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Albania: maghi e profeti

Maghi, profeti, sette e finti guaritori sono recentemente saliti alla ribalta in Albania. Il fenomeno, frutto della crisi identitaria, politica e religiosa che fa seguito agli eventi degli anni ’90, pur nella sua gravità, non sembra però venir trattato con la dovuta attenzione dalle autorità albanesi

27/10/2010, Marjola Rukaj - Tirana

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Tra i palazzoni di nuova costruzione di uno dei quartieri di Tirana si scorgono delle strane cupole. Edifici che, a metà strada tra una chiesa barocca, una chiesa ortodossa, e un semplice santuario, non riescono a rientrare in una categoria definita. Sotto la cupola principale di uno di questi appare la gigantografia di una donna con tanto di aureola. Indossa un vestito azzurro, sembra una statuetta religiosa, ma il taglio dei capelli e gli occhiali indossati riportano all’Albania degli anni ’90.

Difficile entrare nel cortile sorvegliato da una guardia, quasi impossibile visitare la signora, che si fa circondare da una schiera di devoti, segretari e maggiordomi. I fedeli – un andirivieni di gente che evita gli sguardi dei curiosi – non rispondono alle domande, perché abituati a vedere la loro religiosa diffamata da giornalisti e da scettici di vario tipo. Tra loro donne povere, con i visi segnati dalla vita in campagna, ma anche signore eleganti appartenenti alla nuova borghesia di Tirana. Tutte accomunate dalla devozione con cui fanno il segno della croce, pregano e si inginocchiano davanti alla facciata della chiesa-tempio.

Alla fine riesco ad incontrarla. La religiosa siede nel suo studio, ha l’aria di una donna d’affari realizzata. È circondata da libri di filosofia e biografie di tutti i tipi. E’ carismatica, racconta episodi fantascientifici con enorme sicurezza. Racconta di aver guarito gente, di aver salvato il paese dalla bancarotta negli anni ’90, di aver risolto la crisi jugoslava prima che precipitasse in un “genocidio assoluto”. Tutto ciò dopo esser stata eletta dalla divinità, dopo un viaggio che definisce galattico, in dimensioni che la mente umana non riesce a captare. Oggi salva le anime e compie miracoli di tutti i tipi. In compenso la gente dona somme di denaro a piacere, che hanno reso possibile la costruzione d’un tempio mastodontico, occupando illegalmente un terreno molto ambito, motivo per cui i legittimi proprietari hanno fatto intervenire, senza alcun risultato, le autorità.

Tutto è iniziato quando l’azienda statale in cui lavorava ha chiuso e lei, senza più certezze e senza alcuna fede si è trovata in mezzo alla strada. È in quel momento che ha ricevuto le doti ultraterrene.

È solo una dei molti profeti, maghi, o miracolati d’Albania. Derisi, ma seguiti da molti, costituiscono per l’Albania un fenomeno vecchio e nuovo, in parte ereditato dall’epoca comunista, quando, in momenti di difficoltà, si ricorreva di nascosto alla superstizione e al misticismo. Ciò che oggi preoccupa più che in passato è la prevalenza della dimensione economica, tanto da diventare spesso truffa dalle gravi conseguenze. È questo il caso clamoroso di un’auto-definita maga e profetessa, che ha persino preso parte a Top Show, uno dei talkshow più seguiti a livello nazionale. Giovane ed estremamente carismatica, Anila Minxha, ha affermato in pubblico di essere in grado di compiere miracoli. Ha dichiarato di aver fatto sparire tre volte la luna, di aver reso possibile l’indipendenza del Kosovo e di aver guarito diversi malati, tra cui anche una ragazza malata di tumore al seno.

Tra l’ironia del presentatore e l’atmosfera surreale dello studio televisivo il caso era passato inosservato, finché qualche settimana dopo la ragazza malata di tumore al seno è morta. Nonostante la maga pretendesse di averla guarita facendole interrompere le cure mediche convenzionali, il cancro era tutt’altro che sconfitto. La questione ha colto l’attenzione di tutti i media, e della stessa TopChannel che seguendo il caso ha cercato di rintracciare la profetessa carismatica, che, nel frattempo, era sparita.

Molti altri casi sono stati denunciati alla trasmissione Fiks Fare, che ha dato rilievo a un ventaglio estremamente vario di maghi, profeti, medici alternativi mistici e ciarlatani di vario tipo. Tra i più grotteschi un gruppo di sedicenti imam che per espellere il demonio da un signore italiano, che aveva appena sborsato migliaia di euro, utilizzavano torture simili a una sorta di iniziazione mistica, tra le quali persino l’elettroshock.

Come spesso avviene in Albania, in casi simili ci si limita a denunce televisive, affidandosi per lo più a una sorta di linciaggio pubblico. Nonostante il caso mediatico fornisca delle prove più che sufficienti per avviare un’inchiesta, la magistratura sembra poco sensibile a questo fenomeno. In altri casi invece si perdono le tracce del truffatore o gli atti della magistratura non hanno mai conseguenze effettive. I truffati, constatata l’inefficacia delle autorità, finiscono per rivolgersi alle televisioni, che sembrano le uniche ad interessarsi al problema. 

“È una conseguenza della crisi che sta attraversando la nostra società – afferma Edmond Dragoti, noto psicologo di Tirana – la gente non ha più punti fermi, non si hanno più certezze”. “Le fedi religiose non sono riuscite a dare risposte e nemmeno i soldi hanno portato la felicità”. I devoti alle nuove sette sembrano dargli ragione. “Mi ha fatto raggiungere un equilibrio che non riuscivo ad avere”, afferma una signora mentre si abbassa tre volte davanti alla foto gigantesca della sua profetessa. “Mi ha guarito” dice un’altra, che fugge senza aggiungere altro.

Dopo la caduta del regime, molti albanesi hanno considerato come moderno, necessario e socialmente utile riabbracciare le religioni. Alcuni sono riusciti a re-identificarsi con le religioni delle proprie famiglie d’origine. Ma molti altri, spesso provenienti da famiglie miste, o profondamente atee, hanno cercato oltre ciò che il ricco panorama tradizionale del paese aveva da offrire. Sono stati in tanti quelli che hanno sperimentato diverse religioni diventando in seguito testimoni di Geova, evangelisti, Baha’i, o rimanendo semplicemente atei e di cultura mista come prima.

In quel periodo, tra un misto di voglia di religione e di assoluta ignoranza spirituale – periodo che regna tuttora nel paese – è sorto il fenomeno delle sette inventate, dei profeti e dei maghi autoproclamati che, assemblando elementi di varie religioni (spesso preghiere sentite di sfuggita), pretendono di compiere miracoli e ottengono in cambio un buon compenso da parte del diretto interessato.

Le varie crisi e gli infiniti problemi sociali che hanno caratterizzato il paese negli ultimi vent’anni hanno rafforzato il fenomeno.

Sembra quasi superfluo menzionare che tra i principali fattori causa di questo pullulare di maghi e medici alternativi, spicca il malfunzionamento del sistema sanitario nel paese, che giace in una profonda crisi di transizione e di delegittimazione. Spesso ricordato dai media per il suo malfunzionamento, il sistema sanitario albanese diventa sempre più costoso, trovandosi da vent’anni in fase avanzata di privatizzazione selvaggia.

Quello di maghi e profeti è un vero e proprio fenomeno sociale di cui però sembrano accorgersene solo i media che, tra linciaggio pubblico e campagne d’informazione, stanno contribuendo a minimizzarne le conseguenze. Ma le autorità albanesi rimangono indifferenti.

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