Tipologia: Notizia

Area: Balcani

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Perdonare o dimenticare

A vent’anni dalla caduta del Muro, nei Balcani il controverso processo di lustrazione, epurazione di chi collaborò con le polizie dei regimi comunisti, è ancora in alto mare. E in molti si chiedono se, con quasi due decenni di ritardo, rovistare negli archivi abbia ancora un senso. Un contributo del nostro dossier ”Il lungo ’89”

02/10/2009, Risto Karajkov - Skopje

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Mentre l’estate volgeva al termine, la Commissione sulla lustrazione della Macedonia ha aperto finalmente le sue porte ai politici, che vi si sono subito infilati a deporre le loro dichiarazioni con le quali giuravano di non aver collaborato in passato con i servizi segreti comunisti. La Commissione, uno strumento chiave istituito con la legge sulla lustrazione, dovrà verificare la validità delle dichiarazioni in base ai vecchi file della polizia segreta.

Un anno e mezzo dopo l’entrata in vigore della legge (a inizio 2008), e a 18 anni dall’inizio della transizione, alla fine la lustrazione in Macedonia ha avuto inizio.

Ci vorrà ancora del tempo per vedere gli effetti sulla società macedone. Alcuni esperti ritengono che non ci sarà alcuna reazione fragorosa, forse sarebbe esagerato aspettarsi anche solo un mugolio sommesso. Il punto è che, dopo tutto questo tempo, i pesci grossi hanno trovato il modo di sottrarre i loro nomi dai file polverosi.

Tutto il processo, comunque, attende il parere della Corte costituzionale, che dovrà valutarne la legalità. Recentemente la Corte ha acconsentito a riesaminare diverse petizioni presentate dai cittadini e dal mondo delle ONG, che hanno messo in discussione la legittimità di parti del provvedimento. Sarebbe ora una vera sorpresa se dal riesame emergesse che la legge è in linea con la costituzione. In tutti i paesi dell’Europa orientale le leggi sulla lustrazione sono state "clienti usuali", spesso mal digerite, delle Corti costituzionali.

L’attuale avvio del processo di lustrazione rende oggi la Macedonia il leader dei Balcani Occidentali in questo campo. L’Albania, che ha adottato la legge all’inizio 2009, l’ha vista abrogare dalla Corte costituzionale alcuni mesi più tardi. La decisione è stata preceduta da dure critiche da parte della comunità internazionale, che ha ritenuto il progetto di legge una potenziale e seria minaccia per i diritti umani nel paese.

Le leggi sulla lustrazione hanno incontrato regolarmente problemi nel resistere allo scrutinio costituzionale. Alcune loro caratteristiche, come l’effetto retroattivo, o le ampie e non ben definite categorie di incriminati, oltre che la difficile distinzione tra sfera pubblica e privata, sono state spesso abrogate dalle Corti costituzionali.

In Bulgaria la Corte ha annullato uno dei primi tentativi di legge sulla lustrazione del 1992 (Sofia ha approvato il suo ultimo strumento di lustrazione a fine 2006, due settimane prima dell’entrata in Unione Europea). Analogamente, nel novembre 1992, nell’allora Cecoslovacchia, la Corte costituzionale decise di ridurre la portata della legge restringendo la categoria dei "lustrati". Più di recente, a maggio 2007, in Polonia, la Corte ha rescisso gran parte delle clausole del mega disegno di legge sulla lustrazione dei fratelli Kaczynski. La Corte polacca si è comportata allo stesso modo anche con il progetto precedente, del 2000, che ampliava la portata delle precedenti fasi di lustrazione.

Alla luce di questi fatti storici, ci si dovrebbe aspettare che anche in Macedonia la Corte si comporti allo stesso modo. Anche la legge macedone ha una portata ampia, sia per quanto riguarda le categorie dei soggetti incriminati, sia per l’arco di tempo che prende in considerazione.

Ad ogni modo, Albania e Macedonia non sono gli unici paesi dei Balcani ad avere difficoltà nell’avviare un processo di lustrazione.

Il primo paese della regione ad adottare una legge a riguardo è stata la Serbia. Belgrado ha emanato un provvedimento di lustrazione già nel 2003. Ciononostante, nei fatti l’operazione non è ancora iniziata, né tanto meno ci sono indicazioni per una data d’inizio in futuro. La legislazione del 2003 è "nata morta". La commissione che avrebbe dovuto dare avvio all’attività di lustrazione dei candidati alle elezioni del 2003, ad esempio, non ha mai iniziato a lavorare, e in seguito è stata semplicemente sciolta. A riguardo è stato detto che la legge era un’arma spuntata, dal momento che non c’è mai stata una legislazione supplementare sull’apertura dei file della polizia segreta, attesa entro due mesi dall’approvazione della legge.

Gli altri paesi della regione sono molto più indietro in questo processo. Croazia, Montenegro, Bosnia Erzegovina al momento non hanno nemmeno una legislazione a riguardo.

La Croazia ha tentato più volte di far passare una legge sulla lustrazione. Per due volte sono stati messi nell’agenda del parlamento di Zagabria dei progetti di legge, nel 1998 e nel 1999, ed entrambe le volte sono stati respinti. Nemmeno Montenegro e Bosnia Erzegovina hanno una legge sulla lustrazione, anche se Podgorica ne ha almeno una bozza.

A 20 anni di distanza, la lustrazione di fatto non è ancora cominciata. Forse i paesi dei Balcani dovrebbero realmente chiedersi se vogliono "perdonare o dimenticare". Adam Michnik, che fino al 2000 propugnava l’abbandono della lustrazione in Polonia, è stato citato quando ha affermato che gli stati non possono guardare avanti senza essersi riconciliati con il passato, ma che la sfida è capire "in che modo farlo" e come mantenere ferma la bilancia tra giustizia e stabilità. Nel 2007 il presidente serbo Boris Tadic ha affermato che per la Serbia è troppo tardi per la lustrazione. Probabilmente (e secondo chi scrive a ragione) temeva che questa avrebbe acuito ulteriormente le divisioni tra gli antagonisti in un paese già estremamente polarizzato.

Il problema generale nei Balcani è il ritardo. Se a 18 anni dall’inizio della transizione i paesi non hanno ancora iniziato la lustrazione, quando saranno in grado di portarla a termine? L’esperienza dei paesi dell’Europa centrale e orientale ha dimostrato che il modo migliore e meno doloroso è farlo subito, e in fretta. Le successive ondate di una tarda lustrazione tendono ad espandersi, protrarsi e a diventare troppo politicizzate. Teorici ed esperti concordano nel dire che la tempestività è il principale fattore di efficacia nel processo di lustrazione.

Che significato può avere la lustrazione due decenni più tardi? Alcune risposte a questo dilemma potrebbero arrivare dai membri della Commissione di lustrazione della Macedonia, che come topi di biblioteca, piccoli e indaffarati, spulceranno i file polverosi della polizia nelle fredde giornate del prossimo lungo inverno, Corte costituzionale permettendo.

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