Rimpasto d’estate
Il governo macedone tornerà dalle vacanze con un volto nuovo. Il premier Gruevski sta effettuando un rimpasto senza fornire giustificazioni pubbliche. Tra le vittime eccellenti i responsabili di Integrazione europea e Finanze, due settori chiave nel futuro prossimo del paese
Il governo del premier macedone Nikola Gruevski andrà in vacanza, se lo farà, dopo un rimpasto. Parecchi ministri si sono dimessi o sono stati sollevati dall’incarico con una rapida ed inaspettata ricomposizione governativa all’inizio di luglio. La procedura non è stata quella classica. E’ arrivata senza preavviso e senza molte spiegazioni. La maggioranza dei ministri fatti dimettere non hanno rilasciato dichiarazioni. Si sono limitati a presentare una lettera di dimissioni con spiegazioni generiche e diplomatiche.
Il ministro delle Finanze Trajko Slavevski, vecchio amico di Gruevski, è stato l’unico che si è rifiutato di farsi da parte in silenzio. E’ stato sollevato dall’incarico dal primo ministro ed il suo rimpiazzo è stato argomento di un lungo dibattito in parlamento.
Tutto è iniziato con le strane dimissioni di Ivica Bocevski, vice primo ministro e responsabile per l’Integrazione europea. Durante un viaggio negli Usa, all’inizio di luglio, Bocevski ha semplicemente scritto una lettera di dimissioni. Nella missiva il vice-premier diceva di lasciare l’incarico poiché non poteva essere di nessuna utilità, o, più precisamente, che non vi era spazio per lui per rendersi utile.
Bocevski non ha voluto fare alcun commento, e al momento si troverebbe ancora all’estero. Neanche da parte del governo vi è stato alcun commento. Bocevski è stato rapidamente sostituito da Vasko Naumovski, giovane professore di diritto.
Il momento scelto per l’allontanamento di Bocevski è stato quanto meno inopportuno. La Macedonia ha bisogno di accelerare le riforme necessarie al suo accesso all’Unione europea. Quattro provvedimenti legislativi cruciali, relativi a pubblica amministrazione, affari esteri, finanziamento dei partiti politici e parlamento, devono essere approvati prima dell’autunno, se la Macedonia spera di poter iniziare a negoziare con l’Ue.
La Macedonia ha ottenuto lo status di candidato nel 2005, ma non è stata ancora stabilita una data di inizio dei negoziati. Questa dipende dalla attuazione delle riforme ed il paese è stato messo in lista d’attesa per quattro anni. Le elezioni dello scorso anno, segante da episodi di violenza, hanno allontanato le prospettive di ingresso. I prossimi mesi saranno cruciali poiché la Commissione europea ha consigliato, nella sua relazione annuale, l’inizio del negoziato per la fine dell’anno.
Bocevski era la persona chiave per l’integrazione europea. Le sue dimissioni ed il suo rimpiazzo con chi viene descritto da alcuni commentatori come "un velato euro scettico" arrivano in un momento difficile. Secondo l’opinione di alcuni media le sue improvvise dimissioni hanno a che fare con "incontri segreti" con funzionari greci sulla questione del nome.
Probabilmente, però, le opinioni di Bocevski sulle riforme volute dall’Ue si scontrano con quelle del primo ministro. Mentre Bocevski ha decise posizioni europeiste, Gruevski è considerato molto meno coinvolto nella agenda europea.
"Bocevski ha fatto tutto ciò che gli è stato consentito fare", ha dichiarato a radio Europa libera Pero Dimshovski, suo segretario presso l’ufficio per gli Affari europei, un paio di giorni dopo le dimissioni di Bocevski. Ha poi aggiunto che la Macedonia ha bisogno dell’impegno diretto del primo ministro e non di un suo vice, per raggiungere l’obiettivo dell’integrazione europea.
