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Alexandra Slađana Milošević, regina della New Wave

Irriverente e versatile ha segnato gli anni ’70 e ’80 della scena musicale jugoslava. Ed è ancor oggi più che mai attiva

11/08/2015, Gianluca Grossi -

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Torniamo a un vecchio brano del 1979, "Amsterdam ", per renderci immediatamente conto della bravura e dell’irriverenza di uno dei personaggi più eclettici della musica serba, a cavallo fra gli anni settanta e gli ottanta: Alexandra Slađana Milošević. Il brano è una perfetta sintesi fra punk e new wave, due maxi generi che a fianco della dance newyorkese Studio 54 style sanciscono la fine del periodo impegnato cantautorale, offrendo nuova linfa alla musica rock, perduta nei meandri del progressive e del kraut.

"Miki Miki " è un altro brano che segna il trascorrere dei tempi. È l’epoca del macho palestrato, al cinema sfavillano figure come Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger. Nel video di Slađana si possono notare fin da principio ballerini che parafrasano perfettamente ciac alla Flashdance o Dirty Dancing, dove la muscolatura ostenta una moda mai veramente tramontata. Più recente – e anche molto più "patinato" – un pezzo come "Harmony " del 1997; anche in questo caso la musicista serba anticipa i tempi; si trova non a caso in Cina, a Pechino, dove registra il video suggerendo che negli anni a venire sarà proprio l’impero del Dragone a vestire un ruolo preponderante nell’economia mondiale. Ma chi è Slađana Milošević?

La vita e l’opera

Nasce a Belgrado nel 1956, città da poco capitale della nuova Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. La musica entra subito a far parte della sua vita. Da bimba si avvicina al pianoforte e al violino. A dodici anni forma la sua prima band con alcuni compagni di scuola: diventa cantante e bassista. Il primo singolo esce tre anni dopo. Affronta il teatro, partecipando a una serie di show presso l’avanguardistico Atelier 212, che dà ospitalità anche alla nascente mania per il folk progressive.

C’è anche la danza a riempire la sua giovinezza, finché nel 1974 non vince il primo concorso canoro che le apre definitivamente la strada al mondo del music business. Fa parte della Radio Television Belgrade Orchestra e della Sasha Subota Orchestra.

Nel 1976 compie un lungo viaggio in Unione Sovietica. Canta alla tv di Stato e recita alcune poesie di Marina Cvetaeva, fra le più grandi poetesse della storia letteraria russa. Il giorno del compleanno del presidente Leonid Breznev, capo assoluto dell’Unione Sovietica dal 1964, è in tv per rendergli pubblicamente omaggio cantando in russo.

Il debutto ufficiale è del 1977 con il brano "Au, Au ". Ritmo incalzante e coretti di sottofondo, deflagrano la tradizione musicale serba all’insegna di una nuova rivoluzione pentagrammata di cui Slađana è fra i principali rappresentanti.

Da "Au Au" ogni brano si conferma una hit: "Simpatija" e "Sexy dama" sono del 1978, "Očigledno nije mi svejedno" del 1979. Il suo nome comincia a circolare in tutti i paesi al di là della Cortina di ferro. Il 31 dicembre del 1979 festeggia l’arrivo del nuovo anno alla tv nazionale di Budapest. E due anni dopo partecipa all’Eurovision Song Contest con il brano "Recipe for love".

Nel 1982 affianca la band rockabilly inglese Matchbox per un viaggio musicale in tutta la Jugoslavia. Il botto arriva nel 1983 con il disco Neutral Design. I suoi musicisti sono noti per aver lavorato con giganti dello star system come Nina Hagen, Santana e Spliff (storica band tedesca esponente della Neue Deutsche Welle).

Alcuni critici suggeriscono che non sia molto abile vocalmente e che si esibisca in modo eccentrico per superare questa deficienza. E’ un parere condivisibile, per quanto la new wave non abbia mai puntato a vocalist particolarmente dotati. La verità è che un pezzo come "Amsterdam" lascia ancora oggi il segno.

Torna all’Eurovision Song Contest nel 1984, al fianco di Dado Topić, cantante croato. E nello stesso anno vince un premio al festival di Montreaux. Frattanto le sue canzoni raggiungono quasi ogni paese europeo.

Nel 1985 vola a Londra e a Parigi. In Francia registra negli studi di Stevie Wonder. Collabora con Peter Godwin, autore di "Criminal World", canzone registrata da David Bowie nell’album Let’s Dance. Dopo aver appoggiato l’iniziativa di Bob Geldof, Yugoslav Live Aid, ed essersi esibita al Mesam Festival (storico appuntamento in corso da metà anni ottanta a metà anni novanta a Belgrado), dà alle stampe il nuovo disco nel 1988: Aleksandra Sladjana Milosevic & Darko Kralijic, caratterizzato da ballate jazz e ritmi lenti. Qui un assaggio con "Novela ".

Presta la sua voce ad altri artisti, come Dado Topić e Goran Milošević, partecipa a vari documentari televisivi e contribuisce al sostegno economico di associazioni umanitarie come la Belgrade Paraplegic Organization. Gira mezzo mondo: Unione Sovietica, Usa, Europa. E Cina. Compie il suo primo tour in estremo oriente nel 1987. Torna nel 1989.

Con la metà degli anni novanta comincia a pensare a un nuovo lavoro. C’è già del materiale nuovo accumulato durante i tour. Lo mette a fuoco a Londra e a Los Angeles in compagnia di un ensemble musicale che coinvolge artisti come West Arkeen, coautore di alcuni dei brani più celebri dei Guns N’ Roses. Approfondisce lo studio della chitarra con Scott Henderson, già al fianco di Chick Corea.

Il nuovo disco si intitola Animal Tested ed esce nel 2000, anticipato dalla raccolta Harmony. Lo presenta così: "Questo mio album è nato per combattere la stupidità e l’arretratezza mentale. Vuole essere inoltre una voce contro tutte le forme di "manipolazione mentale"". Qui si può ascoltare la ruvida e provocante "My cross is bleeding ".

Nel 2001 ci prova anche con la scrittura, pubblicando il suo primo libro Adam do not get mad, Lo presenta Paulo Coelho, noto scrittore e poeta brasiliano: "Ho incontrato Alexandra nel 1997. L’ho sempre ammirata per il coraggio, l’eclettismo e la versatilità. Spero tanto che questo libro rappresenti l’inizio di un lungo cammino".

Nel 2002 è il momento del classico Greatest Hits, la prima raccolta dei suoi brani più celebri. Nel 2007 collabora con il Centro Culturale serbo occupandosi di uno degli inventori più straordinari della storia, e mai compreso veramente: Nikola Tesla.

Nel 2008 alcune sue poesie vengono tradotte in inglese e svedese. Torna alla scrittura nel 2012 con il libro Civilization and Woman – Manly Woman presentato a Belgrado presso la King Peter’s House. Attualmente sta lavorando a un nuovo disco e a un nuovo libro.

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