Tipologia: Intervista

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Area: Serbia

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Belgrado città del futuro

Un progetto creato da più di 200 giovani belgradesi sarà presentato alla Biennale di Venezia. L’intento è presentare la capitale serba come protagonista di enormi cambiamenti (e di grande business). Nostra intervista con uno dei coordinatori del progetto

06/09/2006, Sanja Lučić -

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FDI Magazine, la rivista specializzata del Financial Times per gli investimenti diretti ha scelto Belgrado, la capitale serba, come città del futuro del sud europeo per il 2006/2007. Questo premio potrebbe aprire molte porte internazionali, far conoscere Belgrado come un territorio fertile per gli investimenti e mettere in primo piano la sua risorsa più grande: le persone. E di questo che parla Progetto Belgrado ( www.projectbelgrade.com), creato da più di 200 giovani belgradesi e che sarà presentato alla Biennale di architettura a Venezia, quest’anno dal 12 al 19 settembre.

Milos Milovanovic, uno dei coordinatori del progetto, ci spiega cosa è concretamente il Progetto Belgrado:

Progetto Belgrado è nato come idea nel 2002 e ufficialmente era stato presentato al pubblico il 29 gennaio dell’anno successivo come una raccolta di idee di un gruppo di giovani architetti chiamato "Fabrika" e di un insieme di persone in rappresentanza della generazione più significativa proveniente dall’Unione studentesca serba. La nostra mission recita "gente nuova, città nuova" ed unisce la nostra idea di Belgrado come luogo di enormi potenzialità per lo sviluppo dinamico con la responsabilità, capacità e competenza dei giovani cittadini.
Fin dal 2004 abbiamo iniziato l’internazionalizzazione del Progetto Belgrado ed abbiamo creato legami con scuole, università ed aziende estere da Mosca a Barcellona.
Alla X Biennale di Architettura a Venezia "cities: people, society, architecture" Belgrado sarà presentata come una città protagonista di grossi cambiamenti. La nostra idea è, tramite postazioni interattive, di presentare la città come brand, come un centro dal futuro molto dinamico nei suoi cambiamenti sia sul piano urbanistico, sia sul piano sociale ed economico. Abbiamo creato una nuova parola "transizionisam" che rispecchia quello che oggi è Belgrado. Oggi questa città ha un potenziale enorme, domani sarà un’area per gli investimenti, nel prossimo futuro una zona urbana dinamica piena di idee e soluzioni per la nuova società nella quale andremo a vivere.

Come i giovani belgradesi che vivono all’estero possono sostenere i cambiamenti che voi sperate di sviluppare con questo progetto?

I giovani che vivono all’estero per molto tempo sono stati visti come una ricchezza perduta, oggi, al contrario, diventano una risorsa immensa. In questo momento al Progetto Belgrado collaborano molti concittadini che si trovano a Belgrado, Parigi, Milano, Venezia, Washington, Dubai, Shangai e Singapore. Questo è il primo evento che ci permette di creare una struttura globale. Le nostre indagini dimostrano che Belgrado in questo momento cambia faccia, c’è una transizione, cambia la struttura economica, c’è una nuova divisione sociale, ci sono nuove esigenze. Quindi noi cerchiamo di individuare le potenzialità e di produrre idee multidisciplinari che possano essere collegate tra di loro. I nostri progetti gravitano attorno alle aree vuote di Belgrado come alcune zone della sponda sinistra del Danubio, oppure le sponde del fiume Sava ideali per un distretto business e molti spazi vuoti nel centro della città con molte possibilità di rivitalizzazione per cui le idee dei belgradesi residenti all’estero risultano indispensabili.

Chi investirà nel progetto, chi concretizzerà dal punto di vista economico le vostre idee ed i vostri piani?

