Tipologia: Reportage

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Morire d’inquinamento a Zenica

Negli ultimi dieci anni a Zenica, distretto industriale della Bosnia Erzegovina, il numero dei tumori è aumentato paurosamente. Il dito è puntato sulle industrie locali e soprattutto sulla storica acciaieria della città. Nostro reportage

05/11/2012, Esad Hećimović - Zenica

Morire-d-inquinamento-a-Zenica

I cittadini di Zenica guardano all’arrivo dell’autunno e dell’inverno con grande preoccupazione. La città si trova infatti in una valle piccola e stretta: scorre per 14 chilometri, da Janić fino a Vranduk, stretta fra due montagne che non sono distanti l’una dall’altra più di 2 chilometri. Come di consueto da novembre a febbraio sopra la città si forma una vera e propria “cappa”, sotto la quale rimangono intrappolate tutte le sostanze tossiche che fuoriescono dai comignoli e dagli impianti della grande acciaieria che ha sede in città, dagli altri impianti industriali e dalle abitazioni.

A causa di strane circostanze storiche, la città e l’acciaieria da tempo condividono la valle. Dopo la Seconda guerra mondiale, l’allora governo jugoslavo, con l’aiuto dei russi, aveva intenzione di costruire una nuova acciaieria vicino a Doboj. Ma lo scontro jugoslavo-russo del 1948 cambiò i piani. Invece di Doboj il governo jugoslavo decise di costruire l’acciaieria a Zenica, sulle fondamenta del già esistente impianto austroungarico. Sin dall’inizio l’acciaieria fu collocata  nel posto sbagliato, in una zona battuta dai venti, così che tutto l’inquinamento degli impianti viene spinto verso la città.

Prima della costruzione dell’acciaieria, circolavano progetti di sviluppo della città verso la vicina valle di Lašvan, che sarebbe stata collegata con la valle di Zenica da una galleria, progetti in seguito sono stati abbandonati. Pertanto a Zenica, nel secondo decennio del XX secolo, il luogo di lavoro e le abitazioni sono rimasti indissolubilmente collegati da una cappa velenosa. La popolazione ne fa dolorosa esperienza quando con le nebbie invernali, in cui sono racchiusi tutti i veleni, l’aria diventa talmente spessa e pesante che non si respira, si deglutisce.

Aumento delle malattie tumorali

Negli ultimi anni, medici e attivisti ecologisti si sono spesi per informare la popolazione dell’aumento dei casi di malattie maligne sul territorio di Zenica e dell’intero cantone Zenica-Doboj. Un rapporto del 2011 sullo stato di salute della popolazione del cantone di Zenica-Doboj, condotto dall’Istituto cantonale per la salute pubblica, rivela dati preoccupanti.

Nel periodo compreso tra il 2002 e il 2011 i tumori, che incidono del 20% sulla mortalità della popolazione, sono diventate la seconda causa di morte dei residenti, dopo infarto e ictus. Secondo i dati di suddetto rapporto, il numero dei malati è aumentato da 892 persone nel 2002  a 1.888 nel 2010 e 1774 nel 2011. Se il numero dei malati dal 2003 al 2004 era aumentato da 1.063 a 1.065, dal 2004 in poi questo numero è aumentato annualmente di centinaia di unità.

Grafico del trend di morti (giallo) e malati (rosso) a Zenica

Figures on the trend in deaths (yellow) and illnesses (red) in Zenica

Il numero dei malati aumenta in particolare dal 2007 in poi, cioè da quando è stata riavviata la produzione integrale di acciaio, mettendo in azione i vecchi impianti che erano stati spenti all’inizio della guerra del 1992.

La privatizzazione dell’acciaieria

L’acciaieria è stata rivenduta due volte, ma la salvaguardia dell’ambiente non è mai stata imposta come priorità. Prima è stato ceduto il 50% di proprietà dell’acciaieria all’Agenzia d’investimenti del Kuwait, che aveva annunciato investimenti per il rinnovo della produzione senza però riuscirvi. Poi i kuwaitiani hanno venduto la loro quota di proprietà alla compagnia indo-britannica di Lakshmi Nivas Mittal, una delle persone più ricche del mondo, che ha costruito la maggior parte del suo impero economico comprando le acciaierie socialiste che i governi di transizione cedevano a qualsiasi condizione, bastava che qualcun altro si prendesse cura degli operai.  

Così Mittal ha acquistato l’acciaieria di Zenica a condizione di investirvi circa 80 milioni di dollari. Un investimento per Mittal del tutto fattibile, dato che per il matrimonio di sua figlia ha sborsato circa 60 milioni di dollari e per la nuova casa di Londra circa 120 milioni di dollari. Subito dopo l’acquisizione dell’acciaieria di Zenica, Mittal ha dichiarato alla borsa di New York che con l’affare dell’acciaieria di Zenica aveva guadagnato 80 milioni di dollari.

