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Romania: due secoli di satira

Dal diciannovesimo secolo ai giorni nostri, una rassegna dei principali illustratori satirici della Romania, le loro caricature e i rapporti col potere

13/04/2015, Dodo Nita -

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(Pubblicato originariamente da Les Nouvelles de Roumanie nel marzo 2015, tit. orig. "La caricature roumaine sous perfusion")

L’arte della caricatura in Romania si è sviluppata di pari passo con l’affermarsi della stampa, a partire dalla fine del 19mo secolo. Più la tecnica tipografica migliorava più cominciavano ad apparire riviste satiriche. Purtroppo, inquadrata nel periodo comunista e messa in ginocchio dopo la “Rivoluzione” dalle carenze economiche, questo genere che ben incarna lo spirito romeno è in via di sparizione.

Molti nomi dominano il campo dell’illustrazione nel periodo in cui la Romania è divenuta un regno: Constantin Jiquidi, Francisc Sirato, Nicolae Tonitza, Ion Anestin, Iosif Ross Petrescu Gaina. Tra questi Constantin Jiquidi è stato un vero precursore, estremamente prolifico nonostante sia morto giovane (a 34 anni, 1865-1899). Le su caricature sono state esposte in varie mostre ed ha pubblicato anche un libro, titolato semplicemente “Caricature”. Attorno al 1895, il giovane artista si recò a Parigi per fare pratica. Lavorerà in varie redazioni e sotto l’influenza di una pubblicazione dell’epoca che presentava la storia di Cristoforo Colombo a fumetti, pubblicherà nel 1896, al suo ritorno a Bucarest, i primi fumetti in Romania.

Ma sarebbe un’ingiuria non nominare l’influenza decisiva che ha avuto in questo campo uno dei più grandi scrittori romeni, Ion Luca Caragiale (1852-1912), autore in particolare di pezzi teatrali satirici sui suoi contemporanei e sulla classe politica dell’epoca. D’altronde la principale, e di fatto l’unica rivista romena contemporanea che ha fatto della caricatura la propria specificità, sia per le sue illustrazioni che per i suoi articoli – e spesso paragonata al Canard Enchaîné – Academia Catavencu, ha preso ispirazione per il suo nome da una delle opere principali di Ion Luca Caragiale: “Una lettera perduta”.

Re, banconote e francobolli

L’ambiente della caricatura dei primi decenni del ‘900 è stato caratterizzato dalla figura di Ary Murnu. D’origine arumena, è nato nel nord della Grecia nel 1881. Dopo studi in campo artistico in Germania e Romania, si stabilì a Bucarest e si sposò con una romena. Incredibilmente talentuoso e prolifico, pubblica illustrazioni su libri (in particolare manuali scolastici), fumetti (nelle riviste Lumea Copiilor e Lumina Copiilor) e soprattutto vignette in varie riviste come Belgia Orientului, Reforma, Duminica.

Nel giornale satirico Furnica (1918-1930) si mostra particolarmente feroce nei confronti della monarchia. Ma quando la rivista chiude, nel 1930, Murnu cambia totalmente registro, abbandona la satira e comincia a lavorare per lo stato romeno, disegnando banconote e francobolli…. alcuni dei quali raffigurano vari monarchi romeni, presi di mira qualche mese prima.

Nel corso della sua carriera l’illustratore ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Con l’instaurarsi del comunismo, nel 1944, Ary Murnu si ritirerà in pensione, vivendo sino all’età di 90 anni.

Uno all’indice, l’altro a Parigi

A partire dagli anni 30 e sino alla presa del potere dei comunisti, la satira romena sarà incarnata da due illustratori concorrenti, ma ciononostante amici: Neagu Radulescu e George Voinescu.

Neagu Radulescu ha pubblicato romanzi e fumetti ma è conosciuto in particolare per le sue vignette sulla vita politica e artistica della Romania. Purtroppo, tra le sue creazioni vi è il fumetto del soldato Neata che combatte i bolscevichi e questo gli varrà la messa all’indice dopo la fine della Seconda guerra mondiale e il divieto a pubblicare che durerà per 15 anni. Verso la fine della sua vita verrà “recuperato” dal regime e potrà tornare a pubblicare, sia vignette che romanzi.

Il più giovane George Voinescu è emulo dello stesso Radulescu e finirà col fargli ombra con le sue mostre e le sue illustrazioni. Dopo l’arrivo dei comunisti al potere lavorerà come scenografo in un teatro e approfitterà del breve momento di liberalizzazione della società romena, nel 1968, per trasferirsi a Parigi, dove si guadagnerà da vivere illustrando numerose copertine di libri.

Una caricatura in salsa sovietica

Quando il comunismo si è definitivamente instaurato in Romania, alla fine del 1947, la satira ha seguito l’esempio sovietico: è diventata un nuovo strumento del regime.

Per almeno 15 anni vittima designata dei nuovi caricaturisti romeni sarà il capitalismo e il militarismo americano, inglese e tedesco, elevati a nemici del popolo romeno assieme ai borghesi, agli industriali e ai politici del regime appena abbattuto in Romania.

Forse a causa della sua lunga amicizia con la Romania, o forse perché non pesa poi più molto sullo scacchiere internazionale dopo l’occupazione del 1940, la Francia sarà risparmiata. E’ una rivista mensile, Urzica, a raccogliere la maggior parte dei lavori dei caricaturisti romeni tra il 1948-1989. Dopo l’arrivo al potere di Nicolae Ceaușescu, che auspica un ravvicinamento con i paesi occidentali, le vignette critiche nei loro confronti spariscono dalle pagine di Urzica. Gli illustratori romeni iniziano a ridicolizzare il romeno medio, evitando in ogni caso di toccare i membri del Partito comunista romeno.

Fuoco di paglia

Con la “Rivoluzione” la satira romena, dopo aver conosciuto un primo periodo di straordinaria effervescenza, entra in un lungo periodo di agonia. Nacquero numerose riviste satiriche ma, – abbattute dall’inflazione, dalla situazione economica precaria, dall’impoverimento dei lettori, dalla loro perdita d’interesse per la situazione politica generale – spariscono altrettanto velocemente.

Gli illustratori non sono più in grado di vivere del loro mestiere che abbandonano, per guadagnarsi da vivere in altri modi.

Attualmente esistono solo tre riviste satiriche: Academia Catavencu, Catavencii, Kamikaze, tutte e tre nate dalla chiusura della rivista Academia Catavencu, che ha caratterizzato il decennio 1990-2000. Sono pochi gli illustratori che riescono a pubblicare quotidianamente o ogni settimana i loro lavori: sono Terente su Evenimentul Zilei, Vali Ivan su Adevarul; Mateo su Curierul. Bogdan Petry disegna regolarmente copertine umoristiche per Evenimentul Zilei e Catavencii. Costel Patrascan firma regolarmente caricature per Academia Catavencu.

Al di fuori della capitale Bucarest è ancora peggio. Lucian Amarii – Jup, di Iasi, è l’unico che vale la pena menzionare. Ha iniziato la sua carriera nel 1990, sotto l’influenza dei disegni di Wolinski. Non bisogna però dimenticare Gabriel Bratu, di Craiova. A 80 anni resta il solo vignettista romeno fedele al suo giornale Inainte/Cuvantul Libertatii, dove pubblica le sue illustrazioni umoristiche fin dal 1948!

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