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Bulgaria: crocevia dei corridoi paneuropei

Vi passano i corridoi 4, 7, 8, 9 e 10. La Bulgaria sta divenendo un importante snodo per il collegamento tra le diverse regioni del continente e per la loro naturale proiezione verso l’Asia e il Medio Oriente. Una panoramica sui progetti principali "in cantiere"

05/11/2004, Marinela Nikolova -

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L’idea di costruire dei Corridoi di trasporto paneuropei è una conseguenza della politica adottata dall’Unione Europea per lo sviluppo delle infrastrutture nei paesi dell’Europa Centrale e Orientale. Questa politica, a sua volta, fa parte del piano complessivo che prevede la creazione di uno spazio economico e politico e unico per il territorio del continente. Si tratta di un processo estremamente complesso e di lunga durata, che nel corso della sua evoluzione ha sviluppato meccanismi per adattare lo sviluppo dei singoli progetti alle priorità in continuo mutamento della regione e alle condizioni finanziarie, non sempre stabili, per la loro realizzazione.

Il territorio della Bulgaria è attraversato dai tracciati di cinque dei dieci Corridoi di trasporto paneuropei, e più precisamente da quelli dei Corridoi n. 4, 7, 8, 9 e 10, definiti in occasione degli incontri di Creta e Helsinki dei ministri dei trasporti europei. La loro definizione ha assegnato un ruolo particolare al paese, che è diventato un importante snodo per il collegamento tra le diverse regioni del continente e per la loro naturale proiezione verso l’Asia e il Medio Oriente.

Uno degli obiettivi fondamentali della politica nazionale per lo sviluppo e la modernizzazione della rete stradale della Bulgaria è quello della costruzione di autostrade lungo i tracciati di comunicazione più rilevanti e lungo quelli che fanno parte dei corridoi di trasporto paneuropei. La realizzazione di questi progetti infrastrutturali di trasporto, che hanno una rilevanza strategica, richiede ingenti finanziamenti. Il loro completamento rientra tra le principali priorità della politica dei trasporti della Bulgaria.

Nel 2004 il governo di Sofia ha assegnato a 5 progetti infrastrutturali lo status di opere di importanza nazionale. Questa decisione ha come obiettivo quello di attribuire loro una priorità nei lavori di costruzione, sia per l’integrazione della Bulgaria nelle strutture europee (l’adesione del paese all’UE è prevista per il 2007) sia per migliorare le condizioni economiche della popolazione nelle relative regioni. Si tratta più in particolare dei progetti per la costruzione di un secondo ponte sul fiume Danubio, della ricostruzione e dell’elettrificazione della linea ferroviaria Plovdiv-Svilengrad, dell’ampliamento del porto marittimo di Burgas, della ricostruzione dell’aeroporto di Sofia e della ricostruzione del porto fluviale di Lom. Per il finanziamento dei progetti, oltre a fondi propri, il governo bulgaro si è assicurato finanziamenti rimborsabili e a fondo perso dall’UE e da altre istituzioni finanziarie internazionali.

La ricostruzione dell’aeroporto di Sofia

L’aeroporto internazionale di Sofia e il più importante del paese. Fa parte dei corridoi di trasporto paneuropei n. 4 e n. 8. Nonostante i notevoli miglioramenti apportati negli ultimi anni, l’infrastruttura e gli edifici dell’aeroporto rimangono ancora inferiori agli standard internazionali per l’aviazione civile. Il terminal per i viaggiatori è stato costruito nel 1940 ed è dotato di attrezzature e potenzialità insufficienti, che non consentono un livello di servizio degno di un moderno aeroporto europeo. Esiste una sola pista, lunga 2.800 m. e larga 45 m., che non permette né un’efficace gestione dei decolli e degli atterraggi, né una sosta degli aerei per periodi prolungati. Nel 1995-96 è stato avviato un progetto di costruzione, sviluppo e ampliamento dell’aeroporto che prevede la realizzazione di un nuovo terminal per i viaggiatori, con le relative infrastrutture, e la costruzione di un nuovo sistema di piste. Il costo complessivo del progetto per il nuovo terminal è stato originariamente fissato in 110 milioni di euro. Il suo finanziamento è garantito da un prestito di 60 milioni di euro messo a disposizione dalla Banca di Investimento Europea (BEI) e di un aiuto a fondo perso di 50 milioni di euro proveniente da diversi programmi dell’UE. I finanziamenti delle istituzioni europee sono stati concessi nell’ambito del Patto di Stabilità per l’Europa Sud-Orientale. Per la costruzione del nuovo sistema di piste il governo ha firmato nel 1998 un contratto del valore di circa 41,5 milioni di euro con il Fondo del Kuwait per lo Sviluppo Economico Arabo.