Dopo il definitivo ritiro dei kuwaitiani, Mittal è diventato il proprietario di maggioranza dell’acciaieria, mentre al governo locale è rimasta una quota simbolica di proprietà.

Il contratto del passaggio di proprietà non comprendeva tra le priorità l’obbligo di investire nella tutela dell’ambiente. Al contrario, al nuovo proprietario è stato concesso di riattivare anche i vecchi impianti da anni in disuso. I cittadini e gli ecologisti credono che proprio l’attivazione di questi vecchi impianti, come la Koksara (dedicata alla produzione di coke metallurgico), siano tra le principali cause di aumento dell’inquinamento in città. La compagnia ArcelorMittal Zenica, così ora si chiama l’acciaieria di Zenica, preferisce evidenziare i dati sui grandi investimenti realizzati nella modernizzazione della produzione e nel graduale risanamento dall’inquinamento. 

Politici, ecologisti e medici: opinioni a confronto

Hecimovic mostra la cappa velenosa sopra Zenica (Foto Jazid Ahmetkadic)

Hecimovic shows the poisonous hood over Zenica (Photo Jazid Ahmetkadic)

Politici, ecologisti e medici hanno opinioni diverse sulle possibili cause dell’aumento dei malati di tumore a Zenica. Sretko Radišić (SDP), presidente dell’Assemblea cantonale, alla domanda sulla possibile influenza dell’inquinamento degli impianti industriali, come l’acciaieria ArcelorMittal, sul peggioramento della salute delle persone, afferma che i cittadini tendono a vedere incidenti ambientali ovunque. “Occorre far rispettare le regole al datore di lavoro e assicurare il rispetto delle norme ambientali, ma anche mantenere questi tremila posti di lavoro nell’acciaieria”, dice Radišić.

Il dottor Suad Sivić, direttore dell’Istituto per la salute pubblica del cantone di Zenica-Doboj ha dichiarato al settimanale sarajevese Dani di ritenere che la Mittal non sia il principale colpevole: “Io credo che il periodo di attività di Mittal sia stato troppo breve per poter dire che è la causa dell’aumento del numero dei malati, anche se sicuramente vi contribuisce. Tuttavia Mittal non è il principale colpevole, potrebbe esserlo invece la situazione socio-economica in cui versa il paese”.

Una delle possibili spiegazioni per il trend in aumento, aggiunge il dottor Sivić potrebbe inoltre essere che i servizi sanitari siano diventati più solerti ed efficaci. “Il miglioramento del lavoro e la maggiore consapevolezza della popolazione potrebbero essere la causa della scoperta di un numero maggiore di malattie. La popolazione diventa sempre più consapevole dei propri problemi e va più spesso dal medico. Le richieste di esami da parte dei pazienti sono più frequenti e veniamo a conoscenza di queste malattie più spesso che in passato. Il secondo motivo potrebbe essere invece che si tratti di un vero trend in crescita, per esempio, a causa di tutto quello che abbiamo vissuto durante la guerra e che si manifesta solo adesso. La situazione sociale è pessima, la gente vive con sempre più difficoltà”, spiega Sivić.

L’ambientalista Hasan Kreho da anni sta raccogliendo i dati sull’aumento dei malati di malattie maligne nella zona del cantone di Zenica-Doboj, perché dal suo punto di vista di ingegnere è sempre stato convinto che riavviare la produzione integrale di acciaio avrebbe avuto conseguenze sulla salute della popolazione. I primi dati li ha ottenuti nel 2008 da una fonte (rimasta nell’anonimato) che ha avuto a cuore la preoccupazione di Kreho per la diffusione delle malattie cancerogene a Zenica.

Kreho  è convinto che la causa principale dell’aumento dei malati di cancro sia dovuta al fatto che “dal 2004 sono iniziati i lavori per riavviare gli impianti industriali senza investire per niente o molto poco nei progetti di difesa dalle emissioni dannose di inquinanti che sono interamente negativi per la salute della gente”.

“Credo che la politica dei partiti di governo fosse quella di iniziare la produzione ad ogni costo e che inoltre fosse non solo politicamente ma anche personalmente motivata, senza badare alle conseguenze sulla salute delle persone”, afferma ancora l’attivista.

“Si sa quali materie nei processi tecnologici di produzione dell’acciaio possono provocare malattie cancerogene. Con ispezioni senza preavviso occorrerebbe controllare le misurazioni interne che tutte le industrie inquinanti sarebbero tenute a svolgere. Ma senza un cambio della politica del governo della Federazione BiH, che detiene una quota dell’8% nella proprietà dell’acciaieria, e l’applicazione della Legge che regola il comportamento di chi inquina non ci saranno  miglioramenti a Zenica”, aggiunge Kreho, esortando “il governo della Federazione BiH ad affrontare la verità sul numero dei malati di cancro a Zenica e fare in modo che ai cittadini di Zenica venga finalmente detta la verità”.  

