Conferenza dei donatori per la Macedonia: alcune reazioni
Il 13 marzo a Bruxelles si sono raccolte le "intenzioni di donazione" da parte di governi ed organizzazioni internazionali a favore della Macedonia. Riportiamo le reazioni dei media macedoni ai risultati raggiunti dalla Conferenza dei donatori.
Mercoledì 13 marzo si è tenuta a Bruxelles la Conferenza dei donatori per la Macedonia. Tutti i media locali hanno riportato l’inaspettato successo dell’incontro: i donatori si sono infatti impegnati per un aiuto di circa 307 milioni di € per l’anno in corso contro i 256 milioni di euro stimati inizialmente.
Inoltre sono stati previsti altri 271 milioni di € per progetti nel campo dello sviluppo economico. Per l’aiuto macroeconomico e finanziario sono stati destinati 173 milioni di euro contro l’obiettivo iniziale di 165; per la ricostruzione delle strutture (in particolare delle case) andranno 85 milioni di euro, contro i 45 previsti; l’attuazione dell’accordo quadro, che nell’agosto scorso ha posto fine al conflitto tra le etnie, potrà contare su 49 milioni di euro, contro i 25 previsti.
I media hanno riportato varie reazioni sia da parte macedone che della comunità internazionale. Tra i primi il vice-premier Zoran Krstavski che ha commentato in modo sintetico: "La Macedonia ha ricevuto molto in più di quanto si aspettava". Secondo il direttore della Banca Mondiale, Christian Portman, "l’ammontare delle donazioni è un chiaro segnale della fiducia che abbiamo nella Macedonia". Reinhardt Prible, rappresentante della Commissione europea ha espresso la propria soddisfazione soprattutto per il fatto che il budget relativo all’applicazione degli Accordi di Ohrid è stato sensibilmente aumentato rispetto a quello previsto. "Il processo di pace nel paese non è ancora irreversibile ma grazie agli Accordi di Ohrid ed ai finanziamenti dei donatori la pace diverrà duratura", ha dichiarato Prible.
La maggior parte dei finanziamenti sono stati concessi dalla Commissione europea che ha coperto da sola 188 milioni di € dei 307 totali.
In un editoriale su "Dnevnik" Slobodan Sodic ha messo all’erta contro la possibile euforia perché, scrive, "l’esperienza delle precedenti conferenze dei donatori ci insegna che spesso si sono ricevute promesse che poi non si sono più realizzate". Sodic afferma anche che "dovremo anche guardare noi stessi e gli errori fatti fino ad adesso. I finanziamenti sino ad ora sono solo stati promessi, e se non riprendiamo la "retta via" rimarranno solo intenzioni … Il fatto triste è che, anche se né a noi né agli stranieri piace ammetterlo, che la guerra dell’anno scorso non è scoppiata perché non venivano rispettati i diritti umani nel paese ma perché la povertà, i tassi di disoccupazione ed in generale per la disastrosa situazione economica e sociale nella quale viviamo".
Un editoriale dai contenuti simili è quello pubblicato da Mirce Jovanovski in "Utrinski Vesnik". Jovanovski scrive che è chiaro che "le conferenze dei donatori sono organizzate per paesi che certo non se la passano bene. Peggiore è la situazione nel paese, più ampie sono le donazioni. Per questo il denaro che ci è stato offerto non è da vedere ed interpretare come una causa di festeggiamenti poiché mostra quanto in basso siamo caduti". Mrce Jovanovski inoltre ammonisce il governo a non assumere toni trionfalistici poichè la conferenza dimostra di fatto i fallimenti del governo stesso. Con parole sue "l’appoggio della Comunità internazionale deve essere intesa a favore del paese e non del governo".
I giorni che hanno preceduto la conferenza sono stati caratterizzati da editoriali ed articoli che tentavano di pronosticare cosa sarebbe avvenuto. Ma un tema sugli altri ha avuto più spazio nei media: L’International Crisis Group ha richiesto ai donatori di proporre-imporre al governo macedone un consulente anti-corruzione che avrebbe monitorato su come i finanziamenti internazionali sarebbero stati spesi. L’ICG infatti
esprimeva la propria preoccupazione sulla crescita esponenziale della corruzione nel paese e secondo la loro opinione "è stata la corruzione sia nella leadership macedone che in quella albanese a portare al conflitto dello scorso anno perché entrambe le élites politiche erano più interessate a preservare e difendere i propri interessi piuttosto che quelli del paese".
In Macedonia vi sono state reazioni differenti alla proposta dell’ICG. Alcuni organi di informazione hanno ricordato che da tempo denunciano la crescita esponenziale della corruzione nel paese ma che la Comunità Internazionale ha scelto di ignorare le denuncie poiché "ha ancora bisogno dei politici macedoni, per quanto essi siano corrotti". Altri quotidiani e televisioni, in particolare quelli più vicini al governo quali il quotidiano "Vecer", MTV, Sitel TV, hanno interpretato la presa di posizione dell’ICG come un tentativo di limitare le risorse finanziarie che arriveranno alla Macedonia. Hanno dado grande spazio ad un’affermazione del primo ministro dove quest’ultimo denuncia "il ruolo ombra che l’ICG ha nei Balcani, un’organizzazione che sembra avere una propria agenda politica".
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