Elezioni in Macedonia: controverso secondo turno
75 sindaci eletti, altri 9 pendenti a causa di ricorsi. Si è conclusa domenica scorsa la tornata elettorale delle amministrative in Macedonia. E le polemiche sulle irregolarità emerse al primo turno non si sono placate. Un brutto biglietto da visita per il cammino della Macedonia verso l’UE
"Gravi violazioni sono state nuovamente rilevate durante le elezioni in un certo numero di zone del Paese comprese alcune dove erano già state osservate grosse irregolarità durante il primo turno dello scorso 13 marzo" ha dichiarato Julian Yates, capo della missione OSCE incaricata del monitoraggio delle elezioni amministrative in Macedonia, all’indomani dei ballottaggi di domenica scorsa.
Secondo l’OSCE il Paese, dopo le irregolarità riscontrate due settimane fa, avrebbe nuovamente falliito nel garantire uno svolgimento pienamente democratico del ballottaggio. Gli osservatori internazionali hanno affermato che con il voto dello scorso 27 marzo si è passati dal "peggio" al "molto peggio" nel 14% dei seggi elettorali; la privacy del voto è stata infranta nel 17% dei seggi e voti di gruppo sono stati rilevati nel 16% di questi ultimi.
La lista delle irregolarità è lunga: sottrazione di schede elettorali, riempimento irregolari di urne elettorali, voti di gruppo, intimidazioni degli elettori, firme false nelle liste elettorali. Gli incidenti peggiori includono la coercizione con armi da fuoco. L’OSCE commenta nel suo rapporto anche il comportamento pregiudizievole di alcuni comitati elettorali municipali e la passività della Commissione elettorale statale.
I rappresentanti della NATO in Macedonia hanno espresso il disappunto in merito a quanto sottolineato dall’OSCE. "L’Alleanza si aspetta che il Paese aspirante a divenirne parte si faccia carico di tutti i passi necessari per mettere a punto i più alti standard democratici possibili" ha detto il portavoce della NATO James Apparthurai.
Alcuni dei primi commenti dell’UE sulle elezioni si discostano invece dalla posizione espressa dall’OSCE. Secondo l’UE le elezioni sono state perlopiù regolari, anche se gli incidenti dovranno essere oggetto di investigazione.
Il ministro degli esteri macedone Ilinka Mitreva si è incontrata con la dirigenza dell’OSCE immediatamente dopo la pubblicazione del rapporto, per discutere delle differenze positive riscontrabili a suo avviso nel secondo turno. Secondo il governo macedone questa tornata elettorale è stata un successo.
"Ieri in Macedonia ha vinto la democrazia" ha affermato il primo ministro Vlado Buckovski, congratulandosi con tutti i sindaci eletti.
Secondo il presidente macedone Branko Crvenkovski i ballottaggi sono stati organizzati molto meglio del primo turno, "non è solo una mia opinione ma il punto di vista oggettivo di molti partecipanti e anche degli osservatori del processo elettorale". Il presidente ha aggiunto che "le irregolarità, dove si sono verificate, sono state prontamente risolte e possiamo tranquillamente affermare che non hanno inciso sui risultati finali".
Alla domanda sul motivo dei ricorrenti incidenti nei diversi cicli elettorali, Crvenkovski ha risposto dicendo che "fa parte della credenza che con la forza si possa rompere o cambiare la volontà dei cittadini".
"Non dovremmo dimenticare che un buon numero di irregolarità ricorre sempre nelle stesse comunità e normalmente sono le stesse persone che in questo modo vogliono raggiungere il potere. Irregolarità sono accadute anche in passato, questa volta sono state però inferiori", ha concluso Cervenkovski.
Restano comunque cattive notizie per la Macedonia che all’inizio di quest’anno ha inoltrato la richiesta per diventare membro dell’UE e che aspetta con ansia lo status di aese candidato per il prossimo autunno. Ed ai rappresentanti macedoni era stato detto che il primo test serio sarebbero state proprio queste elezioni locali.