Dopo una procedura di selezione, per i lavori relativi al terminal è stata scelta la società austriaca Strabag International, che ha vinto il concorso proponendo un prezzo di 120 milioni di euro, superiore a quello inizialmente previsto. La realizzazione del nuovo sistema di piste è stata invece affidata a una joint-venture tra una società kuwaitiana e una società degli Emirati Arabi Uniti. Con la firma di quest’ultimo contratto nel 2003 è iniziata l’esecuzione del progetto. Non sono tuttavia mancati i ritardi. I lavori infatti avrebbero dovuto essere completati entro l’inizio del 2005, ma a più riprese la Strabag ha chiesto ulteriori finanziamenti e svariate proroghe dei tempi di realizzazione. Il costo del progetto è così aumentato di circa 5 milioni di euro e i termini previsti per il suo completamento sono stati prorogati fino a fine agosto 2005.

Il secondo ponte sul Danubio

Il confine settentrionale della Bulgaria con la Romania lungo il fiume Danubio è lungo 470 km. Lungo questo tratto del fiume che divide i due paesi esiste un solo ponte, quello tra Ruse, in Bulgaria, e Guirgui, in Romania. Il cosiddetto "Ponte dell’amicizia" è stato costruito negli anni 1952-54 con la collaborazione dell’Unione Sovietica. La sua lunghezza è di 2,8 km. e la sua altezza è di 30 metri sul livello dell’acqua. Il ponte è a due piani, uno per i treni e uno per le automobili. Il traffico transfrontaliero tra i due paesi lungo la rimanente parte del fiume si svolge tramite un traghetto. Le difficili trattative tra Sofia e Bucarest per la costruzione del secondo ponte sul Danubio sono durate ben 10 anni, ma con l’aiuto del Patto di Stabilità e dell’UE la parte bulgara è infine riuscita a convincere quella romena ad accettare la propria proposta, cioè quella di costruire il ponte tra le città di Vidin e Kalafat, nell’area occidentale del percorso del Danubio che divide i due paesi. Il progetto è stato inserito tra quelli del Patto di Stabilità con priorità di avvio. Nel 2000 i due paesi hanno firmato un accordo per la realizzazione dell’opera, con il quale la parte bulgara si assume l’onere delle spese per la costruzione dell’intera struttura del ponte e delle infrastrutture sulla riva bulgara, mentre la parte romena si impegna a costruire le infrastrutture ausiliarie sulla riva romena. I fondi investiti verranno ricuperati nel tempo grazie al pagamento di pedaggi per il transito e gli eventuali utili che verranno successivamente realizzati saranno divisi in parti eque tra le parti. Il costo complessivo del progetto è di circa 230 milioni di euro. La parte principale dei finanziamenti è stata assicurata da un prestito della BEI di 70 milioni di euro e da aiuti a fondo perso per 70 milioni di euro da parte del Programma ISPA dell’UE. Altri finanziamenti provengono dal governo francese e da quello tedesco, nonché dallo stesso governo bulgaro. Nel 2002 un consorzio anglo-spagnolo è stato scelto come consulente per l’engineering e la gestione del progetto, mentre attualmente è ancora in corso la procedura per scegliere le aziende che eseguiranno i lavori di costruzione. Questi ultimi dovrebbero iniziare nella seconda metà del 2005, per concludersi nel 2007-2008. Il progetto ha un’eccezionale rilevanza per la Bulgaria ed è un importante elemento del Corridoio paneuropeo n. 4.

