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Questioni d’immagine (e di sostanza)

Nonostante la visita del presidente romeno in Italia i rapporti tra i due Paesi rimangono difficili. Intanto Bucarest lancia una campagna per migliorare l’immagine dei propri cittadini. Ma per molti, in patria, l’operazione è esclusivamente cosmetica

08/08/2008, Mihaela Iordache -

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Il governo di Bucarest, vista l’immagine negativa dei romeni in Italia ha deciso di passare al contrattacco, stanziando milioni di euro con l’obiettivo di migliorarla. I rapporti tra i due paesi sono tesi da quando Roma ha adottato misure presentate all’opinione pubblica come necessarie alla sicurezza interna, e che la Romania e vari organismi internazionali considerano invece discriminanti nei confronti dei cittadini romeni, rom compresi.

La visita del presidente romeno Traian Basescu in Italia, il 31 luglio scorso, ha rimarcato la distanza tra le posizioni dei due paesi. Per i cittadini romeni in Italia, nulla è cambiato. L’Italia continuerà la politica intrapresa, riservandosi di poter espellere i cittadini romeni comunitari che a tre mesi dall’ingresso in Italia non siano in grado di dimostrare il possesso di mezzi legali sufficienti al mantenimento, e continuerà a prendere le impronte digitali ai rom, con la motivazione di identificarli e dare così un futuro migliore ai minori mandandoli a scuola.

In occasione della visita, il presidente romeno ha voluto ammettere davanti al premier italiano Silvio Berlusconi una parziale incapacità da parte della Romania nell’integrazione della minoranza rom. Ma lo stesso Basescu ha dichiarato, in conferenza stampa a palazzo Chigi, di essere in totale disaccordo con le misure prese dal governo italiano. Il suo approccio molto diretto ha lasciato perplessi i ministri del quarto governo Berlusconi e soprattutto il ministro dell’interno Roberto Maroni, a cui Basescu ha "osato" consegnare un "Non paper" (una presentazione non ufficiale), che contiene le opinioni delle autorità romene riguardo alla legislazione italiana in materia di immigrazione.

Nel corso degli incontri Maroni aveva annunciato una visita a Bucarest, proprio per dimostrare la volontà di rafforzare la collaborazione tra i due paesi e di attivare progetti sostenuti da finanziamenti europei per l’integrazione dei rom, sia in Italia che in Romania. Il ministero degli Esteri romeno, però, si è visto costretto ad annunciare il giorno dopo la rinuncia del ministro italiano alla visita a Bucarest, e tutto è stato rimandato a settembre. Ad ottobre, intanto, dovrebbe arrivare a Roma il primo ministro romeno Calin Popescu Tariceanu, per una riunione congiunta tra i due governi.

Intanto quasi un milione di romeni in Italia, che nella stragrande maggioranza lavorano e contribuiscono attivamente al PIL del paese, si confrontano con un clima poco favorevole, anche se Berlusconi ha dichiarato dopo l’incontro con Basescu di essere lieto della loro presenza. E allora il governo di Bucarest ha deciso di sborsare milioni di euro per una campagna volta a migliorare l’immagine dei propri cittadini all’estero. Tra l’altro, i romeni che vivono e lavorano in Italia potrebbero portare voti decisivi alle elezioni politiche che si terranno in Romania in autunno, un aspetto da non sottovalutare.

In totale, 7,6 milioni di euro verranno destinati a migliorare l’immagine dei romeni in Italia e in Spagna. L’Agenzia per le Strategie governative ha approvato due contratti con le società Playteam (Italia) e Saatchi&Saatchi (Spagna). La scelta del governo romeno non è passata inosservata sulla stampa, che ha criticato la mancanza di una vera e propria gara d’appalto. L’Agenzia per le strategie governative però, in un comunicato, ha fatto sapere di non aver potuto bandire una gara pubblica in quanto il contratto era troppo complesso, ma che tramite un dialogo competitivo si è riusciti a migliorare l’offerta presentata dalle compagnie.

