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Montenegro: lo stato ecologico che fa razzia di risorse naturali

ll Montenegro è uno “stato ecologico” come stipulato dalla sua Costituzione? Tutt’altro, ci dice l’ecologista ed attivista Aleksandar Dragićević, che ci spiega come invece lo stato stia depredando sistematicamente le risorse naturali del paese. Un’intervista

29/07/2020, Veseljko Koprivica -

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(Pubblicato originariamente su Monitor , selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e Obct)

"Il Montenegro ha perso un’occasione unica nel suo genere per sfruttare la bellezza della sua natura e la ricchezza della sua biodiversità e diventare così il primo paese veramente ecologico al mondo. La nostra popolazione è ridotta, quindi avremmo potuto differenziare e riciclare i nostri rifiuti facilmente. Avendo più di 300 giorni di sole all’anno, avremmo potuto costruire centrali solari e aumentare la quota di energia rinnovabile. Sarebbe stato possibile promuovere all’estero l’immagine di un’’oasi verde’ dove uomo e natura sono uniti, i nostri monumenti storici, la nostra cultura, i nostri siti protetti dall’Unesco. Invece abbiamo fatto esattamente il contrario: attualmente è in corso la cementificazione della costa. Il terreno è una risorsa impossibile da ricostituire una volta danneggiato. Il cemento è inutile e va a minare l’immagine dell’intera regione. La città di Budva è l’esempio più lampante di questi abusi. Invece di produrre energia solare, abbiamo sacrificato i fiumi delle nostre montagne, messo l’acqua nelle tubature e deciso di finanziare questi progetti con le bollette dell’elettricità. Invece di sviluppare un turismo sostenibile, ecologico e rurale, abbiamo scelto di offrire la stessa cosa offerta dai nostri concorrenti: turismo di massa servito in blocchi di cemento. Stiamo devastando il letto del fiume Tara, l’urbanizzazione minaccia il massiccio del Durmitor e le Bocche di Cattaro. Avremmo potuto fare molto ed invece abbiamo fatto molto male. Siamo tutto tranne che uno stato ecologico", denuncia Aleksandar Dragićević, ecologista ed attivista.

Quale il rapporto dei montenegrini con la natura? L’ambiente viene protetto dalle istituzioni del nostro paese?

A parole le istituzioni si impegnano a proteggere l’ambiente, ma approvano leggi che favoriscono chi depreda le risorse naturali. Sono passivi di fronte al bracconaggio, allo sfruttamento illegale dell’acqua e all’abbattimento delle foreste e incoraggiano i cosiddetti "investitori".

La buona notizia è che i movimenti civici si stanno moltiplicando, che alcune persone stanno dando priorità all’ambiente e che capiscono che questo è l’ultimo momento a disposizione per poter reagire, perché se continueremo così presto non ci sarà più nulla da proteggere. Sempre più persone manifestano, organizzando azioni di pulizia collettiva. I social network contribuiscono ad accrescere questa consapevolezza, e solo i cittadini potranno difendere l’ambiente ed aumentare la qualità della vita nel nostro paese.

Nonostante tutte le mobilitazioni, il progetto di costruzione di un sito militare nel massiccio del Sinjajevina è ancora sul tavolo…

Questa situazione è un buon riassunto dell’atteggiamento delle autorità su ambiente, cittadini e tradizioni di questo paese. Il massiccio del Sinjajevina è il secondo più grande terreno di pascolo d’Europa e ben si presta allo sviluppo del turismo, alla produzione di formaggi e carni biologiche e al commercio di piante medicinali. Tuttavia, le istituzioni hanno deciso di costruirvi una base, che non gioverà per nulla alla popolazione locale. Nessuna valutazione di impatto ambientale del cantiere è stata effettuata. Il ministero della Difesa aveva deciso unilateralmente di piantare 100.000 alberi, ma fortunatamente questa iniziativa è stata stroncata grazie all’impegno di molte Ong.

Qual è la situazione dei parchi nazionali del paese? E del canyon della Tara?

Tutti i parchi nazionali del Montenegro sono attualmente in pericolo. Nel parco di Lovćen si pratica il disboscamento illegale, il lago di Scutari è minacciato dal bracconaggio e dallo sfruttamento illegale della sabbia, il parco del lago di Biograd rischia di scomparire per mancanza di protezione, il territorio del parco di Durmitor è minacciato da un progetto che prevede l’installazione di un serbatoio d’acqua finalizzato alla produzione di neve artificiale. Il bacino del Tara è già stato distrutto dalla costruzione dell’autostrada. La gestione dei parchi nazionali è soggetta al clientelismo, che detta la linea d’azione dei partiti al potere. Questi ultimi si occupano solamente di sfruttare le risorse naturali in maniera illimitata.

Il Montenegro ha quindi scelto il turismo di massa…

Il Montenegro ha il potenziale per sviluppare ogni tipo di turismo, ma noi invece abbiamo scelto la strada più semplice, quella del turismo di massa. Più del 70% dei nostri alloggi sono residenze private sulla costa. Non abbiamo promosso fattorie, etno villaggi, escursionismo, kayak, parapendio, equitazione, cucina locale, spiagge pulite e tranquille. Avremmo dovuto evitare di far sprofondare la zona costiera nel caos. Luoghi come Ada Bojana, la grande spiaggia di Ulcinj, Luštica o Buljarica non sono ancora stati devastati e potrebbero ancora essere valorizzati. Dobbiamo combinare il turismo sostenibile con la produzione agricola locale e la coltivazione. Se approfittiamo del prossimo anno per prepararci bene per il 2021, potremo anche ottenere buoni risultati.

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