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Bosnia corrotta

La Commissione Elettorale della Bosnia Erzegovina ha reso note una serie di irregolarità che riguardano il sistema del finanziamento ai partiti. Il parlamento bosniaco ha tuttavia recentemente approvato una legge che rende più difficili i controlli

13/12/2012, Almir Terzić - Sarajevo

Bosnia-corrotta

Il settore sanitario e quello dell’istruzione, in Bosnia Erzegovina (BiH), sono quelli in cui il pagamento di tangenti da parte dei cittadini è maggiormente evidente. La minaccia più grave per la società bosniaco erzegovese, tuttavia, è la corruzione nel mondo politico. I partiti, infatti, continuano a figurare nell’indice di percezione della corruzione come il luogo in cui questo fenomeno è più presente, e la politica come l’ambito nel quale circola la maggior parte del “denaro sporco”.

Un recente esempio di attività sospette in questo campo è quello del Partito Popolare con il Lavoro per il Miglioramento (NSRB).

Il ministero dell’Agricoltura della Federazione di Bosnia Erzegovina (FBiH), diretto da Jerko Ivanković Lijanović, che è anche vicepremier del governo dell’entità e vicepresidente dell’NSRB, ha prelevato 545.000 marchi bosniaci (circa 272.500 euro) dai fondi di bilancio destinati all’agricoltura per sostenere la campagna mediatica “Compra locale, compra col cuore”.


Aiuti a funzionari con auto di lusso

La Commissione elettorale centrale (CIK) della BiH ha confermato che la campagna mediatica, condotta con lo stesso simbolo e logo del partito, il cuore, è stata sfruttata dal partito del ministro per fini elettorali. Per questo motivo, ossia per violazione della normativa elettorale, all’NSRB è stata comminata una pena pecuniaria di 10.000 KM (circa 5.000 euro). La Corte d’Appello ha però stabilito in seguito che non ci sono prove a sufficienza sulla relazione tra i diversi fatti, rinviando il caso ad un nuovo processo.

Il contratto tra il ministero e l’agenzia pubblicitaria è stato firmato il 30 dicembre 2011, ed è entrato in vigore a giugno 2012, dopo la decisione di indire le elezioni amministrative, adottata dalla Commissione Elettorale all’inizio di maggio. L’intera campagna “Compra locale, compra col cuore”, in cui compare il vicepremier, ministro e vicepresidente dell’NSRB, è costata ai contribuenti 3,7 milioni di KM (circa 1,85 milioni di euro).

I revisori della Commissione Elettorale hanno confermato la presenza della corruzione all’interno dei partiti durante l’ultimo controllo fiscale svolto sul 2010, anno delle elezioni politiche.

L’Unione democratica croato-cristiana (HKDU), ad esempio, ha indicato di aver destinato a “spese umanitarie” soldi che secondo i revisori sono serviti per far studiare i membri del partito e i rispettivi figli, per fare gite, sponsorizzare piccole squadre di calcio e pagare affari privati dei membri del partito. Il vicepresidente del partito, ad esempio, ha ottenuto circa 1.500 euro di aiuti per pagare bollette elettriche nonostante possieda due auto di lusso, una Porsche Cayenne e una BMW 540, di un valore di circa 250.000 euro.

Leggi che favoriscono la corruzione

Il governo della Bosnia Erzegovina, invece di approvare misure legislative per contrastare la corruzione, secondo le indicazioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) e della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, e dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell’OSCE, ha agito al contrario. Il 27 novembre è infatti entrata in vigore la nuova legge sul finanziamento ai partiti, considerata dall’opinione pubblica come una misura che aumenterà ulteriormente la corruzione.

In particolare, viene criticato l’aumento dei limiti posti sulle donazioni ai partiti da parte di persone giuridiche e di nuovi iscritti.

