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Croazia: giorni cruciali per l’ingresso nella UE

Nei prossimi giorni la risposta della Commissione Europea alla candidatura di Zagabria. L’affare Gotovina resta il principale ostacolo nella strada verso Bruxelles. Possibili scenari in caso di sconfitta del governo.

14/04/2004, Drago Hedl - Osijek

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"Senza Gotovina il generale croato ricercato dal Tribunale Internazionale per crimini di guerra, ndt all’Aja, non ci saranno pareri positivi rispetto alla richiesta croata di aderire alla UE." E’ stato questo il freddo messaggio recapitato da Dennis McShane, Ministro per l’Europa del governo britannico, nel corso della intervista al quotidiano di Zagabria "Jutarnji List" il giorno prima di Pasqua. La netta dichiarazione non lascia dubbi rispetto a quanto si possa aspettare la Croazia nel periodo successivo alla Pasqua quando – come è stato annunciato – arriverà la risposta della Commissione Europea alla richiesta di entrare nella UE. Il messaggio di McShane è piovuto su Zagabria come una doccia fredda.

Il Ministro per gli Affari Esteri Miomir Zuzul e il Ministro per la Integrazione Europea Kolinda Grabar-Kitarovic, le uniche persone che i giornalisti sono riusciti a trovare durante il lungo week end pasquale, non hanno voluto commentare la spiacevole notizia.
Siccome le cattive notizie non viaggiano mai sole, il giorno stesso Clifford Bond, Ambasciatore degli Stati Uniti in Bosnia Erzegovina, ha dichiarato in una intervista per il sarajevese "Dnevni Avaz" che la Croazia si può aspettare un esito identico rispetto al suo desiderio di entrare nella Nato.

"Il fallimento della Croazia nell’inviare il generale Ante Gotovina al Tribunale dell’Aja è considerato un ostacolo per il suo ingresso nella Nato", ha affermato Bond, distruggendo in questo modo le speranze che la Croazia potesse entrare nella Nato nel 2007 anche senza aver mandato Gotovina all’Aja.
I Parlamenti di Gran Bretagna e Olanda hanno rifiutato di ratificare l’Accordo di Associazione e Stabilizzazione per la Croazia, spiegando che non l’avrebbero fatto fino a quando il latitante generale Ante Gotovina, accusato dal Tribunale Internazionale per crimini di guerra nell’estate del 2001, non si fosse presentato all’Aja.
"E’ difficile per noi credere che nessuno in Croazia sia in grado di trovare il nascondiglio del generale Ante Gotovina", ha dichiarato Dennis McShane, Ministro per l’Europa nel Parlamento britannico, aggiungendo: "Vi posso assicurare che se un ufficiale britannico fosse accusato dei crimini di cui è accusato Gotovina, lo troveremmo."

Così, il generale Gotovina è divenuto un ostacolo insormontabile di fronte agli sforzi della Croazia di entrare nella UE nel 2007, insieme a Romania e Bulgaria. E questo malgrado tutti i tentativi del governo di Ivo Sanader che, recentemente, ha inviato senza chiasso all’Aja due generali, Ivan Cermak e Mladen Markac e, nella settimana prima di Pasqua, altri sei individui indiziati per crimini di guerra commessi in Bosnia Erzegovina.
Gli osservatori di affari politici a Zagabria ritengono che il fallimento della Croazia nell’ottenere un parere positivo alla propria richiesta di candidatura, da parte della Commissione Europea, potrebbe avere conseguenze di lungo termine per il Paese. Zagabria resterebbe in questo modo senza speranza con i Balcani, nello stesso cestino con Serbia e Montenegro, Bosnia Erzegovina, Macedonia e Albania. Secondo gli analisti, le porte chiuse della Unione Europea creerebbero in Croazia condizioni politiche simili a quelle esistenti attualmente in Serbia e Montenegro – la destra radicale troverebbe nuovo slancio, e la sua affermazione sarebbe basata sulla premessa che "l’Europa odia la Croazia", e che la Croazia deve mostrare il proprio orgoglio nazionale interrompendo la politica di sottomissione alle richieste di Bruxelles.

