Tipologia: Reportage

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Area: Georgia

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Montagne della Georgia: una strada che divide

Il governo georgiano intende costruire una strada che colleghi le aree montagnose del suo nord-est per farlo uscire dall’isolamento. Ma molti, anche del posto, si oppongono al progetto

17/05/2018, Sopho Aptsiauri -

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(Pubblicato originariamente da OC Media il 27 aprile 2018)

Il governo georgiano ha un piano ambizioso: costruire una strada che attraversi le zone montagnose del suo nord-est, da Khevsureti a Tusheti. Il suo obiettivo: quello di favorire il turismo ed aiutare la popolazione locale a muoversi tra zone altrimenti difficilmente raggiungibili.

Ma un gruppo di attivisti, composto sia da residenti locali che da semplici cittadini, ritiene che il progetto rischi un “impatto devastante” sull’ecosistema locale, che distrugga l’attuale paesaggio montano e che di fatto vada a scapito del settore turistico sul quale la gente del posto conta per avere un reddito. Recentemente è stata resa pubblica una petizione contro il progetto infrastrutturale che ha raccolto 7000 firme.

Il progetto

Sno–Juta–Roshka–Shatili–Omalo–Khadoris Kheoba–Batsara–Akhmeta — è il nome completo della strada pianificata che connetterebbe le regioni montagnose della Georgia orientale. La lunghezza della strada dovrebbe essere di 200 chilometri e dovrebbe costare circa 49 milioni di dollari.

L’attuale strada che collega la regione del tusheti (Sopho Aptsiauri /OC Media)

Il primo ministro Giorgi Kvirikashvili ne parlò la prima volta nel 2016, visitando Omalo, nella storica area montuosa di Tusheti, durante alcune celebrazioni locali. Disse che la nuova strada avrebbe contribuito allo sviluppo turistico, avrebbe aumentato il reddito dei locali, e li avrebbe aiutati a risiedere nel luogo d’origine per tutto l’anno, contribuendo così a preservare il patrimonio culturale della regione. La quasi totalità della popolazione della regione di Tusheti, durante l’inverno, si sposta infatti verso il fondovalle.

Il Dipartimento strade presso il ministero dello Sviluppo regionale non ha ancora realizzato un piano integrato per la costruzione della strada e non ha nemmeno stabilito il suo percorso definitivo. L’ex capo dipartimento, Giorgi Seturidze, ha dichiarato ad OC Media che la strada verrà costruita a tratti separati, ciascuno con una specifica progettazione. Seturidze, sotto il cui mandato è stato concepito il progetto, è stato sostituito da Irakli Karseladze lo scorso 2 aprile.

Secondo il Dipartimento strade ben 160 chilometri del nuovo assetto viario risulterebbero dalla sistemazione di strade esistenti mentre i restanti chilometri consisterebbero in veri e propri nuovi tratti. La strada si suddividerebbe in due direttive principali: una dovrebbe connettere i villaggi all’interno della regione di Tusheti, e dovrebbe essere utilizzata anche da turisti e guardie forestali, la seconda dovrebbe collegare Tusheti con altre aree montuose dell’est, offrendo così un’alternativa alla strada attuale, che Seturidze definisce “un tracciato pericoloso”.

Preoccupazioni ambientali

Nella petizione contro il progetto si afferma che sia impattante e che dovrebbe essere fermato. Resa pubblica nel gennaio scorso, ha già raccolto 7000 firme. I detrattori del progetto affermano che la nuova strada altererà il paesaggio delle montagne georgiane, impatterà su foreste, valli e pascoli alpini e influirà negativamente sull’ecosistema della regione. Potrebbe anche aumentare i rischi di disastri naturali come alluvioni, frane ed incendi.

Secondo il progetto la strada dovrebbe passare attraverso i parchi naturali di Pshav-Khevsureti e Tusheti, inseriti nel Emerald Network, una lista di aree “a speciale interesse di conservazione” protette dalla Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa.

Secondo il Centro per la cura di specie in pericolo (Nacres), ong con sede a Tbilisi, il fatto che questi territori siano inseriti in questo network dimostra l’importanza non solo nazionale ma globale di questi parchi naturali. I responsabili dell’ong aggiungono inoltre che benché l’area Juta–Roshka – dove passerebbe un altro tratto della strada – non sia ufficialmente un’area protetta ha anch’essa caratteristiche naturali che dovrebbero essere preservate.

“Quello che sappiamo di sicuro è che la costruzione di una nuova strada in queste aree porterà al degrado del loro ecosistema naturale e che avrà influenza negativa sulla lista IUCN, lista rossa dedicata alle specie in pericolo”, si legge in un comunicato rilasciato dall’ong georgiana.

