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Bulgaria, un’istituzione su tre non è trasparente

Passi in avanti, ma numerose zone d’ombra nella trasparenza delle istituzioni bulgare. Uno studio approfondito mette in evidenza un certo miglioramento, che però non è ancora sistemico

09/02/2017, Tsvetelina Yordanova -

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(Originariamente pubblicato da Mediapool , media partner del progetto ECPMF)

Un’istituzione su tre in Bulgaria non pubblica in internet gli atti normativi che emette, mentre la metà non lo fa riguardo agli atti amministrativi di carattere generale. I dati emergono dal “Rating della trasparenza attiva” uno studio condotto dall’ong "Programma Accesso all’Informazione” (PAI) per il 2016.

Quasi il 65% degli organi amministrativi analizzati dall’organizzazione non governativa, hanno comunicato la pubblicazione degli atti normativi adottati, il restante non l’ha fatto, nonostante gli atti non resi pubblici riguardino un numero importante di persone fisiche e giuridiche.

Tra le istituzioni più importanti che non pubblicano i propri atti c’è il ministero degli Esteri, insieme a numerose municipalità come Montana, Lyubimets e Gorna Malina. Un numero ancora più elevato di istituzioni (57%) non rende pubbliche le proposte di leggi e regolamenti che intende emettere, sempre secondo i dati del PAI.

La stragrande maggioranza degli organi amministrativi (89%) non pubblicano i rapporti delle discussioni pubbliche tenute. Tra le poche istituzioni che rendono accessibili tali informazioni ci sono il ministero delle Finanze, quello dei Trasporti, dell’Agricoltura, dell’Ecologia insieme alla Commissione per il controllo delle Comunicazioni e a solo una ventina di municipalità sulle 265 totali.

Un organo amministrativo ogni due (49%) a sua volta non comunica gli atti generali che produce. Nella lista delle istituzioni poco trasparenti da questo punto di vista rientrano l’Agenzia per le Dogane, il ministero per la Salute, quello degli Affari Sociali, quello degli Esteri, dello Sviluppo Regionale, quello per lo Sport e il Turismo, insieme all’Agenzia statale per la Sicurezza Nazionale (DANS), il fondo “Ricerche scientifiche” e il Consiglio per i Media Elettronici.

La pubblicazione di atti amministrativi singoli, come direttive e decisioni operative risulta un’attività ancora meno trasparente, visto che viene effettuata solo dal 42% delle istituzioni analizzate dal PAI.

In generale le istituzioni bulgare risultano più trasparenti riguardo alla divulgazione dei database e dei registri (56%). Lo stesso vale per programmi, documenti strategici e piani di sviluppo.

Anche la contabilità è tra le informazioni che le istituzioni bulgare rendono accessibili più volentieri, con un tasso di pubblicazione dei propri bilanci che arriva al 60%. In questo settore non mancano però istituzioni che rimangono indietro, come il ministero dell’Agricoltura, il Fondo nazionale “Agricoltura”, l’Agenzia bulgara per la sicurezza dei prodotti alimentari, la Commissione nazionale per la sicurezza delle informazioni, l’Agenzia nazionale per i Bulgari all’estero, insieme a molte municipalità e unità locali dell’amministrazione pubblica.

Anche se la trasparenza nei conti delle istituzioni ha registrato un netto miglioramento dai livelli del 2013, ad oggi circa la metà delle amministrazioni non pubblicano online nemmeno il proprio budget, come emerge ancora dallo studio PAI.

L’anno scorso 241 istituzioni hanno reso pubblica tale informazione, molte di più di quante lo avevano fatto nel 2013 (107), ma significativamente meno del numero totale delle amministrazioni controllate (565). Circa la metà delle istituzioni non pubblicano né il rendiconto finanziario delle proprie attività, né i budget previsionali.

Le amministrazioni analizzate sono invece quasi impeccabili nel rispondere agli obblighi di trasparenza riguardo alle gare d’appalto. Il 94% delle amministrazioni hanno infatti una sezione nel proprio sito dedicata ai “profili delle società vincitrici di appalto”. Il 68% pubblicano anche i contratti siglati con chi vince commesse pubbliche, mentre il 44% rende disponibili le informazioni relative ai pagamenti.

Solo il 16% delle municipalità ha reso accessibili i propri piani regolatori in rete, il 12% ha proceduto invece alla pubblicazione dei permessi di costruzione, tra cui anche la municipalità della capitale Sofia.

Moltissime amministrazioni non rispettano ancora le nuove disposizioni della Legge sull’accesso alle informazioni pubbliche (2016), che prevedono la pubblicazione di informazioni, che siano state sollecitate almeno tre volte dai cittadini. Solo quattro delle 565 istituzioni analizzate l’avevano fatto nella primavera del 2016 – periodo in cui è stato realizzato lo studio API: il ministero delle Finanze, l’Agenzia per le ispezioni finanziarie, la municipalità di Dobrich e l’Agenzia per le registrazioni pubbliche.

Quasi tutte le amministrazioni però (97%), rispettano la disposizione che consente di richiedere le informazioni online, risultato che deve essere riconosciuto come altamente positivo.

Solo il 15% delle istituzioni bulgare pubblicano la lista delle categorie di informazioni ritenute “segreto d’ufficio”. Informazioni desecretate sono state rese disponibili da appena sei istituzioni: i ministeri della Giustizia e delle Finanze, l’Agenzia nazionale “Archivi”, l’Agenzia per le ispezioni finanziarie e le municipalità di Lyubimets e Chelopech.

Il ministero delle Finanze è anche l’unico dicastero che ogni anno rende pubblica la lista delle categorie di informazione disponibili online. Un risultato raggiunto anche da altre nove amministrazioni di rango inferiore.

Secondo l’API il ministero dell’Istruzione e delle Scienze risulta in generale il dicastero più trasparente in Bulgaria, mentre quello meno aperto a condividere le informazioni è il ministero degli Esteri. Il ministero dell’Istruzione pubblica infatti i progetti di legge corredati delle motivazioni, gli atti amministrativi generali, insieme a numerosi registri e database che riguardano il sistema dell’istruzione nel paese. Sono accessibili anche le dichiarazioni sui conflitti di interesse, come i contratti relativi alle commesse pubbliche.

Agli antipodi, come detto, il ministero degli Esteri, che non rende pubblici atti emanati, registri e database, né le categorie di informazione da pubblicare online. La trasparenza del ministero è lacunosa anche sugli aspetti finanziari.

Delle 565 istituzioni analizzate, la più trasparente in assoluto è risultata la municipalità di Sliven, quella più opaca la Commissione centrale per la lotta ai comportamenti antisociali dei minori.

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