Bulgaria: voto di sfiducia sul nucleare
Lo scorso 18 novembre la Bulgaria ha accettato "l’ultimatum" UE a chiudere entro il 2006 due reattori dell’impianto nucleare di Kozloduy. Ma contro la decisione si è coalizzata l’intera opposizione.
Due coalizioni in Parlamento, attualmente all’opposizione – una di destra guidata dall’UDF (Forze democratiche unite) ed una di sinistra guidata dal Partito socialista bulgaro – hanno senza dubbio creato un precedente nei giorni scorsi accordandosi di dibattere le due mozioni di sfiducia presentate rispettivamente il 22 ed il 25 novembre nello stesso giorno: oggi, mercoledì 27.
Entrambe le coalizioni contestano al Governo le decisioni recentemente prese in merito alla chiusura, nel 2006, di due reattori nucleari dell’impianto di Kozloduy, richiesta in modo insistente dalla UE prima di iniziare gli Accordi di stabilizzazione ed associazione.
"Il Governo ha palesemente violato la decisione in merito presa dal Parlamento" denuncia l’intero spettro dell’opposizione. "Non ci si cura degli interessi nazionali" è la critica più aspra tra le file dell’UDF mentre la coalizione di sinistra denuncia che la decisione del Governo porterà ad un rincaro significativo dei prezzi dell’energia che si ripercuoterà sui consumatori.
"Comune voto di sfiducia in Parlamento" titola Standard il 25 novembre che riporta le reazioni del Primo ministro Simeon Saxe-Coburg-Gotha. "Penso sempre innanzitutto alla Bulgaria" ha risposto quest’ultimo a chi lo accusava di aver poco a cuore gli interessi nazionali.
Sempre Standard, in un suo editoriale titolato "Nadia, vergognati!" (per Nadia si intende Nadezhda Mihailova, leader dell’UDF ed ex Ministro degli esteri) attacca duramente l’ex Ministro degli esteri che nel 1999 firmò il memorandum d’intesa con l’UE sulla chiusura dei due reattori di Kozloduy ed ora, sulla stessa questione, pone un voto di sfiducia al Governo. "E’ una sorta di voto di sfiducia a se stessa" commenta Standard per poi sottolineare che sia UDF che Partitio socialista sono convinti che il Governo cadrà. Ma chi guiderà allora il governo si chiede il quotidiano notando le grandi ed inconciliabili differenze tra le due coalizioni promotrici del voto di sfiducia.
Secondo il quotidiano Sega quando si tratta dell’ impianto nucleare di Kozloduy i socialisti farebbero compromessi anche con il diavolo. Troud pubblica un’intervista a Nadezhda Mihailova che intravede nell’immediato futuro elezioni anticipate. "24 chassa" intervista invece il leader socialista Sergei Stanishev che annuncia che il voto concorde con l’UDF è dovuto al bene della Bulgaria. Quest’ultimo ha però aggiunto che "non si può prevedere con sicurezza elezioni anticipate" chiarendo che se la compagine di Governo si dimostrerà debole saranno un esito inevitabile.
Del resto però l’attuale Governo ha dalla sua la forza dei numeri. Per sfiduciare il Premier occorrono infatti 121 voti mentre le due coalizioni all’opposizione possono contare nel complesso solo su 98 seggi parlamentari.
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