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Capitale sociale in BiH: precondizione per la costruzione di uno stato democratico

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli preparatori alla conferenza di Ginevra prevista per il prossimo ottobre e organizzata dall’Associazione BiH 2005. In questo testo viene posto l’accento sull’importanza della fiducia tra i cittadini e la diffusione di reti sociali

22/06/2005, Redazione -

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Di Miroslav Živanović, membro dell’Associazione BiH 2005 e del Centro per i diritti umani dell’Università di Sarajevo
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak

Sr-Hr-Bos:

Il decimo anniversario della firma dell’Accordo di Dayton sarà caratterizzato da un fatto estremamente spiacevole: la Bosnia ed Erzegovina non è ancora uno Stato! Naturalmente ci sono degli avanzamenti positivi, ma le forze politiche locali, in partnership con le agenzie internazionali presenti, non sono ancora riuscite ad instaurare una struttura statale funzionante che sia al servizio di tutti i cittadini della Bosnia ed Erzegovina. I motivi per una situazione del genere sono tanti, e fra di essi c’è anche un’ingiustificata ed estrema trascuratezza del capitale sociale della Bosnia ed Erzegovina.

La costruzione di uno Stato è un impegno sociale complesso, che, come un classico impegno di affari, necessita anche di capitale: finanziario, umano, ma anche di quello sociale. Di cosa si tratta e cos’è esattamente il capitale sociale e perché è così importante? Il capitale sociale si riferisce alla presenza della fiducia, delle norme e delle reti sociali che rendono possibile l’azione sociale per il benessere sia dell’individuo che della società nella sua interezza. Le riserve di capitale sociale nella società sono proporzionali al numero delle reti sociali e all’intensità dei rapporti sociali. Le numerose ricerche, dall’Italia all’India, hanno indicato chiaramente la relazione fra il capitale sociale e la qualità della democrazia, dello sviluppo economico e sociale, della criminalità, ecc.

D’altra parte, alcune forme di capitale sociale possono condurre anche a forti conseguenze negative quali il nepotismo, la corruzione, la criminalità organizzata, l’etnocentrismo, ecc. Se una società singola avrà vantaggio o danno dal capitale sociale dipende soprattutto dalle dimensioni del capitale sociale esistente. I rapporti sociali intensivi all’interno di comunità piccole e chiuse (come la famiglia stretta) rappresentano il capitale sociale di collegamento, che, benché rappresenti una sicurezza in tempi difficili, in sostanza non incide molto sullo sviluppo a lungo termine della società in generale. I membri di queste reti sociali sono interessate soltanto al benessere del proprio gruppo e dell’individuo al suo interno. Allo sviluppo sociale serve il capitale sociale di scambio, che si riferisce ai legami e ai rapporti fra i cittadini di diverse provenienze e di diverso status sociale, economico, culturale, etnico. Allo sviluppo serve anche la presenza del capitale sociale di unione, che si riferisce al rapporto verticale efficiente fra la società civile e lo Stato. Questa dimensione del capitale sociale si manifesta, per esempio, nella collaborazione tra le amministrazioni locali autonome e il livello centrale del potere. Il capitale sociale d’unione è molto importante per lo sviluppo, perché in assenza di rapporti con le istituzioni formali le comunità locali non possono avere influenza sulla politica pubblica e sui programmi.

Prendendo in considerazione il nostro recente passato, non possiamo avere alcuna illusione riguardo le riserve di capitale sociale esistenti in Bosnia ed Erzegovina. Esse sono notevolmente diminuite e ciò è dimostrato da quasi tutti gli studi che hanno esaminato le diverse manifestazioni del capitale sociale. In uno di questi studi, le ricerche indicano che solo il 14,5% delle persone interpellate ha dichiarato di aver fiducia nella maggior parte delle persone. L’84,2% invece una sfiducia, maggiore o minore, nella gente. Mentre il sentimento comune di fiducia nelle persone si abbassa, la fiducia nella famiglia, completamente in accordo con la tradizione bosniacoerzegovese, è ancora molto alta, e ciò praticamente mostra delle riserve intaccate di capitale sociale di unione. Gli studi indicano anche un abbassamento del tutto atteso della fiducia nelle persone che appartengono ad un altro gruppo etnico.

Le manifestazioni sociali di (non)presenza del capitale sociale sono anche la partecipazione dei cittadini alle formali associazioni civili, e la partecipazione alle azioni sociali. Anche in questo segmento la Bosnia ed Erzegovina dimostra degli esempi preoccupanti. Circa un terzo dei nostri cittadini è membro di una sorta di associazione civile, come le associazioni dei pensionati, dei sindacati, dei cacciatori, l’associazione dei profughi, dei veterani, l’associazione dei religiosi, i partiti politici, ecc. Queste forme di unione civile si possono dividere in due tipi principali: le associazioni tradizionali, come le associazioni dei pensionati, e le associazioni moderne, più note come organizzazioni non governative. Purtroppo, neanche l’esistenza di queste forme di associazioni sociali può sortire un’influenza positiva sullo sviluppo della società, visto che molte di queste organizzazioni, secondo l’opinione dei cittadini, vengono vissute come molto corrotte e come organizzazioni collegate coi partiti politici. Quest’opinione è piuttosto diffusa quando sono in questione le forme tradizionali di associazione civile. Un fenomeno molto negativo nella società bosniacoerzegovese è anche il fatto che le associazioni sono ancora per lo più divise su base etnica. Sono rare le associazioni civili i cui membri, in percentuale significativa, provengono da tutte le parti della Bosnia ed Erzegovina.

Anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni statali è uno degli indici della presenza di capitale sociale nella società. Il rapporto dell’UNDP "Sistema di avvertimento precoce" indica il fatto che meno del 50% dei cittadini ha fiducia nelle istituzioni dello stato e delle entità. La percentuale di fiducia nelle istituzioni dell’"altra" entità, cioè dell’entità in cui non vivono, è ancora più bassa.

Evidentemente, nel tentativo di costruzione dello Stato, la Bosnia ed Erzegovina non può contare su sufficienti riserve di capitale sociale. Perciò, le manifestazioni che si terranno, con le quali verrano ricordati i dieci anni dall’accordo di pace di Dayton, ed in particolare la conferenza che si terrà il prossimo ottobre a Ginevra, da parte dell’organizzazione Associazione Bosnia ed Erzegovina 2005, devono essere sfruttati per porre il capitale sociale all’ordine del giorno di tutte le istituzioni che hanno la responsabilità di migliorare il futuro della Bosnia ed Erzegovina.

Testi precedenti pubblicati:

Diaspora: una delle chiavi per il futuro della BiH

La Bosnia ed Erzegovina da Dayton a Bruxelles. Dove e perché ci siamo fermati?

Dieci anni di Dayton e oltre

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