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Bulgaria: vecchi clan tornano al potere?

Boris Velchev, nipote di un ex influente membro del Politburo della Bulgaria comunista, è il volto nuovo della lotta alla criminalità organizzata e corruzione. Ma secondo alcuni la sua elezione quale nuovo procuratore generale è il simbolo del ritorno al potere delle dinastie rosse

02/02/2006, Tanya Mangalakova - Sofia

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Il 19 gennaio è stato eletto a Sofia il nuovo procuratore generale, Boris Velchev, che ha poi preso ufficialmente il posto del suo predecessore Nikola Filchev il 22 gennaio. Velchev era l’unico candidato alla carica e, con votazione segreta, i venticinque membri del Consiglio Superiore della Magistratura l’hanno eletto quasi all’unanimità, con un voto contrario e una scheda nulla.
Il ritorno delle "dinastie rosse"
Docente di diritto penale all’Università di Sofia, Boris Velchev è a capo del dipartimento legale nello staff del presidente della Repubblica Georgi Parvanov. Inoltre fa parte del comitato consultivo del parlamento, e ha partecipato alle negoziazioni con la Libia sullo spinoso caso delle cinque infermiere bulgare condannate a morte da un tribunale di Tripoli, con l’accusa di aver deliberatamente infettato 400 bambini con il virus dell’HIV.

Velchev, 43 anni, è il più giovane procuratore generale mai eletto in Bulgaria, e porta un nome importante. Suo nonno, Boris Velchev "il vecchio", ha fatto parte del Politburo del partito comunista bulgaro, e durante gli anni ’70 è stato uno dei più stretti collaboratori di Todor Zhivkov. Fu poi espulso dai piani alti della nomenklatura a causa dello scandalo provocato dalle numerose scene erotiche del film "Il ritorno da Roma", girato dal figlio Ilya Velchev, zio del nuovo procuratore generale.

L’elezione di Boris Velchev, è stata duramente criticata da vari esponenti politici dell’opposizione, che hanno letto la scelta fatta del Consiglio Superiore come l’espressione di un accordo politico tra i componenti dell’attuale coalizione di governo, il Partito Socialista Bulgaro, il Movimento Nazionale Simeone II e il Movimento per i Diritti e le Libertà, espressione della minoranza turca.

Per Petar Stoyanov, leader dell’UDF (Unione delle Forze Democratiche) ed ex presidente, con l’elezione di Velchev, il Consiglio Superiore si è piegato a pressioni politiche, mentre una nota dei Democratici per una Forte Bulgaria, partito di destra dell’ex premier Ivan Kostov, afferma che "questa elezione va contro tutto quello che le riforme democratiche hanno ottenuto in Bulgaria dal 1989".

Yane Yanev deputato dell’UDF si è spinto a dichiarare che la Bulgaria torna indietro agli anni del regime, aggiungendo ironicamente che adesso i figli degli ex membri del Politburo possono aspettare comodamente che si liberino i posti importanti nell’amministrazione dello stato per avere un lavoro prestigioso assicurato.

Un altro deputato, Vesselin Metodiev, in un’intervista al quotidiano "Troud" sostiene che "i clan comunisti sono di nuovo al potere", visto che " un premier, figlio di un ex membro del Comitato Centrale del Partito Comunista, Sergey Stanishev, ha proposto come procuratore generale il nipote di un altro membro dello stesso Comitato Centrale, Boris Velchev".

In risposta a tali commenti, Velchev ha dichiarato sullo stesso quotidiano, "Sono orgoglioso di mio nonno, era una persona di valore".