Come siano possibili la manipolazione dei rappresentanti di partito e delle quote di iscrizione lo si vede molto bene dall’esempio del Partito progressista serbo (SNS). L’Ufficio per le revisioni della Commissione Elettorale ha accertato che l’SNS nel 2010 ha dichiarato entrate, provenienti dalle quote di iscrizione, ma il partito non dispone di documentazione da cui è possibile accertare l’identità dei donatori e l’importo delle quote di iscrizione, e non possiede una norma sull’importo massimo delle quote.

“Il contributo di un donatore può essere limitato fino ad un tetto massimo, così da limitare anche il rischio di corruzione. Esiste il rischio di aggirare questi limiti ricorrendo ad un intermediario per il versamento. Un efficace controllo da parte delle agenzie preposte è l’unico modo per impedire una qualsiasi violazione della normativa”, ha precisato l’ODIHR nei suoi commenti fatti alla Legge sul finanziamento dei partiti, riferendosi alle indicazioni fornite dalla Commissione di Venezia.


L’SNSD non ha pagato Ceca

Con suggerimenti congiunti, l’ODIHR e il GRECO avevano richiesto al governo bosniaco che nella nuove legge venisse inserita una norma per “obbligare le banche ad aprire un conto corrente a parte, in cui far confluire le entrate, soggetto al controllo di appositi organi, per poter rilevare i versamenti nella loro totalità”. Questi suggerimenti non sono stati accolti.

Ci sono tuttavia anche altri esempi di violazione della normativa di legge da parte dei partiti. L’Ufficio di revisione della Commissione Elettorale ha fatto un’indagine sulle operazioni finanziare relative al 2010, accertando che l’Unione dei socialdemocratici indipendenti di Milorad Dodik (SNSD) non ha pagato la nota cantante Svetlana Ceca Ražnjatović per le due serate fatte durante la campagna elettorale del partito, tenutesi il 28 settembre a Bijeljina e il 1° ottobre 2010 a Banja Luka, né tanto meno gli organizzatori delle stesse. L’SNSD ha dunque ottenuto un’entrata non evidenziabile nei libri contabili né nella denuncia dei redditi.

“Il partito non possiede ricevute né altra documentazione sul valore dei servizi offerti con le presenze in pubblico di Svetlana Ceca Ražnjatović durante la campagna elettorale, fatto contrario alla normativa di legge. Tenendo presente il rating e la popolarità della cantante, e il costo delle sue presenze in pubblico, il valore dei servizi che Svetlana Ceca Ražnjatović ha offerto all’SNSD supera i limiti di legge previsti”, hanno detto i revisori. Per questo motivo, ma anche per il fatto che l’SNSD nel 2010 ha ricevuto due versamenti illegali per un importo complessivo di circa 17.200 KM (circa 8.600 euro), l’Ufficio dei revisori ha comminato al partito un’ammenda di circa 15.000 euro.


Il partito finanzia il partito

Il Partito socialdemocratico (SDP) dovrà invece essere multato per circa 7.500 euro a seguito dell’accertamento di malversazioni, per aver ottenuto un profitto da alcuni immobili per un importo complessivo di circa 18.500 euro.

Anche il Partito per le attività democratiche (a-SDA) sarà multato (circa 6.000 euro) per aver ricevuto un versamento illegale di circa 4.300 euro. L’a-SDA ha inoltre ottenuto fondi da un’altra formazione politica, il Partito per la Bosnia Erzegovina (Stranka za BiH). Simili attività illegali riguardano anche i Croati democristiani (HD), e il valore dell’ammenda che dovranno scontare sarà resa nota a breve. Questo partito ha dichiarato di aver donato a fini umanitari circa 8.000 euro, ma oltre la metà sono stati versati ad un altro partito, la Comunità croata di Herceg-Bosna, cosa che di sicuro non rientra nei fini umanitari.

Sono state svelate inoltre anche molte malversazioni sulle spese per il carburante, diarie, evasioni fiscali, oltre all’utilizzo gratuito di uffici di proprietà delle istituzioni statali. Ora ci si aspetta che, dopo l’approvazione della nuova legge, ancora più favorevole per i partiti, la corruzione aumenterà, restando non sanzionata anche nel caso in cui venisse accertata.

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