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Bulgaria: rimpasto di governo

Mandati a casa quattro ministri ne arrivano cinque di nuovi. Il tentativo di Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha di rinnovare l’immagine del proprio governo, in piena crisi di popolarità. Intanto restano preoccupanti i dati sulla povertà nel paese.

18/07/2003, Redazione -

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Il 17 luglio il Parlamento bulgaro ha approvato il rimpasto di governo proposto dal Primo ministro Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha. Sono stati 119 i voti a favore, 107 quelli contrari e 7 gli astenuti. A quattro ministri del governo precedente è stato dato il benservito. Lasciano il Ministro della sanità Bojidar Finkov, quello dell’educazione Vladimir Atanassov, il Ministro dei trasporti e delle telecomunicazioni Plamen Petrov e Nedjet Mollov, Ministro senza portafoglio.
Il vice-premier e ministro dell’Economia, Nikola Vassilev, assumerà il portafoglio dei Trasporti e delle Comunicazioni, mentre Lidia Chuleva, vice-premier e ministro del Lavoro e della Politica sociale, sarà a capo del dicastero dell’Economia. La Sanita’ e l’Istruzione saranno assegnati ai due rispettivi vice-ministri, Slavtcho Bogoev e Igor Damianov.

Simeone ha anche nominato un terzo vice-premier, Plamen Panayotov, che avrà il compito di supervisionare le questioni relative all’integrazione della Bulgaria nell’Unione Europea.
"Non è certo politicamente lungimirante che Plamen Panayotov sia stato nominato vice-premier perché il suo modo di ricoprire la carica di capogruppo parlamentare del Movimento Nazionale Simeone II ha provocato ripetute spaccature interne al partito" ha affermato Vesela Draganova, del Partito delle donne bulgare, che ha votato contro il rimpasto governativo. Così hanno fatto anche i membri del Movimento Oborishte, anch’essi sostenitori del governo disciolto ma non di quello appena formato, critici nei confronti dello spazio che viene garantito al Movimento per i diritti e le libertà (Mrf), rappresentante della minoranza turca nel paese.

"Cambiamenti cosmetici" ha titolato il quotidiano Troud all’indomani del rimpasto. Viene anche sottolineato il malcontento all’interno dell’Mrf perché Valentin Tserovski è rimasto alla guida del Ministero per lo sviluppo regionale ed i lavori pubblici. Per mesi la polemica tra quest’ultimo e Hassan Hassan, il suo vice ed appartenente all’Mrf è stata accesa. L’Mrf accusa Tserovski di aver rimpiazzato una serie di direttori all’interno del Ministero senza consultare il proprio vice e di bloccare un pieno accesso ai fondi strutturali dell’UE.
Il rimpasto è stato commentato da Krasen Stanchev, esperto d’economia, che a Mediapoll ha ricordato come coloro i quali "avevano intenzione di spendere soldi sono rimasti". "Il Ministro delle finanze Milen Velchev rimane in completa minoranza. Il suo unico supporto arriva da istituzioni internazionali quali Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale" ha affermato Stanchev aggiungendo che a suo avviso "una nuova politica quale quella sostenuta dall’opposizione d’aumento della spesa pubblica potrebbe causare danni ingenti al budget statale".

"Il rimpasto? Un tentativo di contrastare la vertiginosa caduta di popolarità dell’attuale governo" afferma Tsvetozar Tomov, direttore dell’agenzia di sondaggi Skala. Due gli elementi principali del rimpasto: la nomina di Plamen Panayatov all’incarico di vice-premier e la sostituzione di Nikolay Vassiliev con Lidiya Shouleva. Panayatov sarà a capo di uno dei settori che ha raccolto più successi in questi anni, quello che si occupa di integrazione europea e di rapporti con i partner stranieri. Rimane, nonostante ilo cambio di ruolo, una delle figure chiave dello "schema manageriale di Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha. Secondo Tomov il cambiamento d’incarico riservato a Vassiliev avrebbe un significato dl tutto opposto ed è l’unica vera mossa che potrebbe portare a far mutare l’immagine del governo e la sua politica economica.
Nonostante le promesse all’inizio del suo mandato la Bulgaria rimane un paese con larghe sacche di povertà. "Il 62% dei bulgari al limite della sogli di povertà" ha riportato ieri Standart riprendendo una ricerca statistica realizzata dall’Istituto per la ricerca sociale e sindacale. "I bulgari, i mendicanti dei balcani" titola invece Troud che riporta un’intervista con Zhelyazko Hristov, presidente della Confederazione indipendente dei sindacati. Quest’ultimo ha annunciato un autunno caldo ed ha sottolineato come l’attuale governo manchi di professionalità e di consenso tra la gente.

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