Amministrative in Macedonia: netta vittoria della VMRO
Il partito del premier Nikola Gruevski ha vinto le amministrative dello scorso 24 marzo. L’opposizione social-democratica pensa alla sostituzione del leader Crvenkovski. Elezioni corrette, ma lo stato della democrazia macedone resta precario
Il primo turno delle elezioni amministrative macedoni, svoltosi domenica 24 marzo, ha portato una netta vittoria al partito del primo ministro Nikola Gruevski (VMRO – DPMNE) e inferto un duro colpo all’opposizione socialdemocratica (SDSM), già in difficoltà, guidata dal “capitano di lungo corso” Branko Crvenkovski, già due volte primo ministro e una volta presidente. Le elezioni hanno registrato un elevato tasso di partecipazione con un’affluenza del 66,98% (su 1.740.000 elettori), la forte maggioranza dei quali ha dato il proprio sostegno ai candidati del centro-destra. Nel campo politico albanese, l’Unione democratica per l’integrazione (DUI) dell’ex leader della guerriglia Ali Ahmeti ha ottenuto la maggioranza dei voti albanesi.
Cambio di leader a sinistra?
La lista per i consiglieri comunali del partito di Gruevski VMRO ha ottenuto poco più di 400mila voti, 115mila in più rispetto all’opposizione. Questo è stato uno shock terribile per il presidente SDSM Crvenkovski, che aveva sostenuto l’idea di un voto anticipato a livello politico se i socialdemocratici avessero avuto anche un solo voto in più del governo alle comunali. Per i consiglieri si vota solo al primo turno con sistema proporzionale, mentre per sindaci si va al secondo turno se non vi è nessun vincitore al primo, con i voti espressi per le liste a fare da cartina di tornasole. Non solo l’SDSM non ha ottenuto il famoso voto in più, ma è stato letteralmente stracciato dall’avversario.
Secondo gli analisti questa sconfitta, ultima di una lunga serie, potrebbe finalmente porre fine alla crisi di leadership che attanaglia da tempo i socialdemocratici. Ora gli inviti alle dimissioni di Crvenkovski si sono moltiplicati, anche se non dall’interno del suo stesso partito. La debolezza prolungata del principale partito di opposizione del paese è da molti collegata alla mancanza di democrazia interna e all’incapacità di sostituire il leader-patriarca che ha dominato la politica macedone negli ultimi due decenni.
Secondo i risultati provvisori, le votazioni per i sindaci si sono concluse al primo turno in 55 comuni, mentre in 29 si andrà al secondo turno domenica 7 aprile. I candidati VMRO-DPMNE hanno probabilmente vinto al primo turno in 39 comuni, quelli SDSM solo in un paio di piccole comunità rurali. Contestata la vittoria al primo turno del vicepresidente SDSM (e possibile candidato a prossimo leader) Zoran Zaev nella città di Strumica: venerdì scorso la Commissione elettorale di Stato ha annullato la votazione in diversi seggi, tanto da richiedere la ripetizione del voto. Andranno al secondo round molti dei grandi comuni urbani del paese, fra cui Kumanovo, Bitola, Tetovo, Gostivar e alcuni dei 10 comuni della città di Skopje, fra cui Karposh e, soprattutto, Centar.
Centar: un referendum su Skopje 2014?
Il comune di Centar è stato la nota d’eccezione al predominio VMRO: solo per un soffio il candidato SDSM Andrej Zernovski non ha battuto il sindaco VMRO uscente Vladimir Todorovic al primo turno. Zernovski ha gridato allo scandalo di fronte ai conteggi dai tempi sospetti (2-3 giorni) in diversi seggi, ma alla fine ha deciso di non contestare i risultati, dichiarando che riconfermerà la propria vittoria domenica prossima.
Centar è anche lo scenario di “Skopje 2014”, controverso progetto governativo di rinascimento urbanistico, che combina una marea di monumenti e grandi edifici con prospettive quasi barocche. Il progetto ha polarizzato la popolazione per motivi ideologici e religiosi oltre che estetici. Durante la campagna Zernovski ha ribadito che, se eletto, avrebbe trasferito alcuni dei monumenti. Anche se il progetto è caldamente sostenuto dal governo centrale, i monumenti sono legalmente sotto il mandato del sindaco di Centar: quindi, il primo turno delle elezioni locali era in un certo senso anche un referendum su Skopje 2014. Il trasferimento dei monumenti sarebbe un duro colpo al progetto caro alla leadership VMRO. Si può prevedere il partito di governo non risparmierà risorse né esiterà sui mezzi per ribaltare il risultato in questo Comune di cruciale importanza.
Voto sostanzialmente corretto, ma la democrazia macedone resta in affanno
L’osservatissima giornata elettorale ha ricevuto valutazioni generalmente positive, non senza le solite irregolarità come voto familiare/di gruppo e altri comuni trucchi elettorali, ma non in scala tale da modificare il risultato. La comunità internazionale ha riconosciuto che il primo turno si è svolto in maniera pacifica e ben organizzata: è tuttavia mancato un chiaro, inequivocabile riconoscimento in tema di trasparenza.
L’ODIHR (The Office for Democratic Institutions and Human Rights) ha fortemente (e giustamente) criticato la copertura mediatica della campagna elettorale. Solo chi ha le fette di salame sugli occhi (e Bruxelles, che tollera questo triste stato di cose da fin troppo tempo) può non vedere che il governo domina la maggior parte dei principali mezzi di comunicazione del paese: la visibilità assicurata dalle risorse finanziarie del partito di Gruevski ha oscurato tutti gli altri partiti.
A questo si sono aggiunte le consuete mosse di populismo pre-elettorale: i pensionati (tradizionalmente gli elettori più disciplinati) hanno ottenuto il loro aumento, sono diminuiti i prezzi di molti farmaci (sempre di vitale importanza per i pensionati), le imprese hanno avuto il rimborso IVA, gli agricoltori i tanto attesi sussidi. Non che più par condicio avrebbe aiutato granché i socialdemocratici, visibilmente confusi, entrati in campagna elettorale impreparati e all’ultimo momento, dopo aver minacciato il boicottaggio in una prolungata crisi politica risolta in extremis dal Commissario per l’allargamento Štefan Füle.
Voto trasversale
Queste elezioni hanno visto emergere inedite manifestazioni di pragmatismo politico. Nelle città di Kicevo e Struga, gli acerrimi nemici VMRO e SDSM si sono coalizzati su base etnica per superare in numero gli elettori albanesi. Poiché il VMRO governa a livello nazionale con il DUI, questo escamotage è stato ironicamente paragonato ad un tradimento coniugale. A Kicevo ha vinto però il "turismo elettorale" organizzato dalla DUI, che ha finanziato centinaia di voli charter per gli elettori della diaspora albanese. Intrighi politici e promiscuità elettorale saranno certamente presenti anche al secondo turno, ad esempio a Tetovo, dove un futuro sindaco albanese ha bisogno dei voti macedoni, a Skopje (viceversa) e così via.
Nel quadro politico macedone di crisi perpetua e autoritarismo crescente degli ultimi anni, si potrebbe dire: “fin qui tutto bene”. Ma c’è ancora il secondo turno.
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