Secondo i critici, il patto "scellerato" che ha portato all’ elezione del nuovo procuratore generale, è stato sottoscritto dai principali attori della scena politica bulgara, e ad ognuno porta vantaggi non indifferenti. L’ex monarca Simeon Saxecoburggotski, gradirebbe infatti che il nuovo procuratore possa "chiudere un occhio" sulle procedure di restituzione delle proprietà della corona, portate avanti durante il suo mandato. Ahmed Dogan leader del Movimento per i Diritti e le Libertà, avrebbe invece a cuore alcuni circoli economici particolarmente vicini al suo partito, mentre al Partito Socialista Bulgaro interesserebbe soprattutto che le indagini sui supposti finanziamenti al partito da parte del dittatore iracheno Saddam Hussein non vengano portate troppo in profondità.
Molte sfide per il nuovo procuratore
Il nuovo procuratore generale dovrà affrontare problemi particolarmente delicati. La Commissione Europea ha ripetutamente citato l’insoddisfacente stato delle riforme del sistema giudiziario bulgaro come uno dei principali ostacoli all’ingresso del paese nell’Unione. Boris Velchev dovrà accelerare le riforme, e rilanciare la lotta al crimine organizzato in collaborazione con il ministero degli Interni.

In una delle sue prime esternazioni pubbliche il nuovo capo della Procura ha richiesto l’adozione di una nuova legge sui poteri giudiziari, annunciando inoltre la creazione di un nuovo dipartimento speciale per la lotta alla mafia. Questo dipartimento speciale sarà diretto da uno dei vice procuratori, che diventerà il "volto ufficiale" della lotta alle organizzazioni criminali, e risponderà direttamente al procuratore generale.

"Combatteremo con particolare attenzione la criminalità organizzata", ha dichiarato Velchev, aggiungendo "i nostri dati dimostrano che i cittadini, soprattutto nei villaggi e nei piccoli centri vivono questo problema come una assoluta priorità". Le attività della procura, ha poi assicurato, non saranno in nessun modo soggette alle pressioni politiche.
La questione dell’immunità
Boris Velchev è stato uno dei primi a supportare l’idea che i deputati, così come lo stesso procuratore generale, non debbano godere di un’immunità assoluta. "Non esiterò a richiedere l’autorizzazione a procedere contro ogni politico, anche se ai più alti livelli delle sfere del potere, se questi si trova dalla parte sbagliata della barricata. Non ci saranno protezioni politiche per nessuno", ha dichiarato alla stampa.

Per Velchev, anche per il procuratore generale dovrebbe esistere una procedura di impeachment, anche se ritiene che questo potere dovrebbe essere delegato non al parlamento, ma ad un soggetto indipendente, quale la Corte Costituzionale.

Nei giorni seguenti all’elezione di Velchev, il Commissario Europeo e vice-presidente della Commissione Franco Frattini ha visitato Sofia per due giorni. Anche secondo Frattini l’immunità dovrebbe essere rimossa in determinati frangenti. Il Commissario Europeo ha giudicato positivamente l’elezione del nuovo procuratore generale, ma ha ricordato che al momento non è in corso nessun processo contro la corruzione nelle alte sfere del potere.

"Basta con i privilegi! La corruzione dei potenti deve essere perseguita" ha titolato "Standart" riportando le dichiarazioni di Frattini. Lo stesso commissario ha poi spiegato che la lotta alla corruzione deve essere intrapresa senza esitazione, e che la Bulgaria non deve soltanto risolvere il problema dei grandi gruppi criminali, ma anche quello della piccola criminalità che rende difficile la vita di tutti i giorni. Se si avranno risultati concreti in questi ambiti entro marzo o aprile, ha concluso Frattini, la Bulgaria potrebbe ricevere il via libera da parte della Commissione Europea.

La riforma del sistema giudiziario, fino ad oggi è stata lenta e incompleta. La Bulgaria ha ricevuto varie bocciature da parte dell’Ue e i governanti temono che l’ingresso nell’Unione possa essere posticipato dal 2007 al 2008. L’elezione di Velchev produrrà un’accelerazione delle riforme o per la Bulgaria è già troppo tardi? Saranno i mesi a venire a dare una risposta definitiva.

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