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Area: Kosovo

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Banca centrale del Kosovo: una scelta scandalosa

Il sistema bancario kosovaro è a rischio. Perché a capo della Banca Centrale è stata nominata una figura troppo vicina al governo attuale. Il valore dell’indipendenza in questa ficcante analisi

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Il Kosovo ha appena nominato il nuovo governatore della sua Banca Centrale: si tratta di Bedri Hamza, fino a poche settimane fa ministro delle Finanze e molto vicino al PDK del primo ministro Hashim Thaçi, che governa il Paese dal 2007. Ho visto una foto del nuovo governatore al congresso del PDK, seduto in prima fila tra il primo ministro e il capo dei servizi segreti illegali del PDK (SHIK), formalmente sciolti nel 2008, ma ancora sospettati di coinvolgimento in criminalità organizzata, crimini politici e corruzione in senso ampio.

Si tratta di una scelta scandalosa, per ragioni sia generali che legate al difettoso sistema di governance del Kosovo.

Perché una Banca Centrale sia effettivamente, e non solo formalmente, indipendente, tutti i membri dei suoi organi decisionali devono essere indipendenti a loro volta, e chiaramente percepiti come tali. Questo è un principio importante nell’Unione europea. Le persone di chiara affiliazione politica o che hanno giocato un ruolo politico attivo prima della loro nomina possono essere utilizzate da altre istituzioni o partiti come canale per esercitare pressioni sulla banca centrale: la loro sola presenza crea un’apertura, e degli incentivi, per esercitare tale pressione.

Inoltre, una Banca Centrale dovrebbe essere, se necessario, in grado di e disposta a criticare le politiche economiche e di bilancio del governo. La sua capacità di farlo è notevolmente ridotta se il governatore ha una chiara appartenenza politica, e la credibilità delle sue dichiarazioni pubbliche scompare del tutto se il governatore è stato il ministro delle Finanze del governo in carica. In sintesi, la nomina di figure politiche è una pesante, per quanto indiretta, forma di interferenza politica sulla banca centrale e apre la porta ad interferenze dirette ed è quindi diametralmente contraria allo spirito dello statuto della BCE.

L’Ungheria è stata ampiamente criticata per aver recentemente nominato un ex ministro a governatore della sua banca centrale. Tuttavia, l’Unione europea non ha formalmente stigmatizzato tale atto, perché le sue regole non vietano esplicitamente tali nomine e perché figure a sfondo politico sono state nominate anche nelle banche centrali di altri Stati membri.

A fare la differenza è però il più ampio contesto di governance: in uno stato ben governato, dove l’indipendenza della banca centrale è un valore ampiamente condiviso e scrupolosamente rispettato, tali incarichi sono molto meno problematici, perché il più ampio sistema di governo e le norme informali prevalenti possono scoraggiare e sanzionare qualsiasi tentativo di influenzare impropriamente la banca centrale. È il caso, per esempio, di Germania e Stati Uniti: i loro attuali governanti erano entrambi consiglieri di leader politici (ma non ministri, politici o figure riconoscibili come il nuovo governatore della Banca Centrale del Kosovo). Ma dove la governance è difettosa e l’indipendenza della Banca Centrale a rischio tali incarichi sono estremamente pericolosi. Questo è il caso del Kosovo, come dimostrano alcuni recenti episodi.

La stampa ha riferito che, nei primi mesi del 2010, un ex comandante dell’UCK aveva usato minacce esplicite per fare pressioni sull’allora governatore della Banca Centrale, Hashim Rexhepi, perché rilasciasse una licenza assicurativa ad una dubbia società che non soddisfaceva i requisiti. L’allora ministro delle Finanze, Ahmet Shala, era presente alla riunione in cui le minacce sono state avanzate e si era schierato con il comandante UCK. Nonostante questo, Rexhepi si rifiutò di rilasciare la licenza.

Poche settimane più tardi, una persona che, credibilmente, parlava a nome del primo ministro Thaçi, chiese a Rexhepi di investire tutti i soldi pubblici depositati presso la Banca Centrale (entrate fiscali, un fondo di privatizzazione di grandi dimensioni, e parte del fondo pensione) in tre banche di un paese extraeuropeo. Anche in questo caso, Rexhepi disse no.

Poi iniziò una campagna mediatica contro di lui, e sulla base di quelle accuse, poi rivelatesi infondate e largamente basate su lettere anonime, Rexhepi fu arrestato. Sono convinto che queste accuse fossero basate su dossier preparati dal SHIK. L’ex governatore fu scagionato da tutte le accuse, ma mentre era in carcere fu rimosso tramite una decisione illegale del parlamento.

Nel 2011, il governo cercò di nominare a governatore una persona più malleabile, ma questa era ineleggibile, e l’ICO, supervisore internazionale del Kosovo, ne bloccò la nomina (per trasparenza: io ero coinvolto). Di conseguenza, il Parlamento elesse una persona competente e indipendente.

L’interpretazione è semplice. La Banca Centrale controlla mercati in cui si possono fare un sacco di soldi, e i cittadini possono perderli. La cerchia del primo ministro ha cercato di influenzare il governatore: non riuscendovi, ne ha cospirato la caduta e ha cercato di designare uno dei propri uomini al suo posto.

Nel 2011 non sono riusciti. Ora ci sono riusciti.

Nel 2010 il governatore di nuova nomina, Hamza, è stato il vice dell’ex ministro delle Finanze Shala, che ha sostenuto il comandante dell’UCK quando ha minacciato Rexhepi per convincerlo a infrangere la legge. Questa persona voleva acquistare uno strumento (una licenza assicurativa) attraverso il quale si può riciclare denaro, se la Banca Centrale non fa attenzione, o sottrarre ai kosovari parte dei loro soldi. Che cosa succede se questa persona chiede al governatore Hamza di rilasciargli una licenza assicurativa o bancaria senza troppe domande? E se la ottiene, perché non dovrebbero ottenerla anche altri ex-capi della guerriglia? Come sorveglierà Hamza le banche e le assicurazioni in cui i kosovari depositano i propri soldi: interverrà se iniziano a prestare denaro ad amici che potrebbero fuggire col bottino o andare in bancarotta? E come si comporterà con le banche che non appartengono agli amici del suo partito: sarà giusto o cercherà di indebolirle o spingerle fuori dal mercato?

I sistemi bancari sono cose delicate: se una grande banca fallisce, altre seguiranno. Se i suoi amici lo spingono troppo e il nuovo governatore fa un errore, quindi, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche. Questa nomina mette in pericolo il denaro dei kosovari e l’economia del paese. Si tratta di un rischio per la sicurezza dei depositi bancari, delle polizze assicurative, dei fondi di privatizzazione del Kosovo e del suo fondo pensione.

Questa nomina è stata possibile solo perché la Legge sulla Banca Centrale (art. 40.3) dice solo che non si può al tempo stesso essere governatore e ministro: una regola ridicola, come dire che il pubblico ministero non può essere giudice. Nel 2010, ho perso una battaglia su questa regola contro Shala, Hamza e altri. Probabilmente è per questo motivo che la comunità internazionale non ha contestato questa nomina, ma è sicuramente per questo motivo che il governo del Kosovo ha combattuto con le unghie e con i denti per averla.

L’opinione pubblica, l’opposizione e la società civile dovrebbero criticare questa pessima scelta dell’élite di governo e cercare di farla revocare: se non altro, nell’interesse del proprio denaro.

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