Rom e scuola: come uscire dal circolo vizioso
Solo il 9% dei bambini rom termina il ciclo di scuola obbligatorio. Il dato emerge dalla presentazione dei risultati di un progetto volto all’integrazione dei bambini rom nelle scuole, presentato nei giorni scorsi a Belgrado.
Motivare i bambini rom e le loro famiglie nel frequentare la scuola e nel non temere le relazioni ed i contatti con le altre comunità. Era questo l’obiettivo che si proponeva un progetto realizzato dal gennaio al settembre scorso, grazie al sostegno dell’Ambasciata olandese, i cui risultati sono stati presentati per la prima volta il 16 settembre scorso presso il Media Center di Belgrado.
"Abbiamo avuto l’impressione che sia tendenza di alcuni insegnanti quella di nascondere i problemi relazionali che vi sono tra bambini rom e bambini non-rom" ha affermato uno dei responsabili del progetto "ma molte scuole si sono in ogni caso dimostrate disponibili".
Slavica Vasic, del Centro per le donne rom "Bibita" ha tenuto a precisare come solo il 9% dei bambini rom termina la scuola obbligatoria mentre solo il 2% arriva al termine di una scuola superiore. La percentuale si abbassa ulteriormente se si considera quelli che riescono a conseguire una laurea: solo lo 0,2%.
"Un vero e proprio circolo vizioso che deve essere interrotto: i bambini rom non vanno a scuola perché sono troppo poveri, sono poveri perché i loro genitori non lavorano e questi ultimi non lavorano perché non hanno alcun tipo di educazione" (Politika, 17.09.02).
Il gruppo attivista rom "Anglunipe" ha in questi giorni reso noto che rifiuterà i pacchetti di libri destinati ai bambini rom la cui distribuzione è stata promossa dal Ministero per le minoranze etniche e nazionali. I responsabili dell’associazione hanno spiegato come secondo quanto era previsto più di 2330 scolari avrebbero dovuto ricevere i libri. In realtà li avrebbero ricevuti solo 419 scolari, e perdipiù avrebbero ricevuto pacchetti incompleti.
Milica Simic, responsabile del settore educazione della "Anglunipe" si chiedeva cosa significasse se al posto dei dieci libri di testo necessari ne erano arrivati solo due. "Significa forse che i bambini rom dovrebbero accontentarsi di studiare due materie?" (Danas, 17.09.02).
Dura replica dal Ministero per le minoranze etniche e nazionali. "Quella dell’associazione è un attitudine sbagliata nei confronti di un’azione umanitaria". Dal gabinetto del Ministro si afferma poi che l’associazione Anglunipe "interpreta male le azioni del Ministero. La distribuzione dei libri di testo non era infatti un atto dovuto ma legato alla buona volontà del Ministero stesso".
"Tutte le altre associazioni rom di Belgrado, Bogatić, Kragujevac, Kraljevo, Čačak, Niš, Leskovac, Surdulica, Vojvodina, Velika Plana, Preševo, Bujanovac, Medveđa, hanno accettato i libri di testo con gratitudine", si nota in un comunicato stampa emesso dallo stesso Ministero (Politika, 18.09.02).
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