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Amnesty: l’Europa deve parlare in modo coerente

In occasione del summit tra Russia e Unione europea tenutosi a Lisbona il 26 ottobre scorso, Amnesty International ha chiesto all’Unione europea di fare pressioni per ottenere miglioramenti in una serie di campi relativi ai diritti umani

29/10/2007, Redazione -

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Fonte: Amnesty Internatinal

Un anno dopo l’omicidio di Anna Politkovskaya, i giornalisti e gli attivisti della società civile, soprattutto coloro che si trovano nel Caucaso del Nord, continuano a subire intimidazioni e minacce. Almeno una giornalista è stata costretta a lasciare il paese per proteggere se stessa e la sua famiglia.

Nel Caucaso del Nord, specialmente in Inguscezia, le condizioni di sicurezza si sono fortemente deteriorate. Amnesty International sta ricevendo notizie sul coinvolgimento delle forze federali di sicurezza in arresti arbitrari, torture, sparizioni ed esecuzioni extragiudiziali.

Un altro motivo di preoccupazione per Amnesty International è il modo con cui le autorità russe affrontano i reati a sfondo razzista. Nonostante alcuni progressi, atti di questo genere continuano a verificarsi con allarmante regolarità, a fronte dell’apparente riluttanza della magistratura a indagare e a punire i responsabili.

"Questi sono solo alcuni esempi delle gravi violazioni dei diritti umani che vengono perpetrate oggi in Russia e che pregiudicano la credibilità di questo paese come attore e partner chiave della comunità internazionale" – ha commentato Dick Oosting, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso l’Unione europea.

"All’ultimo summit di maggio a Samara, l’Unione europea è riuscita a parlare con una sola voce e a prendere una posizione ferma sulle questioni relative ai diritti umani in Russia" – ha aggiunto Oosting. "Questa posizione va mantenuta, perché sarebbe un segnale importante di attenzione verso tutti quei cittadini russi che vogliono vivere in una società che rispetti i loro diritti".

Sul sito www.amnesty-eu.org è disponibile in lingua inglese un briefing di Amnesty International nel quale sono elencate le principali preoccupazioni in materia di diritti umani, sopra descritte, su cui l’Unione europea è sollecitata a prendere posizione.

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