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Scacco agli ‘sfacciati’

Una banda di criminali, dedita ai sequestri di persona, ha tenuto in scacco la Bulgaria per mesi. Ora il giro di vite voluto dal premier Borisov con l’operazione di polizia denominata "Gli sfacciati"

23/12/2009, Francesco Martino - Sofia

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"Questi criminali sono degli sfacciati, dei bastardi arroganti che non si facevano problemi a mozzare le dita alle proprie vittime". E’ così che, nel suo stile diretto e inconfondibile, il premier bulgaro Boyko Borisov ha commentato l’arresto di una ramificata banda dedita al sequestro di persone, che ha tenuto sotto scacco il paese negli ultimi anni.

L’operazione, battezzata per l’appunto "Naglite" ("Gli Sfacciati"), è partita all’alba del 17 dicembre. Nel giro di poche ore a Sofia e in altre città sono state fermate 25 persone, di cui cinque poi arrestate perché considerate il nucleo operativo dell’organizzazione. Una seconda fase, portata a termine ieri, 22 dicembre, ha portato al successivo arresto di altri cinque sospetti. Nell’azione sono state individuate anche abitazioni, appartamenti e garage utilizzati dalla banda come prigioni per le proprie vittime.

In Bulgaria i sequestri di persona a scopo di estorsione sono diventati in questi anni un fenomeno preoccupante, e hanno conosciuto una vera impennata a partire dalla seconda metà del 2007. L’ultima vittima è stato Rumen Guninski, 22 anni, figlio di un noto imprenditore, rapito il 19 ottobre 2009 a Studenski Grad (il quartiere studentesco di Sofia) e rilasciato un mese più tardi dopo il pagamento, mai confermato, di un forte riscatto.

Molti rapimenti hanno toccato personaggi pubblici e del mondo del business. Nell’ottobre 2007 venne sequestrato Mihail Kraus, figlio di Vilhem Kraus, ministro dei Trasporti all’epoca del governo Kostov. Il sequestrato venne rilasciato dopo un mese, ma il pagamento di un riscatto di 300mila euro non evitò alla vittima il taglio di una falange del mignolo della mano destra.

Più recentemente hanno fatto scalpore i sequestri dei businessman Kiro Kirov e Vene Sotirov. Di quest’ultimo, sequestrato in pieno giorno il 16 aprile 2009 con un’azione particolarmente violenta, fino ad oggi non si ha alcuna notizia.

Ancora più rocambolesco il sequestro di Angel Bonchev, ex-lottatore e presidente della club calcistico Litex (che milita nella serie A bulgara) avvenuto nel maggio 2008. Il giorno della sua liberazione, durante le fasi concitate del pagamento del riscatto, venne infatti rapita sua moglie Kameliya, liberata poi a fine giugno.

La violenza e "sfacciataggine" dei rapitori ha messo in risalto l’evidente difficoltà, o meglio l’impotenza, da parte delle istituzioni. Pressato da critiche crescenti, il governo ha proposto un forte inasprimento delle pene, misure approvate dal parlamento a metà dicembre. Oggi chi rapisce a scopo di estorsione rischia un minimo di 15 anni, fino all’ergastolo in caso di recidiva. Le leggi più severe non avevano però portato fino ad oggi a risultati visibili nella lotta al fenomeno.

Secondo le informazioni disponibili, il gruppo degli "Sfacciati" sarebbe direttamente coinvolto in almeno 12 sequestri, tra cui tutti quelli menzionati, con la possibile eccezione del caso Sotirov. Tutti gli arrestati, con un ricco dossier criminale alle spalle, sono già noti alle forze dell’ordine, e secondo la tradizione del mondo criminale bulgaro portano soprannomi (più o meno fantasiosi) come Ivan "la Papera", Poli "il Culturista", e Ljubo "il Canottiere".

