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Aspettando Mladic e Karadzic, consegnateci Milutinovic

Forti pressioni internazionali sulla Serbia per una piena collaborazione con il Tribunale Internazionale dell’Aja. Forse tra qualche settimana verrà estradato in Olanda il presidente serbo Milutinovic. "Altrimenti blocchiamo i finanziamenti".

08/02/2002, Ada Soštarić, Saša Risović - Belgrado e Banja Luka

Gli scorsi giorni, in un’intervista alla Reuters, il primo ministro Zoran Djindic, ha affermato che la Serbia continuerà a dimostrare il nuovo corso democratico intrapreso e non esiterà ad estradare eventuali incriminati per crimini di guerra. "Non è necessaria alcuna pressione occidentale perchè questo avvenga", ha chiarito Djindic, che all’interno della coalizione DOS è tra quelli che più di altri si è reso disponibile a collaborare con il Tribunale Internazionale dell’Aja. Parole che assumono particolare significato proprio quando il cerchio attorno ai due super ricercati serbo-bosniaci, Karadzic e Maldic, sembra stringersi. Djndic ha in ogni caso ribadito di "non saper dove sia nascosto Mladic" (Danas, Beta, Reuters).

Intanto il quotidiano Danas, citando fonti vicine al Ministero degli interni serbo, ha riportato che, con tutta probabilità, nelle prossime settimane verrà estradato verso l’Aja anche Milan Milutinovic, presidente della Serbia. Le stesse fonti rendono noto che questa decisione viene presa in considerazione proprio perchè le pressioni della comunità internazionale sono notevoli e molti aiuti finanziari promessi sono vincolati ad una piena collaborazione con il Tribunale Internazionale dell’Aja.

L’arresto di Mladic e Karadzic sembra imminente ma non è certo scontato. In Republika Srpska, ma non solo, sembra godano ancora di un certo sostegno. A Banja Luka, la notte tra il 31 gennaio ed il primo febbraio, sono stati strappati dai muri della citta’ i manifesti, affissi per la prima volta il giorno precedente, con le foto dell’ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic e del generale Ratko Mladic, per la cui cattura gli Usa hanno messo una taglia di cinque milioni di dollari. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa bosniaca ‘Fena’. Sono state strappate con particolare cura – precisa l’agenzia – le parti con la scritta ”ricercati per genocidio e crimini contro l’umanita”.

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