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Cani randagi in Grecia, figli della crisi

Sono centinaia di migliaia i cani che, in particolare con la crisi economica, sono stati abbandonati in Grecia, alimentando il fenomeno del randagismo. Volontari e associazioni cercano di contenere la situazione

19/03/2018, Gilda Lyghounis -

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C’è chi dice che sono un milione. C’è chi dice che sono 600mila in tutta la Grecia. E fanno paura: sicuramente preoccupano Anastasia Chanu, preside della scuola elementare di Pella, nella regione greca della Macedonia, che ha pubblicato un SOS sul sito web del suo Istituto, rivolgendosi al sindaco e al ministro dell’Istruzione. "Un branco di cani randagi continua a infilarsi nel cortile della scuola, saltando rete e steccati, spaventando i bambini nell’ora della ricreazione e sporcando l’area giochi. Continuano tutto il giorno ad aggirarsi nei dintorni della scuola, al punto che i genitori si sentono costretti a portarci in macchina i loro figli, quando, in una città piccola come la nostra, i piccoli del vicinato sono sempre venuti a piedi. Aiutateci!".

Chiunque faccia una passeggiata su un lungomare delle isole elleniche, e persino nel centro di Atene o Salonicco, non può non imbattersi in cani randagi che se non aggrediscono, non lasciano certo tranquilli i passanti. Ne sa qualcosa una donna anziana, di 72 anni, che pochi giorni fa nella periferia di Heraklion, a Creta, era scesa a portare il suo sacchetto di rifiuti nel cassonetto sotto casa ed è stata addentata a una gamba e buttata a terra da tre grossi cani. Come pure una bimba di sette anni che lo scorso dicembre, nello spazio allestito con le bancarelle di Natale in piazza Saffo nell’isola di Mitilene, è stata aggredita da un branco di cani, che l’hanno morsa in più parti del corpo costringendo i genitori a portarla al pronto soccorso.

L’ospedale pubblico di Xanthi, nel nord del paese al confine con la Turchia, snocciola dati eloquenti: "Si sono rivolti alle nostre cure, in seguito ad aggressioni da parte di randagi, 223 persone nel 2014, 235 nel 2015, 205 nel 2016 e più di 200 nel 2017. Ossia circa 1000 nostri concittadini solo negli ultimi quattro anni".

Da Creta alla Grecia del nord, dalle isole del Dodecanneso ad Atene: il problema dei cani randagi in Grecia è aumentato di anno in anno con la crisi economica. Molte famiglie hanno abbandonato i loro cuccioli, molti non hanno certo avuto i soldi per sterilizzarli a spese proprie quando, a livello di veterinari pubblici, queste auspicate sterilizzazioni non vengono fatte. Il tutto viene lasciato ad associazioni di volontariato.

Il problema è uscito dai confini nazionali, occupando le prime pagine dei giornali inglesi quando, lo scorso settembre, una docente dell’università di Bristol in pensione, Celia Hollingworth , 64 anni, è stata attaccata da “animali selvatici” mentre andava a visitare il sito archeologico di Maroneia, nelle campagne nel nord della Grecia fra Kommotini e Alexandrupolis. Avrebbe fatto in tempo a telefonare con il proprio cellulare ai parenti, chiedendo aiuto, quando la linea telefonica è caduta. È stata ritrovata tre giorni dopo morta. L’autopsia ha poi reso noto che probabilmente, più che con cani randagi la malcapitata turista ha avuto a che fare con lupi.

Veterinari, volontari, animalisti

Il problema comunque rimane. Come affrontarlo? Esiste una rete panellenica di veterinari volontari che, su invito dei singoli comuni, si dà da fare. Ad Aighileia, cittadina vicino a Patrasso, ad esempio, a fine gennaio hanno sterilizzato 82 esemplari. A parte queste iniziative di buona volontà, gli esperti consigliano come affrontare, o come non affrontare, l’incontro con un animale abbandonato: "I cani non sono aggressivi di natura, si difendono quando si sentono minacciati" dice Elisa Dimirea, attivista per i diritti degli animali. "Se uno di loro abbaia contro di noi e si avvicina, è consigliabile fargli vedere che siamo più grossi di lui. Ad esempio aprendo il giubbotto invernale. O alzando le braccia e incrociandole dietro il collo. E mai guardarlo dritto negli occhi: per il randagio è pura provocazione". Facile a dirsi, più difficile da mettere in pratica.

Tasos Vamvukas, sindaco di La Canea, a Creta, allarga le braccia sconfortato: "I randagi non appartengono al comune. Non abbiamo un posto adatto per ospitarli. La legge dice che dobbiamo lasciarli nel loro territorio. Insomma, è uno scaricabarile senza soluzione".

La sterilizzazione dei tanti cani abbandonati e divenuti randagi, aggressivi a causa della fame, è l’unica via percorribile. A meno di ricorrere ai “lager per cani” in regioni isolate e lontane dai centri abitati che il governo Tsipras, con portavoce il ministro dell’Agricoltura, aveva proposto all’inizio di quest’anno, subito attaccato dalle associazioni animaliste: la proposta di legge è stata per il momento ritirata. Non è chiaro se i cani sarebbero stati solo ammassati o anche eliminati in questi “centri di raccolta”.

Ma il dubbio rimane. Chi ricorda cosa è successo ad Atene alla vigilia delle Olimpiadi del 2004? Pochi mesi prima dei Giochi, fare una passeggiata intorno a piazza della Costituzione era un’impresa: se si proveniva dal grande parco pubblico che dallo stadio Kallimarmaro, vicino alla centralissima residenza del Presidente della Repubblica, porta alla piazza del Parlamento, cuore della capitale, era inevitabile essere “scortati” da una decina di cani senza padrone.

C’erano circa 15mila randagi ad Atene e immediati dintorni: non certo una bella vetrina per attirare turisti e sportivi. Le autorità annunciarono che avrebbero provveduto a “rimuovere le bestie” senza ucciderle. Eppure molte associazioni animaliste denunciarono strani ritrovamenti di gruppi di cani avvelenati nei mesi prima dell’inizio delle Olimpiadi: 80 solo nei pressi del resort di Saronida, che avrebbe ospitato la squadra olimpica britannica. Sta di fatto che durante i Giochi di cani neanche l’ombra…

Affidamento

Comunque sia, a commuoversi per la sorte degli attuali cani abbandonati sono molte associazioni straniere.

Dianne Aldan, una canadese 69enne, con la propria associazione “Tails” (Code) ha finora dato una seconda opportunità di vita a 350 randagi greci in case canadesi. Lavora con associazioni animaliste elleniche e cerca turisti disposti ad accompagnare gli animali in Canada.

Ma l’iniziativa che ha fatto più parlare di sé finora è stata quella di Greek Animal Rescue , associazione animalista di Londra che ha legami con la Fondazione Onassis: con l’aiuto di un regista ellenico, Menelao Karamaghioli, ha prodotto e proiettato nei cinema ateniesi e all’estero un documentario sulla reale situazione di questi randagi aumentati a dismisura nella Grecia della crisi.

Il fine è lanciare un SOS paneuropeo per i “Greekies”, i randagi greci. Esiste il modo per cui un cane da caccia malato, che saltella su tre gambe, possa abbandonare le discariche delle periferie ateniesi per correre felice nelle vallate inglesi dell’Essex? Questa è la scommessa.

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