Euro astensionismo
In Romania le elezioni europee sono state caratterizzate da un alto astensionismo. Per molti analisti non si tratterebbe di euroscetticismo ma piuttosto conseguenza di una campagna elettorale giocata più sul gossip che sui temi europei. Tiene l’attuale coalizione di governo
Solo il 27, 52% dei 18 milioni di romeni con diritto di voto si sono presentati ai seggi per le elezioni europee di domenica scorsa. La Romania, paese membro di recente adesione (2007) manda al Parlamento europeo 33 deputati essendo, per numero di cittadini, il settimo paese dell’Ue.
L’Alleanza di centro sinistra tra i socialdemocratici ( PSD) e i conservatori (PDL) ha ottenuto il 31,07 % dei consensi (i candidati eletti faranno parte del gruppo PSE a Strasburgo), i democratici liberali (gruppo Popolare) il 29,71%, i liberali (PNL) il 14,52%, l’Unione Democratica dei Magiari (UDMR ) il 8,92%, gli estremisti nazionalisti del Partito Romania Mare (PRM) il 8,65% e il movimento indipendente guidato da Elena Basescu (figlia del presidente del paese) ha raccolto il 4,22%, sufficiente a quest’ultima per guadagnare a 29 anni un seggio da europarlamentare.
Rilevante anche sottolineare l’entrata nell’Europarlamento di due personaggi spesso discussi e noti per usare un linguaggio molto colorito, il leader del Partito ultranazionalista Romania Grande (PRM) Corneliu Vadim Tudor e il miliardario Gigi Becali. I due, in passato rivali in politica, hanno deciso di unire le forze guadagnando un seggio ciascuno. Il PRM, che non era riuscito nelle scorse elezioni politiche a entrare nel Parlamento di Bucarest, riesce invece a inviare propri rappresentanti a Bruxelles.
Vadim ex poeta di corte di Ceausescu e a lungo senatore dopo la caduta del regime comunista è riuscito a rientrare nelle istituzioni attraverso la porta europea. Con lui, secondo sulla lista PRM, Gigi Becali, ripescato all’ultimo momento da Vadim per sfruttare l’impatto mediatico di una vicenda giudiziaria in cui era incappato. Becali alla vigilia delle elezioni è stato infatti accusato di aver sequestrato insieme alle sue guardie del corpo i ladri della sua costosissima automobile. Corneliu Vadim Tudor non ci ha pensato due volte e ha proposto al vecchio nemico di candidarsi nelle liste del suo partito. Proposta accetta da quello che ama definirsi il Guerriero della Luce che ora è diventato europarlamentare ma non puo ancora raggiungere Strasbourgo perché il tribunale di Bucarest ha respinto la sua richiesta di far cadere il divieto di lasciare la Romania. Ma Gigi Becali non dispera e annuncia ricorso. Nel frattempo assicura i giornalisti che conosce l’inglese: "So l’inglese, lo sento dentro di me"
Intanto il presidente della Romania Traian Basescu dichiara di essere fiero della figlia Elena che è riuscita da indipendente a conquistare un posto da europarlamentare. Indipendente, ma con il padre al suo fianco, anche il giorno delle elezioni. Elena è un’ex modella che ama la politica e che accusa la stampa di averla criticata perché figlia del presidente.
Dopo il circo elettorale e una campagna centrata sul gossip i 33 deputati romeni presto arriveranno nel Parlamento Europeo. Saranno 11 del PSD, 10 del PDL, 5 del PNL, 3 del PRM, 3 del UDMR e un seggio andrà a Elena Basescu.
I socialdemocratici dichiarano di essere i vincitori delle elezioni europee mentre i colleghi della coalizione di governo, i democratici liberali, sostengono la stessa cosa. Inoltre la figlia del presidente che prima si era dimessa dal partito democratico liberale per placare i malumori contro la sua candidatura si è già iscritta di nuovo nella stessa formazione politica da dove se ne era andata.
I due leader dei partiti che fanno parte del governo, Mircea Genoa (PSD), presidente del Senato, e Emil Boc (PDL), primo ministro, si stanno ora disputando la nomina di un commissario europeo perché spetta proprio al governo questo compito. La Romania sarebbe interessata ad avere un commissario per l’agricoltura o eventualmente per i trasporti, tutela dei consumatori oppure per il settore energetico.
Ma per ottenere un posto significativo a Bruxelles occorre trovare una larga coesione interna. Che per ora sembra non esserci. Secondo uno studio dell’Istituto Europeo per la Democrazia Partecipativa-Quorum nella scorsa legislatura i rappresentanti romeni nel Parlamento Europeo non hanno esercitato un’influenza significativa. Sono però tra i primi per il numero di domande indirizzate alla Commissione Europea e al Consiglio Europeo. Si piazzano invece al quarto posto per il numero di rapporti di legge emendati. Dall’altra parte Doru Frantescu, direttore dell’Istituto Europeo per la Democrazia Partecipativa, spiega che la scarsa prestazione dei parlamentari romeni è dovuta anche alla mancanza di appoggio ricevuto dai gruppi politici di cui fanno parte il che si riflette sul numero ridotto di posizioni chiave ottenute nelle commissioni dell’Europarlamento.
Il PSD a livello europeo, oltre a essere preoccupato per la protezione sociale, chiede di riconoscere alla Romania uno status di piena uguaglianza rispetto agli altri membri. Il PDL chiede invece un’Europa forte proprio grazie alle diversità che esprime e punta sulla valorizzazione delle tradizioni locali.
Entrambi i partiti hanno però una linea comune per quanto riguarda la tutela dei milioni di immigrati romeni nei paesi Ue. D’altronde anche i "vecchi " europarlamentari romeni, eletti subito dopo l’adesione del 2007, hanno portato nelle sedi Ue le loro perplessità in merito ad esempio alla politica italiana in materia di immigrazione e soprattutto l’atteggiamento considerato ostile e spesso discriminatorio verso i romeni che vivono in Italia.
Per le elezioni europarlamentari in Italia si sono iscritti alle liste elettorali italiane per poter votare in quanto cittadini comunitari oltre 28.000 romeni. Meno invece quelli che hanno deciso di votare direttamente per i candidati romeni: solo 2070 degli 800.000 aventi diritto hanno votato nei 16 seggi allestiti in Italia dalle autorità romene.
La scarsa partecipazione al voto per l’Europarlamento non è dovuta ad euroscetticismo, anzi, i romeni sono tra i più euroottimisti dell’Ue. E’ piuttosto conseguenza di una campagna elettorale centrata più sul gossip che su spiegazioni su cosa sia in realtà l’Europarlamento e su quali siano le decisioni prese in quella sede che possono incidere direttamente sulla vita dei cittadini. A questo va aggiunta la percezione di un grande deficit di coesione in seno all’Ue per quanto riguarda la politica estera, quella energetica e di difesa. Segnali che non sono destinati di sicuro ad incoraggiare gli elettori.
Le elezioni europarlamentari hanno costituito inoltre un test per le elezioni presidenziali che si terranno il prossimo autunno, in particolare per i due partiti che ora governano insieme (i socialdemocratici ed i democratici liberali) e che saranno in competizione per l’elezione della carica più alta nello Stato. Alcuni analisti prevedono l’uscita dal governo dal PSD proprio per poter sostenere meglio il proprio candidato, Mircea Geoana. Geoana, attuale Presidente del Senato e anche del PSD, ha già dato un segnale, annunciando che desidera ritirarsi dal Consiglio Supremo per la Difesa del Paese e allo stesso tempo accusando Traian Basescu di sfruttare l’immagine dell’esercito a scopo elettorale.
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