Preoccupanti i dati sullo stato di salute dei cittadini

Preoccupa inoltre l’alta mortalità di chi ha contratto un tumore. Nel rapporto dell’Istituto cantonale sulla salute pubblica si afferma che il 50 percento dei malati muore nell’arco dell’anno. “Il più alto tasso di morti per malattie maligne è a Breza, poi seguono Zenica e Visoko”, si legge nel rapporto. Ovviamente, il numero assoluto di malati e di morti è più alto a Zenica, ma il tasso mostra il rapporto fra il numero dei malati e il numero complessivo dei residenti, il che suscita confusione e scontri tra analisti, medici e attivisti ecologisti.

Nel rapporto si scrive che nel corso del 2011 sono stati ufficialmente registrati dati su 1.012 nuovi pazienti. Di questo numero 739 sono i nuovi malati, mentre i restanti si sono ammalati in precedenza, ma non erano stati registrati. Questo sicuramente non è il numero finale dei nuovi malati, perché dalla diagnosi alla registrazione delle malattie passa un determinato periodo. Sono stati registrati 680 malati con gravi malattie maligne (escluso il cancro della pelle), mentre sono 739 i casi di cancro della pelle. In merito al genere dei malati di neoplasie maligne, i maschi (61,03%) si ammalano in percentuale maggiore delle donne (38,97%).

Lo schema dell’età dei malati di neoplasie maligne evidenzia una ricorrenza più alta fra le persone che hanno oltre 65 anni. Le neoplasie più frequenti quelle alla trachea, bronchi e polmoni (159), e gli uomini registrano una ricorrenza della malattia quattro volte superiore alle donne. Figurano poi neoplasie maligne al colon-retto, alla mammella, agli organi genitali femminili, alla prostata. Gli uomini si ammalano più spesso di neoplasmi maligni alla trachea, bronchi e polmoni, neoplasie colon-rettali della prostata, dello stomaco. Le donne si ammalano di più di neoplasmi maligni degli organi genitali, seno, trachea, bronchi e polmoni, e poi di neoplasmi colon-rettali.

"Nello schema delle cause di mortalità da malattie maligne, nel 2011 il più frequente era il cancro ai polmoni e ai bronchi, al secondo posto il carcinoma dello stomaco e dell’intestino crasso e infine del fegato. Alto è anche il numero dei tumori prevenibili e curabili che hanno provocato la morte dei malati (tumore all’intestino crasso, seno, stomaco, genitali femminili …). Fra gli uomini, la principale causa di morte è il tumore ai polmoni, segue il tumore allo stomaco e alla prostata, al fegato e al cervello; fra le donne invece la causa più frequente di morte per malattie maligne è il tumore al seno, polmoni e fegato”, sottolineano all’Istituto cantonale per la salute pubblica.

I tumori sono ormai un dato di fatto

Il ministro della Salute Senka Balorda di recente ha ammonito che è giunto il momento di riconoscere che nel cantone di Zenica-Doboj le malattie maligne sono in aumento. Parla da solo il fatto – precisa il ministro – che il cancro ai polmoni sia la prima malattia maligna a Zenica e a Kakanj, tradizionali distretti industriali di questo territorio.

Il medico chirurgo Harun Drljević, deputato cantonale e attivista di Eko forum, da anni mette in guardia sulla relazione fra l’inquinamento aereo e l’aumento delle malattie cancerogene. All’inizio dell’anno Drljević aveva già dichiarato apertamente ai giornalisti del quotidiano Oslobođenje quanto segue: “Di recente ho sentito dati spaventosi, in particolare si parla di aumento dei malati di cancro ai polmoni. Non c’è bisogno di provarlo in modo particolare, lo ha già fatto l’Ufficio di Copenhagen dell’Organizzazione mondiale della sanità.  È ormai dimostrata la cancerogenicità di alcune sostanze inquinanti che vengono liberate nell’aria, e di sostanze varie come il benzolo, benzopirene, cadmio, piombo. Non è una teoria, è un postulato"

Per poi continuare: "Se avete esposizioni prolungate a questi inquinanti, come è il caso di Zenica, è normale che avrete un aumento del numero di malattie maligne, dei vari organi, a seconda delle specificità degli agenti inquinanti. Concretamente, il benzolo provoca problemi ai polmoni, alle vie urinarie e interagisce con il DNA umano. Pertanto può entrare in contatto con i neonati, con il feto. Il cadmio provoca problemi ai polmoni, il piombo danneggia il sistema centrale nervoso, i reni, il fegato… Non c’è bisogno di dimostrarlo particolarmente e dire che avremo, non adesso ma sul lungo periodo, per via del fenomeno di sedimentazione, un aumento del numero delle malattie maligne. Lo abbiamo già”.

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