Scandalo OGM in Croazia
Un laboratorio pubblico scopre in commercio alimenti geneticamente modificati. Il Ministero della Sanità minimizza, ma il Centro Comune di Ricerca di Ispra, in Italia, conferma. Insorgono le associazioni dei consumatori. Cosa si mangia in Croazia?
"Negozi pieni di alimenti modificati geneticamente", "I Croati comprano olio di soia geneticamente modificata", "Carne anche in paté vegetariani", "Organismi geneticamente modificati (OGM) in un prodotto alimentare su due", "La gente ha il diritto di sapere che cosa mangia": sono solo alcuni dei titoli che dominano in questi giorni le prime pagine dei giornali croati. La Croazia è sotto choc per un nuovo scandalo scoppiato quando il Laboratorio per la Diagnosi Molecolare di Osijek, che fa parte del Dipartimento della Sanità Pubblica, ha pubblicato i risultati delle analisi di 33 prodotti alimentari, scelti a caso nei negozi della città. E’ emerso infatti che 14 dei prodotti presi in considerazione contenevano ingredienti geneticamente modificati in quantità superiori all’1%. Nessuno di quei prodotti indicava nella etichetta che conteneva componenti modificate geneticamente.
"E’ la prima volta che qualcuno in Croazia dimostra la presenza di OGM in prodotti alimentari che, secondo la etichetta, non dovrebbero averne – osserva il dottor Josip Milas, direttore dell’Ufficio della Sanità Pubblica di Osijek. Definirei "spaventosa" questa nostra scoperta, non solo per quanto riguarda gli OGM, ma anche più in generale per il fatto che i produttori non si curano di quanto è scritto sui propri prodotti. Abbiamo infatti trovato manzo e maiale nel paté di pollo, e c’erano diversi tipi di carne nel paté vegetariano."
La scoperta choc fatta dai laboratori di Osijek ha posto la questione di cosa mangiano realmente i Croati, e di quanto si possa essere certi che un prodotto contenga davvero quello che indica l’etichetta. Come è possibile che i prodotti di soia (salse, latte di soia, salame di pollo con ingredienti di soia), vari paté vegetariani, fiocchi di granturco, olio o mais in scatola contengano ingredienti modificati geneticamente che non sono menzionati nella etichetta del prodotto?
La Croazia non dispone ancora di una regolamentazione che obblighi i produttori ad apporre una etichetta speciale sui cibi che contengano OGM, ma l’Ufficio della Sanità Pubblica della Croazia dichiara di accogliere la pratica europea secondo la quale gli alimenti non dovrebbero contenere una quantità superiore all’1% di ingredienti geneticamente modificati, e questo dovrebbe essere riportato chiaramente su tutti i prodotti di questo tipo. In base alla Normativa Alimentare, tuttavia, il produttore deve indicare esattamente tutte le componenti del prodotto, e la inosservanza di tali disposizioni prevede multe dalle 100.000 alle 500.000 kune (da 12.500 a 65.000 euri circa).
Il Ministro della Sanità, Andrija Hebrang, ha cercato di sminuire la portata dei risultati dei laboratori di Osijek per cercare di calmare il panico causato dalle analisi: "Su dodici prodotti dello stesso tipo di quelli presi in esame ad Osijek, abbiamo trovato che solo uno conteneva una percentuale superiore all’1% di OGM. L’indagine è stata condotta dal Laboratorio Centrale di Zagabria." Il Ministro della Sanità croato ha mostrato profonda irritazione nei confronti del direttore dell’Ufficio di Sanità Pubblico di Osijek, dichiarando che i risultati erano stati pubblicati troppo presto, e che tutto doveva essere controllato una seconda volta da un laboratorio di qualche Paese della UE certificato per condurre tali analisi.
"Non siamo degli incoscienti e crediamo che la gente debba sapere se il cibo che mangia contiene OGM. Abbiamo controllato tutti i risultati tre volte, e abbiamo poi inviato tutti i prodotti al Centro Comune di Ricerca di Ispra, in Italia. I risultati sono stati identici ai nostri. Il nostro laboratorio è nuovo, fornito delle attrezzature più moderne, e i nostri esperti sono stati formati al Centro Europeo per la ricerca degli OGM di Ispra – ha replicato il direttore dell’Ufficio di Osijek."
I consumatori sono sdegnati per il fatto che nessuno voglia rivelare i nomi dei produttori che hanno omesso la indicazione sulla presenza di OGM nei propri prodotti: "Perché i nomi dei produttori che ingannano i consumatori non vengono rivelati? Chiediamo che i nomi siano resi pubblici, si tratta di una negazione del diritto fondamentali del consumatore di sapere cosa c’è nel cibo che acquista – ha dichiarato Mira Brumercek-Lukacevic, presidente della Associazione per la Tutela dei Consumatori di Osijek.
La organizzazione non governativa "Libertà di movimento – Associazione Verde di Osijek" ha fatto le stesse richieste: "Chiediamo urgentemente la divulgazione dei nominativi relativi a prodotti, fabbricanti, importatori e punti vendita che commercializzano prodotti geneticamente modificati senza indicazione. Chiediamo che il caso sia portato di fronte alla pubblica accusa e che i responsabili siano puniti secondo le leggi." I Verdi si sono appellati ai consumatori invitando alla cautela nell’acquisto dei prodotti, e chiedendo di riferire i casi di prodotti che non contenevano quanto indicato nella etichetta.
Ai consumatori, però, tali raccomandazioni sono di scarsa utilità. Il direttore della ditta "Zagreb Oil", Anto Bojic, ha dichiarato che la Croazia ha venduto olio prodotto con soia geneticamente modificata per anni: "L’anno scorso abbiamo preso alcune confezioni di olio importato che recava la scritta "No OGM" dagli scaffali di diversi negozi croati. I risultati delle analisi condotte nei nostri moderni laboratori, confermati dalla Università per le Scienze Alimentari e le Biotecnologie di Zagabria, hanno dimostrato che l’olio era effettivamente fatto di soia. Indagini ulteriori hanno tuttavia mostrato che non era stato prodotto nella Repubblica Ceca, come dichiarato dalla etichetta, ma in Germania, con soia proveniente dagli Stati Uniti. Da anni tutta la soia degli Stati Uniti contiene OGM – ha affermato il direttore della Zagreb Oil.
Prove ulteriori sul fatto che nei negozi croati c’è veramente di tutto sono state fornite l’anno scorso da una indagine dell’Istituto Veterinario della Croazia, che ha rilevato tracce significative di antibiotici in 14 campioni di latte e 4 di carne presi in esame, così come anche nei campioni di miele. Calamari importati contenevano invece tracce di un pericoloso metallo, il cadmio.
Malgrado la Croazia abbia una Associazione per la Difesa dei Consumatori e vengano condotte diverse ispezioni sugli alimentari, il crescente numero di organizzazioni non governative che si batte per un ambiente salutare e per il diritto ad una vita più sana resta impotente di fronte alla forte lobby degli importatori e dei produttori, che è disposta a violare la legge pur di realizzare profitti maggiori. Mentre il movimento Greenpeace, in Europa, è riuscito ad obbligare i fabbricanti di alimentari ad indicare chiaramente quali prodotti contengano OGM, una cosa simile in Croazia appare ancora lontana nel tempo.
Vedi anche:
– Croazia: import alimentare alle stelle
Altri nostri articoli sugli OGM nel sud est Europa:
– Albania: aiuti geneticamente modificati
editor's pick
latest video
news via inbox
Nulla turp dis cursus. Integer liberos euismod pretium faucibua