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Nessun riconoscimento all’indipendenza kosovara

Non succedeva da tempo che la Romania esprimesse una posizione in politica estera così lontana da quella degli Stati Uniti. Ma sul Kosovo Bucarest è chiara: no ad un’indipendenza unilaterale

18/02/2008, Mihaela Iordache -

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La Romania, il più grande paese dei Balcani, non riconosce l’indipendenza della provincia serba del Kosovo. Le ragioni sono molteplici e le dichiarazioni in merito delle autorità romene sono categoriche.

Le autorità di Bucarest hanno affermato di sostenere una soluzione accettata da tutte e due le parti. Perché la Romania vuole che non si sottovalutino le possibili implicazioni di un atto che potrebbe comportare sostanziali modifiche alla geografia politica dei Balcani occidentali.

Palazzo Cotroceni, sede della presidenza, è favorevole ad un’autonomia ampia per la provincia, ma non all’indipendenza che violerebbe l’integrità territoriale della Serbia. D’altronde in piena campagna elettorale il presidente Basescu si è recato a Belgrado e non ha nascosto il suo appoggio al presidente neoeletto, Boris Tadic, un pro-europeista.

"Il mio paese non può riconoscere l’indipendenza del Kosovo indifferentemente se sarà proclamata in modo unilaterale oppure concordata con Bruxelles e Washington", spiega da tempo in diverse occasioni il presidente romeno Traian Basescu. "Perché – dice – qual’è il segnale che manderemmo agli altri stati multietnici che si confrontano con problemi simili oppure con conflitti latenti?".

Il governo romeno si è mostrato invece favorevole al piano ONU che prevede una sovranità sorvegliata dalla comunità internazionale. Al suo interno però l’opinione discordante del ministro degli Esteri Adrian Cioroianu secondo il quale la Romania sarà tra gli stati che non riconosceranno l’indipendenza del Kosovo.

A gennaio mentre il ministro degli Esteri serbo, Vuk Jeremic, si trovava in visita a Bucarest, il capo della diplomazia romena, oltre a fornire assicurazioni che il suo paese sarà un sostenitore dell’adesione della Serbia all’UE, aveva dichiarato: "Per la Romania, la soluzione per il Kosovo deve essere conforme ai principi del diritto internazionale in vigore. Non riconosceremo una eventuale indipendenza del Kosovo fino a che essa non sarà conforme ai principi menzionati", sottolineando inoltre che le autorità di Bucarest desiderano che le relazioni tra la Romania e la Serbia diventeranno presto un modello di collaborazione fra Stati.

Opinioni variegate anche in seno al panorama politico romeno. I soli a ritenere che la Romania debba riconoscere il nuovo stato sono i rappresentanti dell’Unione democratica dei magiari della Romania (UDMR), mentre i membri del Consiglio nazionale Secuiesc (dell’etnia minoritaria ungherese szekely – presente in Transilvania) hanno dichiarato di aspirare ad ottenere l’autonomia attraverso una legge da votare al Parlamento di Bucarest. Gli altri partiti considerano che l’indipendenza rappresenta una questione sensibile e che c’è il pericolo di un precedente per nulla favorevole agli stati dei Balcani. Il presidente del partito socialdemocratico, Mircea Geoana, è del parere che la decisione potrebbe incidere sulla stabilità dell’area balcanica. Altri leader politici si sono limitati a dichiarare che la Romania ha molti motivi per non riconoscere l’indipendenza del Kosovo.

Quindi da Bucarest niente riconoscimento. Nonostante sia un alleato fedele degli USA, presente con i suoi militari in diverse teatri di operazione, la Romania mostra per la prima volta negli ultimi tempi una posizione diametralmente opposta in questioni di politica internazionale. Il principale promotore dell’idea sull’indipendenza del Kosovo è Washington. Secondo la Casa bianca, bloccare un tale processo potrebbe portare ad una nuova ondata di violenze nei Balcani. Gli USA puntano anche sul fatto che Belgrado potrebbe alla fine temperare le reazioni per non mettere in pericolo le sue chances di aderire all’Unione Europea.

Sull’argomento Kosovo la Romania si trova in una compagna ristretta anche dentro l’Unione Europea. Nonostante a livello dell’UE non ci sia ancora una posizione comune, la maggior parte dei membri inclinano a riconoscere l’indipendenza della provincia. Secondo fonti diplomatiche circa 20 stati dell’Ue riconosceranno il Kosovo ma almeno sei – Romania, Cipro, Slovacchia, Grecia, Spagna, Bulgaria non acceteranno subito di dire di sì. Ci sono timori concreti. Se la Spagna ha problemi con il paesi baschi, la Grecia ha rapporti tesi con la Macedonia, Cipro è un paese diviso che teme che la dichiarazione unilaterale dell’indipendenza del Kosovo possa creare un precedende pericoloso. Stavolta la Romania non sembra preoccuparsi di essere in discordanza con la maggiornaza dei paesi UE. In realtà ha ben altre preoccupazioni. Avverte che quello che è accaduto in Kosovo si può ripetere in Transnistria, in Moldova – ex territorio romeno – o nelle enclave russofone del Caucaso come quelle della Georgia. Mentre in casa ci sono – senza destare per ora particolari preoccupazioni – le tendenze separatiste magiare della Transilvania dove vivono 1,5 milioni di magiari romeni.

E anche il presidente russo, Vladimir Putin, parlando del Kosovo ha citato la regione romena. Secondo Putin – in un reportage di Euronews – gli eventi del Kosovo creano un precedente che potrebbe interessare anche la Transilvania. Putin ha aggiunto che la Russia si oppone categoricamente all’indipendenza unilaterale del Kosovo. La Romania e la Russia hanno in questo momento finalmente un atteggiamento comune. Quello sul Kosovo. Alcuni analisti pensano che il presidente Basescu stia cercando in questo modo di ricucire i legami con Mosca.

Alla fine del 2007 quando la pressione della comunità internazionale per l’inevitabilità del riconoscimento dell’indipendanza del Kosovo è diventato fortissima, la posizione della Russia verso la Transnistria è cambiata radicalmente, il presidente della Moldova, Vladimir Voronin, è stato accolto con tutti gli onori nella capitale russa e la Russia ha revocato l’embargo ai vini moldavi. Ma le cose non stanno proprio come sembrano ma dipendono dagli interessi geostrategici. Secondo l’agenzia russa Interfax, le regioni separatiste della Georgia, Ossezia del Sud e Abhazia, sono intenzionate a chiedere alla Russia e all’Onu il riconoscimento della loro indipendenza. Dal canto suo la Georgia ha denunciato il sostegno della Russia al separatismo di queste regioni russofone.

Per quanto riguarda la Romania, essa „deve conformarsi con la linea politica dell’Unione", dichiarava il presidente della provincia, Fatmir Sejdiu. Sejdiu crede che alla fine la Romania dovrà prendere atto della volontà espressa dalla gente di Kosovo. Nel frattempo nel Consiglio europeo del mese scorso la Romania oltre a ribadire che non riconoscerà l’indipendenza, ha chiesto – in segno di solidarietà con l’UE- di partecipare al mantenimento della pace nella provincia. E in questo senso Bucarest ha gia deciso di dislocare 175 poliziotti e gendarmi romeni in Kosovo.

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