Il ministero dell’Ambiente ha rilasciato 26 annotazioni sul nuovo progetto viario. Vi si afferma che siccome la costruzione della strada verrà fatta per sezioni, uno studio di impatto generale non verrà realizzato. Sino ad ora relazioni di impatto ambientale sono state realizzate per le tratte lungo la valle del Khadori e la Roshka-Ghelisvaki.

Il ministero ha criticato la valutazione di impatto ambientale del tratto Roshka–Ghelisvaki sottolineando che non analizzava in modo complessivo le conseguenze della costruzione della strada. Ad esempio è stata sottolineata la mancanza di uno studio idrologico, che si sarebbe dovuto basare su dati raccolti da stazioni meteorologiche in loco che però non sono funzionanti e questo potrebbe portare a problemi durante e dopo la costruzione della strada.

Omalo, Tusheti (Sopho Aptsiauri /OC Media)

Secondo l’ex responsabile del Dipartimento strade Giorgi Seturidze le sottolineature del ministero dell’Ambiente altro non sarebbero che “una parte naturale del procedere dei lavori”. A suo avviso è poco chiaro perché vi sia un atteggiamento così negativo nei confronti della strada se ad oggi sono stati fatti studi di impatto ambientale solo su due sezioni della stessa. “Collaboriamo con il ministero dell’Ambiente. Non condividiamo tutte le loro preoccupazioni ma per le restanti, ne terremo conto”, ha dichiarato.

Per Seturidze è “normale” che in casi come questi il ministero delle Infrastrutture chieda a quello per l’Ambiente di rimuovere lo status protetto ad alcune zone parte di parchi naturali in modo da permettere al progetto infrastrutturale di procedere.

“Porremo al ministero dell’Ambiente la questione. Se si rifiutano, il progetto fallirà. Ma siamo fiduciosi della possibilità di trovare un accordo costruttivo”, ha dichiarato a OC Media.

“Perfavore portatemi lontano dalle strade”

“Tra chi vive nella zona di Tusheti vi sono tre gruppi di persone con opinioni divergenti sul progetto: quelli che sono a favore, quelli che sono contrari e quelli che hanno bisogno che il governo sia più convincente nel dimostrare perché si dovrebbe fare questa strada”, ha dichiarato a OC Media Dato Metreveli, pastore di Tusheti. Lui dice di appartenere al terzo gruppo, che sta aspettando ancora alcune risposte dal governo.

I Chaghma Tush, che perlopiù risiedono nella capitale della regione, Omalo, e nei villaggi circostanti, sono in gran parte contro la strada. In inverno si spostano a vivere a Kvemo Alvani o in altre aree del Kakheti e, durante l’estate, Omalo diviene un centro turistico.

Levan (non è il suo nome vero) è un abitante di Omalo che lavora per l’Agenzia per le aree protette. Durante l’inverno non se ne va dal tusheti e vi continua a vivere in condizioni precarie, assieme a pochi altri. Ha molte ragioni per pensare che la nuova strada rischi di devastare la regione.

“Un tratto della strada attraverserà l’habitat della capra montana caucasica. Chiunque sia passato di qui si è accorto che per tutta l’estate sino all’inverno le capre di montagna caucasiche allevano i loro piccoli proprio nel Parco nazionale del Tusheti. Quassù ci sono altri animali e uccelli di specie endemiche: orsi bruni, camosci. La nuova strada devasterà tutto questo. Tusheti perderà il suo volto autentico”, dichiara.

Levan ritiene che peggiorerà anche le prospettive turistiche.

“A volte lavoro come guida. I turisti mi chiedono: ‘Per favore portateci lontani dalla strada’. Perché la regione del Tusheti piace ai turisti? Perché possono allontanarsi dall’asfalto, dal rumore, dalla polvere; perché possono condurre o cavalcare cavalli”.

Gli autori della petizione sostengono che la costruzione della strada impatterà negativamente sull’ecoturismo, sul turismo equestre, sul trekking e sulla pratica della mountain bike sia a Khevsureti che Tusheti. Temono che venga bloccato lo sviluppo di piste per passeggiate con gli sci e di rifugi e bivacchi di montagna.

“Turismo d’avventura ed ecoturismo sono gli unici modi per sviluppare le regioni montuose del nord-est della Georgia e dal salvare questi villaggi dall’abbandono. I residenti locali otterranno molto più reddito da sentieri strutturati per le camminate che non dall’uso di una strada”, si scrive nella petizione.

Levan concorda. Aggiunge poi che la maggior parte dell’infrastruttura turistica attualmente esistente dipende dal fatto che i turisti percorrano l’attuale strada di collegamento con Tusheti. “La strada turistica verso Tusheti parte da Alvani dove la gente ha aperto delle guesthouse. C’è gente che si è indebitata per aprire negozi a Pshaveli. A Omalo, in estate, l’accoglienza presso piccole strutture a gestione famigliare sono fondamentali per il loro reddito. Come può pensare il governo di distruggere tutto questo?”.

