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Elezioni europee: i verdi, terzo partito in Croazia

Il partito ecologista ORaH, nato solo sei mesi fa, è riuscito a classificarsi terzo alle elezioni europee in Croazia con il 9,4% dei voti. I festeggiamenti al quartier generale e i preparativi per le prossime politiche croate del 2015

26/05/2014, Giovanni Vale - Zagabria

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Al quartier generale di ORaH, nel centro di Zagabria, si stappa spumante fino alle due del mattino. Il partito ecologista ha raccolto quasi il 10% dei voti, riuscendo così ad eleggere il suo primo candidato al Parlamento europeo. "Quando abbiamo cominciato la campagna, appena cinque mesi fa, i sondaggi ci davano al settimo posto. Sembrava difficile soltanto superare la soglia di sbarramento del 5%", ricorda Andrea Feldman, prima tra i candidati non eletti del partito.

Održivi Razvoj Hrvatske (ORaH) significa letteralmente "Sviluppo sostenibile per la Croazia", ma nella sua forma abbreviata e più utilizzata "Orah" vuol dire anche "noce", il simbolo del partito. "Abbiamo creato questo movimento alla fine di ottobre 2013" prosegue Andrea Feldman, "e siamo stati iscritti nelle liste ufficiali del ministero dell’Interno soltanto nel dicembre scorso".

Il motivo per festeggiare quindi c’è: in soli cinque mesi di campagna, i verdi sono riusciti a ritagliarsi uno spazio non indifferente nella scena politica croata. Gran parte del merito va senz’altro a Mirela Holy, la leader di ORaH. Ex-ministro dell’Ambiente nell’attuale governo socialdemocratico, Holy ha lasciato l’esecutivo di cui, dice, non condivideva la linea politica.

Lo strappo col Primo ministro Zoran Milanović vale al neo-partito ORaH la prima simpatia degli elettori. Nei mesi successivi, i verdi riescono a mettere in campo una campagna elettorale moderna e positiva. A Zagabria allestiscono banchetti colorati, organizzano street actions in bicicletta, distribuiscono sacchetti di noci agli elettori… "Abbiamo fatto una campagna informativa. C’è un grande bisogno di spiegare alla gente che cos’è lo sviluppo sostenibile", racconta Andrea Feldman.

La campagna ha dunque pagato, anche se gli ultimi sondaggi davano ORaH addirittura oltre il 10% e alcuni membri del partito accarezzavano l’idea di avere non uno, ma due rappresentanti nel prossimo Parlamento europeo.

Davor Škrlec, neo eletto deputato al Parlamento europeo

La notte dello spoglio, comunque, tutti si dicono soddisfatti, in primis Davor Škrlec, il neoeletto eurodeputato ORaH. Numero due nella lista elettorale del partito, questo professore universitario ha avuto soltanto il 2% delle preferenze, di poco sopra a Andrea Feldman (1% circa). A far la parte del leone, è stata senza sorpresa Mirela Holy (60% delle preferenze), che però aveva già annunciato di non voler andare a Strasburgo, se eletta.

"Il fatto è che Mirela è stata eletta al Sabor con il partito socialdemocratico", spiega Davor Škrlec. "Se desse le dimissioni, sarebbe un membro del SDP che prenderebbe il suo posto qui a Zagabria. Per cui non ci conviene".

Il rappresentante di ORaH al Parlamento europeo sarà dunque il meno noto Davor Škrlec, che già si prepara a partire per Strasburgo. "Ho visto che la prima plenaria è in luglio", spiega, "credo sia l’ultima prima della pausa estiva, poi si ricomincia a settembre".

Alcuni dettagli restano ancora da chiarire: "Non ho ancora pensato a chi scegliermi come assistente", scherza con i giornalisti. Sulle sue priorità al Parlamento europeo, tuttavia, si esprime senza esitazioni: "La decarbonizzazione innanzitutto. Può sembrare un termine tecnico ma è un’urgenza oggi: ci vuole un cambio radicale nella produzione dell’energia in Europa".

Inutile parlargli di petrolio nell’Adriatico, il suo è un "no" senz’appello. "Il secondo punto sarà lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura", prosegue il neoeletto, "dalla coltivazione al trasporto, molti aspetti vanno rivisti, migliorati".

Infine, la terza priorità si discosta dal programma classico dei movimenti ecologisti: "La tutela dei diritti umani e il buon funzionamento della democrazia non sono assicurati ovunque in Europa, soprattutto nei paesi di più recente adesione, come la Croazia". 

Preparativi per le politiche del 2015

Dal punto di vista interno, il buon risultato dei verdi non dovrebbe comunque alterare gli equilibri politici. "Non ci sono i margini per chiedere la sfiducia del governo", analizza Andrea Feldman, "abbiamo un solo deputato al Sabor e gli altri partiti della coalizione non sono interessati ad un voto anticipato, l’HNS ad esempio non passerebbe nemmeno la soglia di sbarramento".

Alle presidenziali di fine anno il partito ecologista non sarà presente, dato che la sua unica possibile candidata, Mirela Holy, assicura di non essere interessata. Per ORaH, l’orizzonte si sposta adesso al 2015: "Dobbiamo cominciare a lavorare in vista delle prossime politiche", dice Felman. "Bisogna informare i cittadini sulle questioni energetiche, ambientali, bisogna convincere la gente della necessità di un New Deal verde". 

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