L’ambasciatore dell’Unione europea in Macedonia, Ervan Fuee, che ha incontrato Naumovski subito dopo la sua nomina, ha dichiarato che il nuovo incaricato deve iniziare a lavorare immediatamente se il paese vuole sperare una buona relazione da parte della Commissione. "Non è tempo per le lune di miele", ha dichiarato Fuere.
Un paio di giorni dopo l’"affare Bocevski", il primo ministro Gruevski ha "accettato le dimissioni" di due altri ministri, e di un altro paio di funzionari governativi. Il ministro dell’Istruzione, Pero Stojanovski, ha lasciato l’incarico per non aver potuto contrastare la "politicizzazione dell’istruzione", quello dell’Agricoltura, Aco Spasenovski, ha semplicemente scritto nella lettera di dimissioni che spera di ricevere un nuovo incarico.
Il ministro delle Finanze, Trajko Slavevski, è stato l’unico che ha protestato prima di diventare l’ennesima vittima del rimpasto. Sembra che quanto accaduto lo abbia colto di sorpresa. Due giorni prima di ricevere la notizia ha ignorato la domanda di un giornalista a proposito delle voci di sue possibili dimissioni, paragonandole ai gossip dei media sulla scomparsa della attrice Angiolina Jolie.
Se tale gossip si fosse rivelato vero, ha detto Slavevski, non si sarebbe dimesso, ma il premier Gruevski avrebbe dovuto licenziarlo. Probabilmente in segno di rispetto per il suo alleato, Gruevski ha consentito un dibattito in parlamento a proposito del licenziamento di Slavevski. Il governo controlla il parlamento con una larga maggioranza, e quindi il leader del VMRO avrebbe potuto evitare facilmente ogni dibattito e votare direttamente la mozione. La scelta di dibattere è stata usata dall’opposizione, e la sessione parlamentare ha dato vita ad una vibrante e colorita discussione.
Il primo ministro ha dichiarato che il licenziamento di Slavevski non è motivato di certo da questioni di legittimità o onestà del suo lavoro, ma dal bisogno di avere più efficienza e coordinamento. Slavevski ha replicato che si stava sforzando di essere, nel suo lavoro, un elemento attivo e non "un’eco" o " un pesce morto trascinato dalla corrente".
Non c’è dubbio che le dimissioni del ministro delle Finanze sono il risultato dell’impatto della crisi economica, e che questa provoca preoccupazione, se non panico, nel governo. Slavevski, nel suo discorso in parlamento ha detto chiaramente che negli ultimi mesi il governo si è trovato più volte in crisi di liquidità ed è stato quasi sul punto di non poter avere soldi per le spese correnti, inclusi i salari. Ciò che aveva negato con forza in precedenza.
Negli ultimi tempi il governo ha raccolto denaro vendendo obbligazioni flessibili alle banche nazionali e "succhiando" moneta necessaria al sistema economico. Inoltre ha fatto crescere rapidamente il debito pubblico. Il governo ha già fatto un adeguamento di bilancio e probabilmente un altro sarà necessario quanto prima.
Gruevski ha nominato un nuovo ministro delle Finanze, Zoran Stavrevski, un altro dei suoi amici più stretti, già vice primo ministro. Ex funzionario della Banca mondiale, eccellente economista, Stavrevski dà l’impressione di sapere bene di cosa sta parlando, virtù non comune tra i politici macedoni. Stavrevski è stato, insieme a Slavevski, la persona chiave nello gestire l’economia del paese. L’onere di gestire l’impatto crescente della crisi economica, che il governo ha fatto di tutto per negare o minimizzare nelle ultime settimane, peserà da ora sulle sue spalle.
Nonostante il rimpiazzo di altri due ministri, è chiaro che il rimpasto più significativo riguarda l’integrazione europea e le finanze, due elementi critici che aumenteranno di intensità alla fine dell’estate. Gruevski dovrà impegnarsi duramente per l’economia in forte crisi. E’ tempo poi che la Macedonia si muova dalla sua posizione di stallo e riprenda il suo cammino verso l’Europa.
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