La realizzazione di questi progetti dipende dai soggetti che vi dovranno investire e che utilizzeranno le nostre idee potendole modificare in armonia con le leggi del mercato. Noi siamo convinti dell’esistenza di investitori interessati alla possibilità di sviluppare Belgrado in funzione del profitto che ne potranno trarre; prima facciamo conoscere Belgrado al mondo ed usciamo da questo isolamento, prima riusciremo a rompere i monopoli, smettendo di appoggiarci solo sul budget dello Stato aprendoci alle influenze del mercato e della concorrenza. Crediamo che le potenzialità di Belgrado, sia naturali che umane, meritino di essere scoperte il prima possibile e la scelta della città come città del futuro del sud europeo dimostra le nostre previsioni: la città diventerà un luogo centrale nel sud Europa e questo la qualifica come la città con le maggiori prospettive per gli investimenti in questa parte d’Europa.

Cosa differenzia Belgrado dalle altre città europee?

Belgrado è una città particolare perché è una città grande, demoralizzata molte volte ma mai distrutta. Belgrado rappresenta le ferite di molte epoche passate ed è il mosaico di quello che rimaneva dopo le distruzioni e oggi in una via potete trovare edifici di sette diversi stili architettonici. Belgrado è la sua gente, gente il cui spirito si è formato in condizioni disumane, riuscendo ad accettare ogni disgrazia con il sorriso e lo scherzo ed ogni bella notizia ballando e cantando. Belgrado è in balia, ormai da mille anni, di cambiamenti e disgrazie e noi vogliamo giocare con questo tema.

Quali sono le potenzialità della città?

Il più grande potenziale della città sono le persone e la natura, ed è questo che crea l’identità unica di questa città. La sua posizione, con molte aree non sfruttate offrono la possibilità di farne un centro urbano che sarà in grado di offrire molte possibilità lavorative, nuove esigenze culturali, nuovi concetti sociali. La nostra idea è di presentare Belgrado alla Biennale come una fonte d’ispirazione per implementare importanti novità urbanistiche ed architettoniche. L’istruzione scolastica locale è ad altissimo livello, le nostre università sono riuscite a mantenere una buona reputazione continuando ad essere un’incubatrice della resistenza al regime durante gli anni di repressione, ma anche incubatrice di nuove idee e creatività. Il prezzo della mano d’opera è tre volte inferiore rispetto al resto dell’Europa e trasferendo le proprie filiali qua le compagnie mondiali possono risparmiare un’enorme somma di denaro. Microsoft, dopo lo sbarco in Cina ed India, ha aperto qua un nuovo centro di sviluppo, e ci si aspetta che gli altri seguano l’esempio. In poche parole Belgrado offre personale qualificato ad un costo inferiore rispetto ai loro pari-competenze europei in un contesto piacevole e dinamico: se riusciamo a presentare correttamente tutto ciò ed attirare gli investimenti che ora sono alla ricerca di un terreno fertile potremo far confluire le risorse che creeranno un centro urbano per 5 milioni di persone. Un centro che con la sua offerta culturale, il lifestyle, il suo spirito e l’energia attireranno l’attenzione di tutto il mondo.
Quello che noi cerchiamo di creare è la responsabilità personale e la formazione delle nuove generazioni che costruiranno la nuova città. Belgrado ha come sua più grande risorsa le persone e nelle persone bisogna investire, soprattutto nei giovani e nelle loro competenze. E’ logico aspettarsi che Belgrado si sviluppi e si espanda ma come succederà e solo una nostra responsabilità.

Come definirebbe Belgrado?

Belgrado è il caos delle identità, con un ritmo ed una dinamica specifici, città delle emozioni non controllate, città che unisce le civiltà, città indistruttibile nel posto più bello del mondo. Belgrado è la nostra ispirazione, la nostra linea di vita, il nostro pensiero costante, dovunque ho vissuto ho sempre sognato Belgrado. E’ l’oggetto delle nostre ricerche, con contrasti culturali e caos architettonico, assurdo e matematico, luogo di enormi predisposizioni naturali, un fenomeno multidisciplinare. Il nostro desiderio è che la città diventi un nuovo progetto che la porterà dall’epoca della devastazione nell’era della costruzione in un periodo di sviluppo e prosperità. Belgrado è un nuovo progetto: il Progetto Belgrado.

Progetto Belgrado si potrà visitare dal 12 al 19 settembre presso la X Biennale, Scoletta S. Giovanni Battista, Campo Bandiera e Moro, Castello 3811/B, Venezia.

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