Bulgaria, il nuovo patriarca Neofit e la sfida della modernità
Mentre papa Benedetto XVI lascia il trono di Roma, la Chiesa ortodossa bulgara elegge un nuovo Patriarca. Neofit, già arcivescovo di Ruse, viene eletto in un momento di forte difficoltà per il paese. La sfida che lo attende, secondo il teologo Kliment Hristov, è ridefinire il ruolo della chiesa nei confronti della società
Mentre il paese annaspa in una profonda crisi istituzionale, la Chiesa ortodossa bulgara ha eletto domenica 24 febbraio il suo nuovo Patriarca: Neofit, arcivescovo di Ruse, che subentra a Maxim, deceduto nel novembre 2012.
Neofit, 67 anni, è stato il primo decano della Facoltà di Teologia a Sofia, prima di essere eletto nel 2001 Arcivescovo di Ruse. Nato a Sofia in una famiglia di estrazione popolare e fortemente religiosa col nome di Simeon Nikolov Dimitrov, dopo gli studi religiosi in Bulgaria, ha seguito anche corsi di specializzazione in teologia e canto religioso nell’Accademia teologica di Mosca, nell’allora Unione Sovietica.
Il nuovo patriarca ha assunto il nome di Neofit nel 1975, quando ha preso i voti monacali, ed è stato investito vescovo nel 1985. Nel voto di domenica, seguito ad un primo turno in cui erano stati selezionati i nomi dei tre possibili nuovi patriarchi, Neofit ha prevalso sugli altri due candidati in lizza: Gavril, arcivescovo di Lovech e Galaktion, arcivescovo di Stara Zagora.
“Il voto di oggi non ha portato sorprese: ad essere eletto è stato uno dei grandi favoriti della vigilia”, ha dichiarato ad OBC il giornalista e teologo Kliment Hristov. Secondo Hristov “Da Neofit è difficile aspettarsi bruschi cambiamenti: il nuovo patriarca è stato sempre una figura moderata, che ha evitato attentamente scandali e situazioni conflittuali”.
Scandali che negli ultimi tempi, hanno scosso più volte la Chiesa ortodossa bulgara. Recentemente, è stato reso pubblico che dei 15 arcivescovi oggi in carica, ben 11 erano stati agenti della Darzhavna Sigurnost (DS), i servizi di sicurezza del regime comunista.
Anche Neofit risulta come collaboratore della sezione “lotta alla diversione ideologica” dei servizi segreti nel periodo 1983 – 1990 con lo pseudonimo “Simeonov”. Nel suo dossier personale l’allora vescovo viene descritto come “fortemente religioso, legato alla Chiesa, Neofit è uno dei giovani alti prelati di orientamento conservatore, sostenitore della salvaguardia delle antiche tradizioni dell’Ortodossia”.
Secondo Hristov “ la questione dell’appartenenza alla DS non è stata comunque fonte di divisioni all’interno della chiesa. Anche perché tutti o quasi gli appartenenti al clero nel vecchio regime sono stati sottoposti a forti pressioni da parte degli apparati repressivi”.
A scuotere la chiesa, però, anche l’ostentazione di ricchezza da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche. L’arcivescovo di Varna, Kiril, considerato uno dei grandi favoriti all’elezione a patriarca, è stato al centro delle polemiche per essersi presentato ad un evento religioso sulla sua lussuosa automobile “Lincoln MKZ”. Anche Nikolay, arcivescovo di Plovdiv, ha fatto discutere per il Rolex spesso mostrato in pubblico (e ora venduto per pagare le bollette della luce della chiesa di Santa Marina).
Secondo Hristov, è importante che il neo-patriarca affronti le grandi questioni che riguardano oggi la chiesa in Bulgaria. “Innanzitutto bisogna definire la posizione dell’istituzione religiosa nei confronti della società, e decidere cioè se vuole rimanere isolata in una torre d’avorio o aprirsi alle questioni della modernità”. Di vitale importanza per la chiesa, secondo il teologo sono “l’introduzione della religione come materia di studio nelle scuole” e “la rivitalizzazione di un principio di solidarietà, anche economica, tra metropolie ricche e povere”.
Per Hristov, in un periodo di forte crisi istituzionale, la chiesa può diventare un fattore unificante per il paese, e chiamare i cittadini ad una soluzione pacifica delle questioni aperte. “Questo, però, dipende soprattutto dalla capacità di Neofit di comunicare e articolare la propria visione con i cittadini”.
“Resta realisticamente da vedere”, conclude Hristov, “quanta presa avrebbe un appello alla calma, anche se pronunciato dal nuovo Patriarca, in una situazione di povertà, corruzione e profonda sfiducia nelle istituzioni come quella che attanaglia oggi la Bulgaria”.
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