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Bulgaria, antimafia a rischio caos

La riforma, pensata per avvicinare la Bulgaria all’Ue, minaccia di rendere ancora più difficile la lotta alla criminalità organizzata

16/05/2006, Redazione -

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Di Krassen Nikolov, Birn
Traduzione a cura di Francesco Martino, Osservatorio sui Balcani

La direzione investigativa nazionale per la lotta alla criminalità organizzata "Borba sreshtu Organizirana Prestapnost" (BOP), duramente criticata per la sua incapacità di identificare gli autori di numerosi omicidi eccellenti, ha comunicato di aver fatto un importante passo in avanti nell’indagine riguardo all’uccisione, avvenuta l’anno scorso, di Georgi Iliev, presidente dell’holding finanziaria "VAI" e uno degli uomini più ricchi di Bulgaria.

Il problema, sostengono investigatori ed esperti legali, è che a causa delle recenti riforme del sistema giudiziario, ispirate dall’Ue, forse questi passi in avanti non potranno essere concretizzati opportunamente.

Iliev è stato assassinato sulla costa del Mar Nero, alcune ore dopo aver assistito alla vittoria della squadra di cui era proprietario, il Lokomotiv di Plovdiv, contro i serbi dell’OFK Belgrado. Iliev è stato raggiunto da vari colpi di pistola mentre festeggiava in un bar di sua proprietà.

Secondo la BOP il killer proveniva dall’ex-Jugoslavia, ha agito ed è tornato in patria confondendosi tra i tifosi serbi arrivati in Bulgaria per seguire la partita. Sempre secondo la direzione però, al giorno d’oggi c’è confusione su chi continuerà a seguire questa pista.

Lo scorso novembre, sotto la forte pressione dell’Ue, che preme per eliminare la sovrapposizione fra diversi servizi investigativi, il parlamento bulgaro ha "snellito" considerevolmente la direzione e così, dal primo maggio di quest’anno, la responsabilità di seguire questo tipo di indagini è passata alla polizia.

"E’ tutto nelle mani del ministero degli Interni" ha dichiarato Borislav Ralchev, deputato del Movimento Nazionale Simeone II (NDSV), partito attualmente al governo che sostiene la riforma. "Se fanno bene il loro lavoro, non ci sarà nessun problema".

Gli investigatori e gli esperti del settore, però, temono che le novità legislative porteranno al caos nel sistema giudiziario, sottolineando che il ministero degli Interni non ha risorse sufficienti ad occuparsi delle indagini più complesse.

Queste riforme, sostiene Tihomir Bezlov, analista del Center for the Study of Democracy di Sofia, fanno tornare alla mente l’ultima volta che il parlamento ha messo mano alle competenze dell’ufficio per la lotta alla criminalità organizzata, nel 1999. Allora, alla polizia venne data la giurisdizione sui casi minori, come furti d’auto e truffe, ma, continua Bezlov, questi casi vennero letteralmente perduti quando i documenti che li riguardavano, archiviati dalla BOP vennero accidentalmente buttati nella spazzatura.

Inoltre, nessuno è in grado di dire se la riorganizzazione del 1999 abbia avuto effetti positivi, visto che l’ufficio è piuttosto riluttante nel dare informazioni sugli sviluppi delle indagini di cui si occupa.
"Visto che il ministero degli Interni non ha dato nessuna informazione sul numero di casi risolti, irrisolti o abbandonati, non abbiamo un metro di giudizio per valutare se la riforma abbia portato risultati positivi", ha detto Ivanka Ivanova, esperta di riforme nel sistema giudiziario dell’Open Society Istitute di Sofia.

I nuovi cambiamenti arrivano proprio mentre la Bulgaria è sotto pressione per una serie di temi scottanti, come una lunga serie di omicidi irrisolti, la forte corruzione nelle istituzioni e le attività della criminalità organizzata nel commercio della droga e degli esseri umani.

L’incapacità del paese di risolvere questi problemi pone un serio ostacolo alla possibilità che la
Bulgaria possa entrare nell’Ue il prossimo gennaio.

La riforma dell’agenzia BOP significherà il trasferimento di 400 investigatori ad altri uffici del sistema giudiziario. Tra quelli che rimarranno nell’agenzia, 400 continueranno ad occuparsi di indagini sulla corruzione negli uffici pubblici e di crimini contro l’umanità. Altri 250 si occuperanno di vecchi casi irrisolti, compreso quello di Iliev. Il 97% delle nuove indagini verrà invece affidato alla polizia.
Molte figure di spicco delle varie strutture giudiziarie del paese hanno espresso forti dubbi sulla riorganizzazione in corso. Secondo Atanas Atanasov, deputato del partito di opposizione "Democratici per una Forte Bulgaria" ed ex direttore dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, un dipartimento del ministero degli Interni che si occupa di intelligence, i detective della polizia non sono sufficientemente addestrati, e i vari dipartimenti mancano di personale. "Ci sarà il caos" ha commentato Atanasov.

Una settimana prima che le riforme venissero approvate, il ministro degli Interni Rumen Petkov, in un’intervista rilasciata alla Radio Nazionale Bulgara, ha espresso la sua preoccupazione rispetto ad alcuni problemi che questa transizione potrebbe comportare, se il ministero non potrà assumere 500 nuovi investigatori.

Atanas Atanasov crede che la polizia verrà portata ad un punto di rottura. "Una stazione di polizia zonale avrà a disposizione un solo ispettore di turno, che sarà responsabile di 20-25 villaggi. Ogni notte, in media, viene commesso un crimine ogni sette villaggi. Per questo ispettore sarà di fatto impossibile visitare tutte le scene del delitto e seguire adeguatamente i casi".

Altre preoccupazioni riguardano poi gli investigatori dell’agenzia BOP, che prenderanno servizio come procuratori e giudici, lavoro per cui non sono preparati.

Radka Petrova, giudice e membro del Consiglio Superiore della Magistratura bulgara, ha dichiarato: "Ci sono dubbi sulla loro capacità di calarsi immediatamente nel loro nuovo ruolo". Tra l’altro, alcuni investigatori si sono lamentati dopo essere stati asseganti a corti periferiche lontano dalla capitale.

In aggiunta alle preoccupazioni sulla giurisdizione, il capo della BOP Angel Alexandrov ha messo in guardia l’opinione pubblica sulla possibilità che, dato l’alto livello di corruzione tra gli investigatori, ufficiali di dubbia moralità possano diventare procuratori o anche giudici. Alexandrov ha sottolineato che, poche settimane prima di lasciare il suo incarico, il procuratore generale Nikola Filchev ha ricevuto dalle su stesse mani una lista di 16 investigatori sospettati di corruzione. Ad oggi, nessuno di questi è stato ufficialmente accusato.

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