Secondo il direttore dell’Agenzia, Dan Jurcan, la scelta ha permesso alle compagnie selezionate di diventare "più creative". Lo stesso comunicato illustra come la campagna, intitolata "I romeni in Europa", si proponga di offrire informazioni "alternative al discorso mediatico emozionale generato da atti di delinquenza commessi da alcuni cittadini di origine romena in Italia e Spagna", e di assicurare una riflessione coerente e corretta delle realtà romene nello spazio mediatico dell’UE, comprese nelle situazioni di "crisi mediatica".

Dove non possono diplomazia e politica, è la speranza, riuscirà invece la società Playteam di Milano. Secondo i giornalisti del quotidiano Curentul, questa società sarebbe vicina al premier liberale Calin Popescu Tariceanu, e in Romania avrebbe due associati pachistani.

Con fondi pubblici saranno organizzate due distinte campagne, una in Italia e l’altra in Spagna. I rappresentanti del governo romeno riconoscono che la situazione più difficile è nel "bel paese". L’obiettivo è migliorare la percezione e l’immagine della comunità romena. In Italia la Playteam ha proposto un’iniziativa intitolata "Casa Romania".

Nelle grandi città italiane saranno dislocate delle strutture che ricostruiscono case tradizionali romene, dove i visitatori potranno tra l’altro assaggiare i prodotti culinari del paese. Ci saranno poi proiezioni multimediali e verranno distribuiti depliant. Saranno poi mostrati spot video e documentari sui romeni che hanno avuto successo nei due paesi, con testimonianze di persone che lavorano nell’edilizia oppure nelle università. Giornalisti italiani e spagnoli, attentamente selezionati dalle ambasciate, saranno invitati in Romania, con la speranza che in seguito possano scrivere storie positive.

Visto il fiasco di altre iniziative del genere, organizzate in passato per promuovere la Romania (tanto bella e interessante quanto sfortunata con la propria classe dirigente), molti giornalisti e analisti si dichiarano però scettici sui risultati, ed accusano le autorità di voler solo "cosmetizzare" la realtà. Perché, sostengono, bisognerebbe prima agire da dentro, e migliorare l’immagine della Romania in Romania. O meglio, non solo migliorare l’immagine, quanto piuttosto migliorare la realtà.

Intanto si parte con oltre 7 milioni di euro da spendere. Non senza una certa ironia, Curentul scrive che il governo proverà a migliorare l’immagine dei romeni in Italia a forza di "mici", "sarmale" e "tuica", prodotti culinari tradizionali. In Spagna dove l’immagine della comunità romena è un po’ migliore, ci saranno anche spot televisivi. In realtà, il popolo romeno, che ha dato alla cultura universale personaggi del calibro di Mircea Eliade, Emil Cioran, Constantin Brancusi ed Eugene Ionesco, ed allo sport campioni come Nadia Comaneci (la prima ginnasta ad ottenere il punteggio della perfezione, 10 alle parallele asimmetriche durante le olimpiadi del 1976 a Montreal) si trova oggi a doversi difendere da una percezione negativa che per motivi diversi è stata ingiustamente generalizzata.

Il guaio è che nemmeno le decine e decine di associazioni dei romeni che si trovano in Italia rendono la situazione più semplice. Anzi, spesso la complicano. In competizione tra loro per motivi personali oppure economici e politici, nella speranza di aggiudicarsi dei fondi, queste associazioni si propongono come partner del dialogo e, data la loro frammentazione, disorientano le autorità italiane, che faticano ad individuare rappresentanti autorevoli con cui potersi confrontare.

In attesa della campagna che sbarcherà presto in Italia, e che si spera dia dei risultati positivi, il presidente Basescu ha fatto un appello durante la sua visita lampo in Italia. Quello di trattare i cittadini romeni, a prescindere da ogni connotazione etnica, come quello che sono: cittadini dell’Unione Europea.

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