Serbia, cresce il tasso di mortalità nelle carceri
Stando all’ultimo rapporto del Consiglio d’Europa sulla situazione delle carceri europee (SPACE), la Serbia è tra i paesi con il più alto tasso di mortalità dei detenuti
(Originariamente pubblicato da Euractiv.rs l’8 aprile 2020)
Al 31 gennaio 2019 i detenuti presenti nelle carceri serbe erano 10.871, un numero di poco superiore rispetto allo stesso periodo del 2018, quando la popolazione carceraria ammontava a 10.807 unità. Persiste quindi il problema del sovraffollamento delle carceri serbe.
Secondo un rapporto del Consiglio d’Europa, nel periodo preso in considerazione (dal 31 gennaio 2018 al 31 gennaio 2019) in Serbia il tasso di detenzione era di 156,1 detenuti ogni 100mila abitanti, registrando un aumento dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo il tasso medio europeo di detenzione era di 106,1 detenuti per 100mila abitanti.
Per quanto riguarda invece le morti nelle carceri, la Serbia figura tra i paesi con il più alto tasso di mortalità per 10mila detenuti. In Serbia il tasso di mortalità nelle carceri è infatti salito dal 32,4% nel gennaio 2018 al 51,5% nel gennaio 2019, contro una media europea del 28,3%. Nel 2018 il suicidio rappresentava il 23,9% del totale dei decessi nelle carceri europee.
Le carceri serbe sono tra le più sovraffollate d’Europa, con 105,5 detenuti per ogni 100 posti disponibili, un dato in lieve diminuzione rispetto al 2017, quando c’erano 109,2 detenuti per ogni 100 posti. La media europea è di 89,5 detenuti per 100 posti.
In Serbia il numero di detenuti per ogni cella è tra i più alti d’Europa: 4,5 detenuti per cella, a fronte di una media europea di 1,4 detenuti per cella.
Al 31 gennaio 2019 nelle 50 amministrazioni penitenziarie (su 52) degli stati membri del Consiglio d’Europa c’erano oltre 1,5 milioni di detenuti.
I paesi con i tassi di detenzione più alti sono la Russia (386,1 detenuti per 100mila abitanti), la Turchia (329) e la Georgia (269,7). Anche altri paesi europei si confrontano con il problema del sovraffollamento carcerario, tra cui Italia, Francia, Belgio, Romania, Ungheria.
I tassi di detenzione più bassi – considerando solo i paesi con oltre 300mila abitanti – si registrano invece in Islanda (40 detenuti per 100mila abitanti), Finlandia (50) e Paesi Bassi (56).
In un comunicato stampa emesso lo scorso 7 aprile, la segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić ha sottolineato che, a causa della pandemia da coronavirus, le autorità competenti dovrebbero ricorrere a misure alternative alla privazione della libertà, soprattutto in situazioni di sovraffollamento.
“Le amministrazioni penitenziarie e le autorità competenti devono intraprendere tutte le azioni possibili per proteggere i detenuti e il personale penitenziario”, ha affermato Pejčinović Burić.
La Serbia è il terzo paese per numero di detenuti per ogni agente penitenziario
Nel decennio 2009-2019 il maggior aumento del numero di detenuti si è registrato in Liechtenstein, Albania e Montenegro, mentre in Lettonia, Georgia e Armenia si è registrato il calo più consistente.
Nello stesso periodo la popolazione carceraria in Serbia è aumentata dell’11,6%.
Per quanto riguarda il numero di agenti penitenziari in rapporto ai detenuti, la Serbia rimane ben al di sotto della media europea. Nelle carceri serbe c’è un agente penitenziario ogni 2,7 detenuti – contro una media europea che vede un agente ogni 1,6 detenuti – , un dato che colloca la Serbia al terzo posto per numero di detenuti per ogni agente, dopo la Turchia e la Macedonia del Nord.
Al 31 gennaio 2019 le donne presenti nelle carceri serbe erano 443, pari al 4,1% del totale dei detenuti, un punto percentuale in meno rispetto alla media europea.
Per quanto riguarda la presenza di stranieri nelle carceri europee, la Serbia è tra i paesi con il minor numero di detenuti stranieri: 317, pari al 2,9% del totale dei detenuti.
L’età media dei detenuti in Serbia è di 36,5 anni, contro una media europea di 35 anni. Sono 213 i minori detenuti in Serbia.
La Serbia spende 21,2 euro al giorno per ogni detenuto
Nel 2018 i 43 paesi membri del Consiglio d’Europa, le cui istituzioni penitenziarie hanno fornito dati relativi al costo dei detenuti, hanno speso oltre 26 miliardi di euro per il mantenimento dei detenuti. Il costo medio giornaliero per singolo detenuto era pari a 68,3 euro, segnando un aumento di 2 euro rispetto al 2017. La Russia ha speso 2,4 euro al giorno per ogni detenuto, la Norvegia e la Svezia 335 euro al giorno, e il Lussemburgo 1154 euro.
Nel 2018 la Serbia ha speso 83,34 milioni di euro per il mantenimento dei detenuti, ovvero 21,2 euro al giorno per ogni detenuto.
Quanto alla durata della reclusione, la Serbia è tra i paesi con la più corta durata media della reclusione (6,2 mesi), preceduta solo da Finlandia e Irlanda (5,9 mesi). La durata della pena inflitta si attesta più frequentemente tra uno e tre anni, sia in Serbia che nel resto d’Europa.
Nel 2018, in Serbia non è stata comminata nessuna pena dell’ergastolo, mentre in Europa le condanne all’ergastolo ammontavano all’1,3% del totale delle condanne.
Nel periodo preso in considerazione dallo studio, in Serbia la quota più alta di detenuti (il 25%) scontava una pena per furto, mentre a livello europeo la percentuale più alta di detenuti era in carcere per reati connessi al traffico di stupefacenti (il 18%), per furto (il 14%) e per omicidio (il 13%).
Nel 2018 dalle carceri serbe sono stati rilasciati 20.886 detenuti, mentre 42 detenuti sono fuggiti, uno dei quali scontava la pena in un carcere di massima sicurezza.
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