovuto ammettere che scherzava.

Tuttavia, come recita un proverbio russo, ogni battuta ha un fondo di verità. Per non avere dubbi sul risultato da record in arrivo basta guardare ai preparativi elettorali. Un cronista locale di nome Aslan, che per motivi di sicurezza preferisce non rivelare il proprio cognome, segue da molti anni le elezioni parlamentari e presidenziali in Cecenia e ci racconta cosa bolle in pentola. Secondo il giornalista, in tutte le istituzioni circola la direttiva orale per cui l’affluenza alle elezioni dovrà essere del 100% e tutti i voti dovranno andare allo stesso candidato. Facile indovinare di chi si tratti.

I deputati del parlamento locale, il clero e perfino i rappresentanti sindacali vanno per i centri abitati ad istruire i residenti: nessun voto ad altri candidati, tutti i voti a Vladimir Putin. Inoltre, sparsi per tutti i distretti del Paese, intraprendenti gruppi di cittadini esprimono i loro desideri al futuro presidente.

A Nadterechny, ad esempio, medici e insegnanti hanno chiesto al futuro presidente, in caso di vittoria, un aumento di stipendio. A Shali, Gudermes e Grozny gli attivisti locali hanno deciso di non perdere tempo con richieste al futuro presidente. Ai dipendenti pubblici di questi distretti è infatti proposto di firmare su base volontaria-obbligatoria ossequiosi documenti in cui dichiarano di voler vedere quale presidente della Russia solo ed esclusivamente Vladimir Putin. Aslan spiega che semplicemente non hanno scelta: sono costretti a questa pratica dal peggior sapore sovietico per non attirare l’attenzione delle autorità e non mettere a rischio se stessi e la propria famiglia con la propria “infedeltà”. Inoltre, chiunque osasse opporsi rischierebbe di perdere il posto di lavoro.

"In linea di principio”, dice Aslan, “tutte queste firme e tutti questi appelli al futuro presidente non hanno alcun senso. Tutti sanno che anche stavolta Putin stravincerà le elezioni in Cecenia. Ma i politici locali sono così abituati ad adulare Putin e ad essere adulati dai propri seguaci che non possono fare a meno di iniziative di questo tipo, anche se completamente inutili".

Non sorprende quindi che il leader ceceno sia così sicuro della vittoria di Putin con il 150%. Da bravo dottore di ricerca in Economia, conosce bene l’aritmetica e le proprietà magiche dei numeri.

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