Eco-turismo in Bulgaria
Lo sviluppo del settore turistico tradizionale comporta il rischio della distruzione dei paesaggi naturali, vero patrimonio del paese. Le potenzialità dell’eco-turismo in Bulgaria secondo gli esperti intervenuti a Sofia alla conferenza "Bulgaria, dream area"
"La Bulgaria ha la capacità di ospitare 7-8 milioni di turisti l’anno, raddoppiando i numeri attuali e le entrate provenienti da questo settore, ma per farlo è indispensabile il miglioramento delle infrastrutture". E’ quanto ha affermato il ministro per lo Sviluppo regionale e i Lavori Pubblici Asen Gagauzov, durante la conferenza internazionale "Bulgaria – dream area", svoltasi a Sofia il 10 e 11 gennaio e dedicata allo sviluppo del turismo alternativo.
Ad impedire lo sviluppo del settore, secondo Tzvetan Tonchev, presidente della Camera del Turismo bulgara, è innanzitutto l’insufficienza delle strutture aeroportuali, che in Bulgaria permettono l’atterraggio, su tutto il territorio nazionale, di circa 130 velivoli, quanti in generale accoglie un solo aeroporto europeo. Sempre secondo Tonchev, lo sviluppo del turismo in Bulgaria contraddice il trend mondiale, perché investe soprattutto in nuove costruzioni, andando a distruggere i paesaggi naturali, meta privilegiata dei cittadini in cerca di relax. La conferenza "Bulgaria – dream area" è stata pensata per guardare al futuro, ma è indispensabile saper guardare alle insufficienze del presente. Lo stato non riesce al momento a portare avanti una vera strategia di sviluppo del settore. Basti pensare che la Croazia investe ogni anno 10 milioni di euro per pubblicizzare le sue località turistiche, la Turchia 68 milioni, mentre la Bulgaria appena 3, equivalenti appena agli stipendi dei dipendenti dell’agenzia nazionale per il turismo.
Secondo Maria Marinova, gestore di due rifugi sulle cime dei Balcani, l’eco-turismo è un settore chiave per la nuova Bulgaria nell’Unione Europea, il modo giusto per preservare le identità locali e portare nuovi turisti stranieri a scoprire il paese. Il problema, sempre secondo la Marinova, è che esistono molti progetti, ma che non sono sostenibili, e perciò finiscono con l’esaurirsi dei fondi. Per non parlare poi della scarsa o nulla attenzione verso le fonti rinnovabili.
"Eko", un marchio che nasconde non pochi problemi
"Non ci sono dati attendibili sul numero di turisti in Bulgaria, siano essi stranieri o locali. La stima di 4 milioni risale all’era socialista. Se parliamo di eco-turismo, sappiamo che i numeri variano intorno ai 10-11mila turisti l’anno, più 1.200-1.500 bird-watchers. La Bulgaria ha la più grande biodiversità in Europa, con 700-900 orsi, migliaia di lupi, 60 specie di orchidee", ha dichiarato a Osservatorio sui Balcani Ljubomir Popjordanov, presidente dell’Associazione Bulgara per il Turismo Alternativo (www.baatbg.org).
"I pacchetti dell’eco-turismo sono quattro volte più redditizi di quelli del turismo balneare sulle coste del Mar Nero", ha continuato Popjordanov. "Un giorno di eco-turismo in Bulgaria costa circa 100 euro. Lo stato bulgaro però non è interessato in questo settore, non ha una politica a riguardo, ma è interessato soltanto agli introiti che può ottenere attraverso le tasse o la corruzione. La Bulgaria ha adottato una strategia nazionale sull’eco-turismo, ma il governo non ha fatto nulla per realizzarla".
