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Armenia: impronte di una civiltà

Apre oggi a Venezia la mostra che inaugura le celebrazioni per il cinquecentenario della stampa del primo libro in lingua armena. Le manifestazioni continueranno a Yerevan, capitale mondiale del libro per il 2012

16/12/2011, Andrea Oskari Rossini -

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La relazione speciale che lega Venezia all’Armenia trova oggi nuova rappresentazione in una grande mostra dedicata alla civiltà armena, che attraverserà i maggiori siti museali della città, dal museo Correr al museo Archeologico Nazionale, alle sale monumentali della Biblioteca Marciana. La mostra, che avviene sotto l’Alto Patronato dei presidenti delle Repubbliche d’Armenia e d’Italia, celebra il cinquecentenario della stampa del primo libro in lingua armena, ripercorrendo le tappe più significative della storia degli armeni sotto il profilo culturale ed artistico. Manoscritti, opere d’arte, musica, reperti archeologici sono ordinati in un contesto divulgativo estremamente ricco, trovando nei musei veneziani una cornice ideale. Al centro del percorso, insieme tematico e cronologico, il visitatore troverà la parola, e in particolare la parola scritta. Osservatorio ha incontrato Vartan Karapetian, uno dei curatori della mostra assieme a Gabriella Uluhogian e Boghos Levon Zekiyan.

Quando è nata l’idea di questa mostra?

Tre anni fa, durante una conversazione con il ministro della Cultura dell’Armenia, Hasmik Poghosyan, che si trovava a Venezia per l’inaugurazione di una mostra su Sergei Paradjanov. Il ministro mi aveva chiesto di presentare una proposta per le celebrazioni del cinquecentenario della stampa del primo libro in lingua armena.

Dove fu stampato questo libro?

Proprio qui, a Venezia, nel 1512.

Per questo è stata scelta Venezia come sede della mostra?

Venezia è parte integrante della storia degli armeni. Molti avvenimenti importanti per il mondo culturale armeno partono da qui. Dalla stampa del primo libro alla vicenda dei padri mechitaristi che, arrivati qui nel ‘700 e insediatisi nell’isola di San Lazzaro, divennero il perno della rinascita culturale degli armeni. Sia a livello di rapporti culturali che di commercio, e in generale per tutto quanto riguarda i rapporti privilegiati dell’Armenia con l’Occidente, Venezia per molti secoli ha rappresentato una porta d’ingresso.

Questo anniversario sarà celebrato solo in Italia?

No, la mostra veneziana sarà seguita da molti eventi che si svolgeranno in Armenia e nel resto del mondo per tutto il corso del 2012. Il prossimo infatti sarà per noi un anno giubilare. Inizia ufficialmente qui, ma le celebrazioni continueranno a Yerevan, dichiarata dall’Unesco capitale mondiale del libro per il 2012.

Qual è il percorso della mostra veneziana?

La mostra attraversa il Museo Correr, il Museo Archeologico Nazionale e la Biblioteca Marciana.

L’isola di San Lazzaro?

Solo in un secondo momento, quando chiuderà la mostra di piazza San Marco, la parte relativa ai rapporti armeno-veneziani traghetterà a San Lazzaro, dove resterà in mostra per tutto il resto dell’anno giubilare.

Cosa accadrà per questo Giubileo in Armenia?

Le manifestazioni cominceranno alla fine del mese di aprile, con le celebrazioni di Yerevan come capitale mondiale del libro. Ci sarà l’inaugurazione del nuovo Matenadaran, la biblioteca più importante dell’Armenia, ampliata recentemente con una nuova costruzione e arricchita da dotazioni più moderne per la conservazione dei manoscritti. Ci sarà poi un ricco programma che coinvolgerà scrittori ed editori per tutto il corso dell’anno. Il Giubileo proseguirà anche al di fuori dell’Armenia, con una serie di mostre, concerti, conferenze e scambi culturali in molte delle città nelle quali furono stampati libri armeni o dove esistono importanti comunità armene.

Di cosa parla il primo libro a stampa in lingua armena, esposto a Venezia?

Si chiama “Il libro del venerdì”. È una miscellanea di testi che vanno dalle preghiere che si facevano il venerdì per i malati fino all’oroscopo. Sono in realtà 5 libri, stampati uno dopo l’altro, di uso molto pratico, destinati alla classe mercantile. L’editore era lui stesso un mercante.

Dove è conservato?

Ne esistono una decina di copie. Una di queste si trova presso la ricchissima biblioteca dei padri mechitaristi di Venezia, a San Lazzaro. Si tratta della copia che sarà esposta qui alla mostra.

Qual è l’importanza della parola scritta per la cultura armena?

La parola scritta nella nostra storia ha avuto un’importanza fondamentale, la scrittura rappresentava il collante per mantenere i legami culturali, storici e nazionali attraverso le frontiere. Oltre che per favorire l’avanzamento culturale della nazione, la scrittura ebbe un’enorme importanza per unire gli armeni.

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