Se gli avvenimenti evolvessero in questa direzione, l’atteggiamento attuale della destra in Croazia non sarebbe niente a paragone di quanto potrebbe venire alla luce. La chiusura delle prospettive europee risveglierebbe le passioni e i poteri politici più oscuri. Se si considera la radicalizzazione del clima politico in Serbia, dove i partiti di Vojislav Seselj e Slobodan Milosevic, due personaggi sotto processo all’Aja, stanno assumendo un ruolo sempre più determinante nella vita politica e raccogliendo nuovi sostenitori, è chiaro che tutta l’area dei cosiddetti Balcani occidentali sarebbe destabilizzata. Ancora di più se si guarda la recente escalation del conflitto e delle tensioni nel Kosovo, che mostra quanto instabile sia questa regione.
Zagabria sta ora utilizzando queste considerazioni come il proprio asso nella manica, sperando che Paesi come la Germania e l’Austria, che sostengono fortemente l’ingresso della Croazia nella UE, possano aiutare a incrinare la risoluta posizione britannica che non vuole discutere la questione prima che il generale latitante sia mandato all’Aja.

Il Primo Ministro croato Ivo Sanader, che ha dimostrato una grande volontà di cooperazione con l’Aja, inviando 8 indiziati al Tribunale Internazionale in sole due settimane, spera che la stessa Carla Del Ponte possa sostenere Zagabria con il suo parere positivo sulla cooperazione della Croazia. Di fatto, a parte il caso Gotovina, non ci sono altre questioni irrisolte tra Zagabria e l’Aja.
La Croazia sostiene con insistenza che il generale latitante non si trovi nel suo territorio, e che non sia neppure noto in quale Paese si stia nascondendo. Il governo ha recentemente richiesto che i conti bancari di tutte le persone che si ritiene sostengano Gotovina siano messi sotto stretto controllo. La polizia e i servizi segreti hanno ricevuto l’ordine di considerare come assoluta priorità la ricerca di Gotovina e la assunzione di ogni tipo di informazione che potrebbe portare alla scoperta del suo nascondiglio. In Croazia, nessuno dubita più che Sanader arresterebbe immediatamente Gotovina se conoscesse il luogo della sua latitanza.

Ciò che getta un’ombra sulle rivendicazioni croate rispetto alla ignoranza del nascondiglio di Gotovina è la intervista dell’anno scorso fatta con il generale latitante "in una metropoli europea" da Ivo Pukanic, proprietario del settimanale di Zagabria "Nacional". Con il passare del tempo, sono stati sollevati dubbi sempre più forti su di un coinvolgimento dei servizi segreti della Croazia e forse anche del gabinetto del Presidente Mesic in questa azione. Si potevano sentire opinioni di questo tipo anche in alcuni circoli diplomatici occidentali a Zagabria.
Il fatto che Londra si opponga così risolutamente alla Croazia nella sua strada verso la UE, è visto da alcuni analisti come una forte pressione su Zagabria per fare tutto quanto sia nelle sue possibilità per inviare Gotovina all’Aja in questi giorni cruciali, prima dell’annuncio di una decisione finale sulla candidatura. Il sincronismo delle azioni di Londra e Washington non lascia a Sanader alcuno spazio di manovra. Nel caso in cui la Croazia riceva una risposta negativa dalla UE, non potrà compensare i suoi sforzi in politica estera ottenendo la adesione della Croazia alla Nato. Questo è il motivo per il quale molti credono che, all’ultimo momento, la Croazia potrebbe ancora "trovare" Gotovina, il che semplificherebbe e allevierebbe il suo viaggio verso l’Aja, ma anche il viaggio di Zagabria verso Bruxelles.

Vedi anche:

– Croazia: I primi 100 giorni del governo Sanader

– Nuove accuse alla Croazia dal Tribunale dell’Aja

– La Croazia tra Washington e Bruxelles

– Croazia: incoraggianti primi passi del governo Sanader

– Croazia: Sanader presenta il nuovo governo

Sul caso Gotovina:

– Arrestare Gotovina: la posta in gioco

Zagabria: intervista choc del generale Gotovina

Una taglia sul generale Gotovina

Tribunale dell’Aja: nuove critiche alla Croazia per il caso Gotovina

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