Orlin Chachanovski è uno degli alpinisti bulgari più famosi, oltre che guida e presidente dell’ong "Mountain and People" (www.planini.com). Alle domande di Osservatorio sui Balcani sul tema dell’eco-turismo ha risposto che "purtroppo il tema dell’eco-turismo in Bulgaria non è molto chiaro. Ultimamente il prefisso "eco" è stato anteposto a ogni tipo di proposta turistica, pur di renderla appetibile. Guardiamo ad esempio i sentieri ecologici, realizzati sui monti grazie a donatori vari e spesso ben attrezzati. Questi sentieri non hanno status legale, sono terra di nessuno, e quindi nessuno si prende cura di loro. Alcuni non sono legati a percorsi turistici, ma sono fini a se stessi. Spesso, proprio per mancanza di manutenzione, diventano pericolosi". Altri problemi riguardano, secondo Chachanovski, sia il sistema di categorizzazione dei rifugi, antiquato e lontano dalle prassi europee. Ma forse il problema più sentito è la forte spinta all’edilizia turistica anche nei parchi nazionali, come ad esempio quello del massiccio del Pirin, dove il pur comprensibile desiderio degli abitanti di sviluppare il turismo locale sta creando delle vere e proprie foreste di cemento. Tanto che, secondo Chachanovksi, oggi è difficile spiegare che il Pirin è un parco sotto l’egida dell’Unesco.
Contro "Natura 2000"
Entro la fine di gennaio la Bulgaria dovrebbe adottare il piano "Natura 2000", ma molte tensioni si stanno accumulando sul progetto, soprattutto nella zona del Pirin. Il 14 gennaio circa 5mila persone hanno occupato, per la terza volta in poche settimane, la strada che mette in comunicazione Simili e Gotze Delchev all’altezza del valico di Predela, in segno di protesta contro il piano, e per escludere la loro regione dai confini di "Natura 2000". La protesta è durata più di un’ora, provocando disagi non indifferenti agli automobilisti. Migliaia di proprietari della regione di Razlog e Bansko e addetti all’edilizia impiegati nei cantieri della zona hanno alzato cartelloni chiedendo maggiori informazioni su come il network ecologico "Natura 2000" verrà implementato. Secondo Ljubomir Popjordanov, la protesta è alimentata soprattutto dai numerosi fraintendimenti nati dalla scarsa informazione data dal governo sulle caratteristiche del progetto.
Internet come strumento di promozione
Uno dei maggiori problemi per il turismo in Bulgaria, sia esso ecologico o tradizionale, è la mancanza di un sito unificato di prenotazione on-line, così come di un portale web dedicato. Il sito dell’Agenzia Statale per il Turismo sembra provenire da un’altra era geologica. Molti alberghi hanno il proprio sito internet, ma molto spesso le informazioni non sono aggiornate. Quando si discute di turismo alternativo come possibile attività per i centri rurali, bisogna menzionare proprio l’ostacolo della mancanza di internet e delle infrastrutture della comunicazione.
Da tutti i partecipanti alla conferenza "Bulgaria – dream area" traspariva la speranza di poter promuovere la Bulgaria come nuova destinazione per il turismo internazionale. Alcuni dei partecipanti hanno stampato cataloghi patinati sul turismo termale o quello alternativo, ma nessuno sembra essersi curato di lanciare un moderno portale che raccogliesse informazioni e servizi on-line. Alexandrina Alexandrova, della Travelstoremaker Company, specializzata nello sviluppo delle tecnologie di e-commerce, ha dichiarato ad Osservatorio che la compagnia "Destination Bulgaria" (www.destinationbulgaria.bg) ha in progetto proprio di raccogliere in rete tutti i dati riguardanti il turismo tradizionale e alternativo in Bulgaria. Oltre a internet c’è, naturalmente, anche la televisione. Dal 2005 trasmette da Sofia "Travel Tv International", un nuovo canale tv dedicato al turismo e ai viaggi, una specie di versione bulgara del Discovery Channel. "Travel Tv International" vuole raggiungere il pubblico europeo interessato ai viaggi, al turismo e alla cultura. Può essere visto tramite internet negli Stati Uniti, in Canada e negli stati dell’Ue. Il canale è distribuito attraverso operatori via cavo anche in Germania, Serbia, Macedonia, Russia, Ucraina e Kazakhstan.
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