Portare lo sviluppo

Gli appartenenti alla Tsova Tush, una delle comunità Tush più antiche del Tusheti, sono in gran parte favorevoli alla costruzione della strada. I Tsova in passato abitavano in villaggi al di sopra del fiume Pirikita Alazani ma si sono spostati a Zemo Alvani nella prima metà del 19mo secolo.

I loro vecchi villaggi si sono svuotati e le strade che li collegano non sono più utilizzate. Lo scopo di molti tra gli Tsova è di ritornare ai loro villaggi storici ma nell’ultimo secolo non ci sono mai riusciti per la mancanza di strade adeguate.

Irakli Veshagulidze, della comunità Tsova, dichiara che l’opinione della sua comunità è evidente: “Questa strada deve essere costruita ad una condizione: deve essere di buona qualità e danneggiare il meno possibile la natura”.

Giorgi Seturidze – l’ex responsabile del Dipartimento strade – afferma che il progetto intende rimodernare la struttura viaria nel Tusheti ma per ora il dipartimento strade ha in mente solo un corridoio di 25 km dal villaggio di Shavtskalo ad Omalo. Questa strada passerebbe solo da alcuni dei villaggi Tsova e non toccherebbe molti dei villaggi del Tusheti.

Secondo Seturidze la costruzione della strada non farà che migliorare lo sviluppo della regione.

“Per esempio nel Kazbegi, nel Gergeti, nessuno sino a pochi anni fa sapeva cosa fosse il turismo. La costruzione di strade ha portato sviluppo in queste regioni. In molti hanno creato strutture ricettive familiari. Sono sempre piene di gente. Il progetto ha quest’obiettivo e il destino di Tusheti non sarà diverso”, dichiara.

Omalo (Sopho Aptsiauri /OC Media)

Giorgi Mikeladze, specialista di sistemi di geoinformazione presso l’Istituto di botanica, non è d’accordo. A suo avviso i costi di quanto prodotto in montagna saranno sempre molto più alti che in fondovalle. È quindi convinto che la strada non cambierà niente nel Tusheti e che la gente, in inverno, continuerà ad andarsene. I tush si muovono in fondovalle in inverno. In estate ritornano in montagna, seguendo i turisti. Vendono prodotti caseari nel fondovalle. In estate portano le pecore a pascolare nel Tusheti. La nuova strada non li aiuterà a tornare nel Tusheti in inverno”.

‘Nessuno ritornerà qui in inverno’

Giorgi Seturidze non è in grado di dire quando il progetto verrà terminato. Il ramo georgiano dell’azienda croata IGH si è guadagnata la commessa per lavorare al progetto. È stata costituita nel settembre 2016.

Sono state promosse discussioni pubbliche sul progetto nelle municipalità di Akhmeta e Dusheti, ma ai residenti non sono stati sviscerati tutti gli elementi del progetto.

Seturidze assicura che appena il piano di costruzione sarà completato il Dipartimento strade ascolterà le opinioni di tutti i soggetti interessati.

Nel frattempo gli autori della petizione chiedono al governo di preservare l’ambiente naturale – e i parchi nazionali – e di garantire opportunità per favorire l’ecoturismo. Per chi sostiene la petizione, un’alternativa migliore al progetto viario presentato sarebbe quello di risistemare le già presenti direttive nord-sud.

Lo scrittore e guida turistica Archil Kikodze, uno degli autori della petizione, afferma a OC Media che rispettano il desiderio degli Tsova Tush di avere strade che colleghino i loro villaggi all’interno della regione del Tusheti e che sono esclusivamente contrari ai mega progetti che prevedono di collegare tutte le regioni montane del nord-est della Georgia tra loro.

“È importante garantire uno sviluppo sostenibile dell’economia delle zone montane, per aiutare le persone nel ritornare ai propri villaggi, nel preservare le tradizioni di montagna e le bellezze naturali”, si legge nella petizione.

Secondo una dichiarazione del Primo ministro del 2016 uno dei principali obiettivi della nuova strada è quello di permettere ai residenti locali di rientrare tutto l’anno nei villaggi natali. Ma Levan, di Omalo, è molto scettico. Sottolinea che la vita tra le montagne è molto dura. “Nessuno lo sa meglio di noi. Non vi è nessuna infrastruttura. Non vi è l’elettricità, nessun mezzo di comunicazione. Anche alla radio non si può trovare nessun canale in georgiano. È una bugia, nessuno rientrerà a vivere qui in inverno”, afferma.

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