Il gruppo criminale, secondo le ricostruzioni della polizia, doveva la sua efficienza alla capacità di organizzare tutte le fasi di un sequestro, dal furto delle automobili utilizzate nelle varie azioni alla gestione di numerosi "alloggi-prigione", per arrivare alla gestione delle trattative per il riscatto.

Borisov non ha esitato a lodare l’operato della polizia, rivendicando la paternità politica del successo e assicurando l’opinione pubblica sul fatto che stavolta le prove accumulate da polizia e procura saranno sufficienti per portare a condanne effettive. "Abbiamo frammenti di DNA dei rapitori", ha dichiarato il premier. Nelle ultime ore di ieri, poi, sembra che alcuni membri dei "Naglite" abbiano deciso di confessare le proprie responsabilità.

Il successo dell’operazione è molto importante per Borisov. Il nuovo premier bulgaro, ex bodyguard ed ex capo della polizia, ha trionfato alle elezioni dello scorso luglio promettendo lotta senza quartiere a corruzione e criminalità organizzata, fenomeni criminali che hanno guadagnato alla Bulgaria la triste fama di "pecora nera dell’Ue" e hanno portato al congelamento di ingenti fondi comunitari.

Se fino ad oggi i risultati conseguiti nella lotta alla corruzione dal "premier sceriffo" sono ancora timidi, e confinati soprattutto nel campo delle intenzioni, nella lotta alla criminalità le cose non sembrano andar meglio. Il colpo portato alla banda degli "Sfacciati", proprio alla vigilia delle feste natalizie, serve quindi a dare respiro all’azione dell’esecutivo.

Borisov ha approfittato delle circostanze per lanciare alcune frecciate politiche ai propri avversari. "Negli ultimi venti anni non c’è stata alcuna forma di prevenzione nei confronti della criminalità … Durante il mandato dell’ex ministro degli Interni Mihail Mikov (socialista) nessuno ha lavorato sui casi di sequestro".

Lo stesso Mikov aveva contestato in parlamento le nuove norme sui sequestri: secondo l’ex ministro, equiparando la pena per questo reato a quella per l’omicidio, si creano le condizioni per spingere i sequestratori ad uccidere nel caso in cui la vittima dovesse riconoscere i propri carcerieri.

Nonostante la sicurezza ostentata dal premier, alcune delle vittime, intervistate dalla stampa locale, si sono mostrare più caute nel proprio ottimismo. "E’ presto per esprimersi", ha detto l’imprenditore Kiro Kirov. "Sapete bene come funziona da noi, fermano qualcuno, ma poi viene fuori che non ci sono prove a sufficienza e torna in libertà. "Ancora non si sa se sono questi i veri autori del sequestro", ha dichiarato Angel Bonchev, "ma se venisse dimostrato, mi sentirei certo sollevato".

L’indiscutibile successo dell’operazione "Naglite" è stato poi in parte offuscato dall’emergere di evidenti coperture di cui ha beneficiato il gruppo criminale all’interno delle strutture del ministero degli Interni. Le informazioni su indagini e operazioni di polizia continuano ad arrivare regolarmente al mondo criminale. Per arrivare all’arresto degli "Sfacciati", si è reso necessario l’intervento diretto ed esclusivo del ministro degli Interni, Tzvetan Tzvetanov, e dei capi della procura e dei servizi di sicurezza, tutti riuniti in sedute notturne nell’abitazione privata del premier.

Nuove polemiche sono poi sorte sulla figura di uno degli arrestati, Anton Petrov (o meglio Toni "il Criceto"). Petrov, presidente del club di karate "Levski Spartak" sarebbe infatti in affari con l’ex deputato socialista Zahari Zahariev e avrebbe interessi diretti nella compagnia di assicurazioni "Lev Ins".

Se confermata, quest’ultima notizia farebbe pensare alla più diabolica "quadratura del cerchio". La "Lev Ins" infatti, dalla scorsa primavera, è la prima compagnia bulgara ad offrire un pacchetto assicurativo contro i rapimenti, con la copertura di riscatto, costi legali e le spese mediche.

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