Nostalgici di tutto il modo, unitevi!
La copertina del menu è una copia del vecchio passaporto jugoslavo, quello che "ti portava dappertutto". Il whiskey è "solo per i direttori", gli unici in passato a permettersi beni d’importazione e l’insalata è dedicata all’ "unità e fratellanza". "Dal Maresciallo" è un risorante dedicato a Tito nel centro di Skopje. Fin dall’apertura un luogo cult
Molte scuole e vie della ex Jugoslavia portano ancora il nome del Maresciallo Tito, ed il suo ritratto è ancora appeso in alcune pasticcerie e sulle pareti di qualche barbiere. Ma, dallo scorso anno, in centro a Skopje vi è qualcosa di più speciale, che prepotentemente fa ritornare ai tempi passati. "Dal Maresciallo" è il luogo del ricordo e della nostalgia, il luogo della memoria in onore dell’ex leader, intriso di profumi della cucina tradizionale dei Balcani: un ristorante, dedicato al Maresciallo ed al Paese che fu il suo.
Se "Dal Maresciallo" volete un insalata mista dovrete ordinare "Unità e fratellanza" (Bratsvo i Jedinstvo), in ricordo dello slogan che guidò il modello di multiculturalità della ex Jugoslavia.
E’ una citazione che ben si accorda con altri riferimenti al multiculturalismo (oggi di moda), come "melting pot" al posto di "insalatona" e altre finezze divertenti.
"Volevamo creare un ristorante per tutti", racconta Ilija Despotovski, il direttore "per questo abbiamo esposto la scritta ”Proletari e capitalisti del mondo intero, unitevi”.
Fin dall’apertura il locale si è rivelato una vera e propria "bomba". Ha occupato le prime pagine della stampa macedone e di altri Paesi dei Balcani. Ne hanno scritto il settimanale croato Globus e quello serbo Vreme. Ed è stato solo l’inizio.
Il 29 novembre era una data da celebrare nella ex Jugoslavia: il Giorno della Repubblica. "Dal Maresciallo" si è ritornati a festeggiarla con la pop star Tijana Dabcevic. Originaria di Skopje è famosa in tutto il sud est Europa. Non è mancato il suo ultimo successo, che mai fu più appropriato: "E’ rimasto tutto lo stesso, solo che lui se ne è andato".
"Abbiamo celebrato come nei vecchi tempi" ha raccontato più tardi ai giornalisti Tijana "l’unica differenza è che non abbiamo più quei cinque giorni di vacanza per il 29".
E’ una posto allegro "Dal Maresciallo". "Piace a molti ma soprattutto a chi ricorda i tempi passati, a chi ha mantenuto buoni ricordi", continua Despotovski.
Il posto è zeppo di souvenir jugoslavi. Grandi statue e gigantografie di Tito nel giardino, fotografie a testimonianza dei suoi incontri con altri grandi del suo tempo, Gandhi, Nehru, Castro. Enormi stampe di banconote jugoslave sul soffitto e poi ritratti, medaglie, libri. Slogan che significavano molto un tempo, scritti sui vetri delle finestre.
Molti tra gli oggetti più piccoli che decorano le sale sono regali. "Alcuni vengono solo per vedere il posto, e non perché vogliono mangiare. Ne hanno sentito parlare e sono curiosi" racconta Despotovski "e la cosa più interessante è che portano anche regali. Un uomo viene un giorno e ci dice che ha dieci volumi di Edward Kardelj (ndt, teorico dell’autogestione, uno dei più stretti collaboratori di Tito) che ci vuole donare. Altri portano monete, vecchie medaglie, dipinti".
In realtà è molto più di un posto dove si mangia. E’ un piccolo museo, con la sua libreria, con l’angolo internazionalista, quello marxista, e quello sulle tradizioni macedoni. Un luogo sovraccarico di ricordi. Ogni pezzettino del mosaico rappresenta una nuova tematica. I camerieri sono vestiti da "pionieri di Tito" e posano a richiesta di fronte al suo enorme ritratto, salutando con il saluto dei pionieri.
Il menu poi fa storia a sé, mescolando divertimento e ricordo. Sulla prima pagina una stampa del vecchio passaporto jugoslavo. "Un passaporto che poteva portarti ovunque senza necessità di visti", commenta Despotovski, riferendosi alla triste realtà dei Balcani di oggi.
La grappa tradizionale macedone, Zolta, viene chiamata "prva udarna", "primo assalto" dal nome delle brigate speciali d’assalto durante la Seconda guerra mondiale, definizione poi estesa alle migliori brigate volontarie dei giovani utilizzate nei grandi programmi di opere pubbliche.
I nomi dei primi piatti presentano sfumature che solo le orecchie locali capiscono appieno. E così la cosiddetta "salata di campagna" viene chiamata invece "znanje-imanje", sapere-avere, da un famosissimo programma TV per gli agricoltori, andato avanti per decenni. C’è poi un’altra insalata il cui nome deriva da una famosa canzone dedicata a Tito e il whiskey è dedicato "esclusivamente ai direttori" in ricordo di quando i beni di importazione erano un lusso a cui avevano accesso esclusivamente i più privilegiati, tra i quali i direttori delle aziende pubbliche. Ma dal menu non mancano riferimenti ai tempi nostri, vi è una salata, composta da ingredienti poveri, la "Salata di transizione" e poi il "Schengen grill", che è molto laborioso e occorre aspettare a lungo prima che venga portato in tavola.
A meno di un anno dalla sua apertura "Dal Maresciallo" è diventato uno dei locali in centro a Skopje che attira i clienti più eterogenei: attori, accademici, studenti, uomini d’affari. E poi persone che vengono dall’intera regione dei Balcani.
E sta già facendo tendenza. Poche vie più in là ha aperto il "Caffè Broz", una copia carbone di "Dal Maresciallo".
Tito ha ancora molti fan a Skopje. Un’associazione della capitale macedone che ha come scopo statutario di preservare la memoria di Tito recentemente ha offerto sostegno finanziario al vedova di Tito, Jovanka Broz, che vive a Belgrado.
Il successo de "Dal Maresciallo" sta ad indicare come Tito rimarrà un cult per molti anni nella ex-Jugoslavia. Ed è l’unico tra i suoi colleghi, leader comunisti dei Paesi dell’est, ad esserlo diventato. Un mito positivo e rispettato. Sul perché si è verificato questo è una lunga storia. E "Dal Maresciallo" ne viene raccontata almeno una parte, in modo accogliente e divertente.
Occorre andarci, visitarlo e naturalmente … ordinare un’insalata.
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