Tipologia: Notizia

Tag:

Area: Romania

Categoria:

Romania: le ceneri fumanti della Guardia di Ferro

La Guardia di Ferro ha ancora dei nostalgici in Romania. Ufficialmente dissolta dal Maresciallo Antonescu dopo il tentativo di colpo di stato e il progrom del gennaio 1941, questo movimento ha continuato di fatto ad esercitare la sua influenza. Un’intervista allo storico Adrian Cioflâncă

29/07/2015, Giuseppe Lauricella -

Romania-le-ceneri-fumanti-della-Guardia-di-Ferro

(Pubblicato originariamente da Rfi il 27 gennaio 2015 e selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBC)

Nel quadro delle vostre ricerche sul fascismo e l’antisemitismo in Romania, quale il ruolo giocato dal Consiglio nazionale per gli studi degli archivi della Securitate (CNSAS)?

Gli archivi del CNSAS non si limitano al periodo di Ceaușescu e alle attività della Securitate, ma sono anche archivi fondamentali nel paese sull’Olocausto. La maggior parte dei massacri e degli abusi antisemiti sono stati oggetto di inchieste e di processi sotto il Maresciallo Antonescu.

Il CNSAS ha recuperato archivi che provengono dai Servizi romeni d’informazione (SRI), dal ministero della Giustizia e della Difesa, e dossier che trattano della repressione comunista nei confronti dei legionari. In questi archivi si trovano i processi ai legionari che parteciparono alla rivolta e al progrom di Bucarest, nel 1941.

Dove avete scoperto questi archivi?

I principali dirigenti della Guardia di Ferro che hanno partecipato a questa ribellione sono stati giudicati nel giugno del 1941. Nei 76 volumi del dossier vi sono elementi interessanti mai trattati e che meriterebbero di essere studiati. La percezione di Antonescu dei moti del 1941 ha influenzato la scrittura della storia. L’accento principale è stato posto sul tentativo della Guardia di Ferro di fare un colpo di stato. Il progrom è stato menzionato molto meno. Ciononostante, con questa insurrezione, la Guardia voleva provocare il massacro. La Romania di Ion Antonescu si preparava ad entrare in guerra al fianco della Germania nazista. Le autorità radicalizzarono le loro posizioni nei confronti degli ebrei e quindi non avevano alcun interesse a sollevare la questione dei crimini anti-semiti durante i processi ai leader della ribellione legionaria. Ed è per questo che negli anni la ribellione è stata percepita esclusivamente come un tentativo di colpo di stato. E nient’altro.

I negazionisti negano del tutto il progrom avvenuto nel gennaio del 1941. E’ per ignoranza o malafede?

L’una e l’altra. E’ un dato acquisito che non se ne parla né a scuola, né sui media e quindi alcuni non ci credono. Il progrom fu estremamente violento: centinaia di ebrei vennero picchiati, torturati ed assassinati, case e sinagoghe incendiate. I dubbi che aleggiano potrebbero però sparire immediatamente con la lettura di un buon libro di storia. Chi nega questi accadimenti lo fa perché si rifiuta di informarsi sulla questione.

C’è inoltre da sottolineare che molti si rifiutano di rispondere ai sondaggi realizzati sul coinvolgimento della Romania nell’Olocausto, perché il tema è tutt’ora percepito come delicato. Esiste ancora nel nostro paese una barriera culturale e una sorta di pressione sociale insidiosa, che proviene dalla nostra tradizione nazionalista.

Dopo il gennaio 1941 La guardia di Ferro è stata sciolta. Sono spariti anche i legionari e la loro ideologia?

La repressione di Antonescu nei confronti dei leader dei legionari e di chi ha partecipato ai moti ha decapitato il movimento. Nell’estate del 1941, molti erano o in prigione o sorvegliati dalla polizia. Altri erano fuggiti all’estero. Questa è una panoramica generale. Ma se guardiamo più nel dettaglio, la situazione risulta più complicata.

Nel prepararsi ad entrare in guerra contro l’Unione sovietica, Antonescu volle pacificare e controllare le forze nazionaliste con la formula del “nazionalismo integrale”. Ha quindi combinato repressione e cooptazione. Secondo le mie ricerche, malgrado il divieto formale a livello nazionale, molti legionari sono entrati a far parte dell’esercito o dei Servizi romeni d’informazione.

Con quali conseguenze?

La repressione non è stata implacabile, molti legionari sono rimasti attivi in seno a piccoli gruppi più o meno radicali e di cui si sa ben poco. E’ il caso ad esempio dei movimenti Grupul Răzleților, Grupul Spărgătorilor de Fronturi, Comitetul celor 1000 o ancora Frățiile de Cruce. Un fenomeno che è anche il risultato dell’assassinio di Corneliu Zelea Codreanu nel 1938 (fondatore e guida della Guardia di Ferro, ndr), che ha causato notevoli problemi di leadership. Malgrado gli sforzi di centralizzazione effettuati all’inizio degli anni ’30 la Guardia di Ferro non è mai stato un movimento compatto.

Dopo il gennaio 1941 le attività dei legionari vengono gestite da dirigenti di secondo rango che appartenevano ad organizzazioni operaie, studentesche o anticomuniste. Il movimento ha partecipato attivamente alla radicalizzazione dell’atmosfera politica, in particolare sul tema ebraico, proponendo “soluzioni” violente. Ma i principali responsabili dell’Olocausto rimangono le autorità romene dell’epoca.

Il movimento legionario esiste ancora in Romania?

Non sono uno specialista di movimenti radicali. Possono solo notare che i legionari cercano sempre più di ottenere visibilità nella sfera pubblica e di influenzare il discorso politico in generale.

Non voglio esagerare ma è quanto accaduto negli anni ’20 del secolo scorso. L’atmosfera dell’epoca andò degenerando a causa di risposte mancate da parte dello Stato. I servizi di sicurezza hanno creduto di essere in grado di controllare i legionari, la giustizia è stata troppo tenera nei loro confronti, la politica troppo confusa se non tentata dal discorso antisemita. Tutto questo ha contribuito alla degenerazione della democrazia negli anni tra le due guerre mondiali.

Tutt’ora si polemizza sul fatto di definire o meno la guardia di Ferro un movimento fascista o meno…

In effetti ho più volte sottolineato che il dibattito sull’essere fascista della guardia di Ferro è evitato tutt’ora attraverso numerosi sofismi. Spesso lo si compara al fascismo italiano. E, nel constatarne le differenze, si arriva alla conclusione che l’ideologia legionaria non è fascista.

Ciononostante gli storici che studiano i movimenti radicali in Europa tra le due Guerre evidenziano i tratti comuni di queste organizzazioni politiche estremiste. E il movimento dei legionari romeni è inserito in tutti i lavori più rilevanti che riguardano il fascismo europeo. E’ ovvio che la guardia di Ferro abbia caratteristiche anche proprie, come tutte le organizzazioni fasciste europee. Ho però a volte l’impressione che, nelle discussioni pubbliche in Romania, si facciano  scoperte che non sono però più un segreto per nessuno.

 

* Adrian Cioflâncă è membro del Consiglio nazionale per lo studio degli archivi della Securitate e della Commissione Wiesel per lo studio dell’Olocausto.

editor's pick

latest video

news via inbox

Nulla turp dis cursus. Integer liberos  euismod pretium faucibua

Possono interessarti anche