Non è in realtà nulla di nuovo per quanto riguarda la democrazia macedone. I partit politici continuano a dimostrare di non essere in grado di avere una condotta matura quando si rtatta di mettersi in gioco per conquistare il potere. E’ una sindrome già vista più volte: il rifiuto di accettare i risultati, proteste, boicottaggi e denunce di frodi (molte di queste ultime comunque sostanziate da prove). Tutti accettano le regole, ma solo se poi vincono. Una volta che iniziano a perdere è nuo stillicidio di polemiche e accuse.
Il principale partito macedone all’opposizione, il VMRO-DPMNE, ha continuato a gridare alla frode per tutto il giorno delle elezioni, minacciando il boicottaggio. Alla fine del giorno, chiuse le urne, è iniziato il conteggio dei voti e sono divenuti via via più tranquilli.
"Non avevamo deciso di boicottare le elezioni" ha affermato Nikola Grueski, leader del VMRO-DPMNE "avevo affermato che avevamo alcune notizie e che le avremmo considerate durante la giornata elettorale. Poi abbiamo deciso di continuae perché occorre lottare sino alla fine, nonostante tutte le irregolarità emerse".
Il blocco dei partiti albanesi all’opposizione non ha fatto la stessa scelta. Nel primo pomeriggio del giorno delle elezioni ha annunciato il ritiro dei propri candidati dalla gara elettorale. "Non possiamo accettare queste irregolarità" ha affermato Ernat Fejzulaj, del DPA "le avevamo indicate in tempo sia alle autorità competenti in macedonia sia alla comunità internazionale ma nessuno ha fatto nulla. Per questo abbiamo deciso di ritirare candidati e rappresentanti di partito presso i seggi". Il partito albanese parte della coliazione governativa, il DUI,ha invece dichiarato che le elezioni si sono svolte in modo regolare ed ha annunciato la vittoria in 11 municipalità dove risiedono in maggioranza albanesi.
Come sempre accade nelle storie con un lieto fine non si può prescindere dal festeggiamento. Assente chi ha perso e presenti invece tutti i nuovi sindaci. Ne sono stati eletti in totale 75 delle 84 municipalià di cui è costituita la Macedonia. La coalizione al governo ne ha guadagnati 36, il VMRO-DPMNE 19, il DUI 11 mentre il VMRO-NP 3. Gli altri sono andati a candidati indipendenti. Queeli mancanti verranno resi noti solo dopo che saranno finiti tutti i procedimenti di ricorso inoltrati a causa delle irregolarità riscontrate.
Nonostante abbia guadagnato meno poltrone il VMRO-DPMNE si ritiene vincitore di questa tornata elettorale avendo ottenuto la maggioranz in molte municipalità urbane della Mecdonia, compreso quasi tutte le municipalità di cui è costituita la capitale Skopje. LE elezioni hanno rappresentato invece una vera e propria débacle per il VMRO-NP, una costola staccatasi dal VMRO e guidata dall’ex primo ministro Ljubco Georgievski.
Anche la battaglia per la poltrona di sindaco della capitale – il secondo turno era stato posticipato al 10 aprile a causa delle irregolarità riscontrate al primo – sembra vicina alla conclusione. L’attuale sindaco di Skpoje, Risto Penov, in corsa per il terzo mandato, ha annunciate non si presenterà al secondo turno a vantaggio del suo concorrente, il candidato indipendente Trifun Kostovski, appoggiato dall’opposizione all’attuale governo. Penov al primo turno aveva perso di molto ed a Kostovski erano mancati solo 5000 voti per essere eletto immediatamente. "Mi ritiro poichè ho capito il messaggio che mi è arrivato dai cittadini di Skopje che vogliono un cambiamento ed un nuovo sindaco", ha affermato Penov.
L’affluenza alle urne è stata attorno al 50%, buona se si considera che si trattava di un secondo turno. Più di 4000 monitor, locali ed internazionali, hanno seguito il turno elettorale di queste elezioni locali che – secondo molto media internazionali – non sono stati affatto un buon biglietto da visita per favorire il cammino della Meconia verso l’UE.
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