La linea ferroviaria Plovdiv-Svilengrad

Il progetto per la ricostruzione e l’elettrificazione della linea ferroviaria Plovdiv-Svilengrad, che collega una delle maggiori città bulgare con il confine turco, ha l’obiettivo di aumentare la competitività del trasporto ferroviario nel paese e contribuirà a una più rapida integrazione della Bulgaria nella rete di trasporto europea. Il progetto prolungherà la linea a doppio binario ed elettrificata già esistente tra la capitale Sofia e la seconda città del paese, Plovdiv, fino a Svilengrad, punto di confine con la Turchia. Grazie a questi lavori di ricostruzione sulla tratta potranno transitare treni ad alta velocità (fino a 160 km/h). Il costo del progetto è di 340 milioni di euro e sarà coperto per circa la metà con aiuti a fondo perso da parte del programma ISPA dell’UE e per un’altra metà con un prestito della BEI. Il progetto verrà realizzato in varie fasi e la procedura per la selezione delle società che lo realizzeranno è ancora in corso. La linea ferroviaria fa parte del Corridoio n. 4 e del Corridoio n. 9 e sarà un asse di collegamento ferroviario fondamentale tra la Bulgaria, la Turchia e il Medio Oriente. La modernizzazione della linea migliorerà anche l’accesso al porto di Aleksandroupolis, in Grecia.

Progetto per la ricostruzione del porto marittimo di Burgas

La Bulgaria ha due grandi porti sul Mar nero: Varna e Burgas. Il porto di Burgas, inaugurato nel 1903, attualmente è il più grande e trafficato porto bulgaro. Serve tutti i grandi centri industriali del paese, grazie ai buoni collegamenti stradali e ferroviari di cui dispone e alla sua collocazione strategica nel Corridoio n. 8. Lo sviluppo di tale corridoio è di particolare importanza per i potenziali mercati in via di sviluppo sulla riva orientale del Mar nero e nell’Asia Centrale. Le attuali strutture del porto danno la possibilità di lavorare una gamma molto ampia di merci e di container. Nel 1991 è cominciata la pianificazione di un ampliamento del porto e nel 1996 sono stati aperti i primi negoziati ufficiali per il finanziamento del progetto da parte della Japan Bank for International Cooperation. Due anni dopo è stato firmato con tale banca un contratto per la realizzazione dei lavori, il cui costo ammonterà a circa 110 milioni di euro. La società incaricata di realizzare le infrastrutture è la giapponese Penta Ocean / Mitsubishi JV, mentre le attrezzature di carico e scarico verranno fornite dal consorzio austriaco VAB-Vatech JV. I lavori tuttavia sono stati subito rallentati dalla scoperta di residuati bellici sul fondo del porto, la cui rimozione ha comportato tra l’altro un aumento dei costi. Ora si prevede che il progetto verrà portato a termine entro il giugno 2005.

Progetto di modernizzazione del porto fluviale di Lom

Il porto di Lom, sul fiume Danubio, fa parte del Corridoio n. 7 e ha un collegamento diretto di 20 chilometri con il Corridoio n. 4. Si tratta di un porto multifunzionale in grado di lavorare svariati tipi di merci e attraverso il quale passa circa il 40% delle merci trasportate nel paese per via fluviale. Il progetto di riabilitazione del porto di Lom rientra tra quelli del Patto di Stabilità che hanno lo status di priorità di avvio. La capacità del porto verrà aumentata e verrà introdotto un nuovo servizio, quello del trasporto mediante container. Il valore complessivo del progetto è di 39,2 milioni di euro. Anche in questo caso la maggior parte dei finanziamenti verrà messa a disposizione dalla BEI (22 milioni di euro), mentre la rimanente parte proverrà da fondi pre-adesione dell’UE e da soggetti privati. Il progetto è di grande rilevanza socio-economica per la regione di Lom, che ha il più alto tasso di disoccupazione nel paese.

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