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Albania: dal tabacco al timo

Per secoli negli altipiani del nord dell’Albania si è coltivato tabacco. Ora i grossisti pagano prezzi sempre più bassi e gli agricoltori guardano quindi alle erbe medicinali

16/09/2014, Fejzi Braushi -

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(Pubblicato originariamente da Balkan Insight, il 4 settembre 2014)

Foglie di tabacco, dorate dal sole, ricoprono ogni angolo della fattoria di Bujar Kukaj, nella regione di Malësi e Madhe, nel nord dell’Albania. Kukaj, uomo di poche parole, è uno dei trecento agricoltori che coltivano tabacco in quest’area, che si estende dai piedi delle Alpi albanesi alle sponde del lago di Scutari.

La coltivazione del tabacco ha qui una lunga tradizione e risale ai temi pi cui l’Albania faceva parte dell’Impero Ottomano. Ciononostante, attualmente, questi agricoltori hanno difficoltà a trovare acquirenti per il loro prodotto che siano disposti a pagare un prezzo decente per il loro raccolto. Molti hanno così smesso di coltivare tabacco per privilegiare le piante medicinali.

Kukaj ha due piccoli depositi all’interno della sua proprietà. In quest’angolo di Albania, al confine con il Montenegro, la coltivazione del tabacco è una questione di famiglia e richiede duro lavoro da parte dei giovani e dei vecchi. Kukaj e la sua famiglia allargata si svegliano ogni giorno alle 3 e mezza del mattino e lasciano i campi solo dopo che il sole è tramontato.

1931, mercato del tabacco a Tirana (flickr/janwillemsen)

1931, mercato del tabacco a Tirana (flickr/janwillemsen)

“Ci sono troppe sofferenze e troppo poco profitto nel coltivare il tabacco”, si lamenta. “Quest’anno rischiamo di non riuscire a vendere un bel nulla”, aggiunge.

Pochi aiuti dallo stato

Nel suo piccolo ufficio del dipartimento agricoltura della regione Malësi e Madhe, ospitato in un vecchio edificio nella periferia della città di Koplik, Agim Ramaj spiega che la coltivazione del tabacco ha radici profonde nell’area ed è proprio per questo che molti agricoltori faticano a rinunciarvi, nonostante gli alti e bassi del mercato.

“La tipologia di terreno e il clima dalla pianura di Postopoja sino alle rive del lago di Scutari sono adatti alla coltivazione del tabacco”, spiega. Ramaj spiega poi che molti agricoltori avevano abbandonato la coltivazione per anni, prima di ritornarvi nel 2013 a seguito di un aumento dei prezzi fatti all’ingrosso. Gli agricoltori risposero al mercato più favorevole quadruplicando l’area coltivata ma poi quest’anno il prezzo è crollato nuovamente.

“La situazione degli agricoltori non è affatto buona”, sottolinea. “Sino a due mesi fa, almeno 2.000 tonnellate di tabacco se ne stavano chiuse nei depositi”. Ramaj aggiunge poi che gli intermediari offrono prezzi che non coprono nemmeno i costi di produzione e che i piccoli agricoltori dell’area ricevono ben pochi aiuti dallo stato nel negoziare i prezzi o nel trovare mercati per esportare il prodotto.

Nel vicino Montenegro, sottolinea, lo stato offre ai contadini sementi, sussidi per costruire serre e negozi a contratti collettivi con i grossisti. Un altro problema secondo Ramaj sta nel fatto che i grossisti locali preferiscono la varietà orientale di tabacco, altamente aromatica e profumata, anche conosciuta con il nome di tabacco turco. Ma questa varietà non è adatta al clima del nord dell’Albania e quindi i raccolti per ettaro di questa varietà sono scarsi.

In media gli agricoltori locali riescono a produrre circa 800 kg di tabacco per ettaro, che poi vendono per 200/300 lek al chilo (1,5/2,00 euro). “Riescono ad ottenere il minimo per riuscire ad andare avanti anche l’anno successivo”, sottolinea Ramaj.

Piante medicinali

Diversamente dal tabacco, la coltivazione di piante medicinali nella regione di Malësi e Madhe è un settore ben organizzato.

Nella sola Koplik vi sono quattro centri di raccolta e lavorazione per piante medicinali e aromatiche, che portano alla città circa 6 milioni di euro ogni anno. La maggior parte delle erbe prodotte in Albania sono poi esportate all’estero. Il 60% viene inviato in Germania e negli Stati Uniti. Un settore che equivale alla metà dell’esportazione albanese di legno e al 25% dell’intera esportazione albanese di prodotti agricoli.

La pianta più importante del settore è la salvia, che conta per il 50% delle esportazioni, con un volume stimato di 2.000-2500 tonnellate per anno. Altri importanti prodotti sono l’origano, il timo e la santoreggia, e fanno dell’Albania un importante player sul mercato internazionale.

Questi prodotti sono infatti market leader in alcuni paesi dove vengono esportati: più del 50% della salvia importata negli Usa arriva dall’Albania, così come il 70% del timo selvatico importato in Germania, il principale mercato europeo per quanto riguarda piante medicinali e aromatiche.

In ambito nazionale la regione Malësi e Madhe conta da sola per il 70% dell’export totale di piante medicinali e aromatiche. Il sindaco di Koplik, Ramadan Lika, è anche uno dei principali grossisti dell’area di piante aromatiche e medicinali, afferma che i prezzi bassi e l’assenza di aiuti statali sulla coltivazione del tabacco sta portando al suo progressivo abbandono.

Le piante medicinali però in questi anni, continua, hanno dimostrato un mercato più stabile e sicuro e molti intermediari contrattualizzano l’acquisto del raccolto ancor prima che le piante vengano piantate. “Il tabacco è una coltura tradizionale ma sta perdendo terreno”, afferma Lika. “Gli agricoltori qui ora iniziano a capire l’importanza che le piante medicinali hanno sul mercato”, chiosa.

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