Tipologia: Recensione

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Area: Serbia

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Milica Uvalić: ‘La transizione della Serbia’

Milica Uvalić, docente di economia all’Università di Perugia, è autrice della prima monografia completa sulla transizione della Serbia. L’analisi degli ultimi densi e drammatici due decenni della Serbia. Recensione del quotidiano Politika

17/01/2011, Mihail Arandarenko -

Milica-Uvalic-La-transizione-della-Serbia

Mihail Arandarenko, Politika , 12 dicembre 2010 (tit. orig. Milica Uvalić: Tranzicija Srbije – u susret boljoj budućnosti)

Traduzione per Osservatorio Balcani e Caucaso: Ana Mioćinović

Milica Uvalić, docente di economia all’Università di Perugia, è autrice della prima monografia completa sulla transizione della Serbia, nella collana dedicata alla transizione economica in Europa orientale del rispettabile editore britannico “Palgrave Macmillan”.

Il volume “Serbia’s transition” copre un periodo di vent’anni, pieni di fratture politiche ed economiche, dalla riforma di Ante Marković fino alla attuale crisi economica. Nel frattempo, la Serbia ha cambiato cinque volte l’ordinamento politico dello stato, ha perso de facto la sua provincia autonoma, ha subito sanzioni e isolamento internazionale, iperinflazione, declino a due cifre del prodotto interno lordo, ha sperimentato quattro modelli di privatizzazione e ha cambiato più di una volta la strategia di sviluppo e crescita economica, sempre in attesa di un futuro migliore.

Milica Uvalic - Serbian's transition

Milica Uvalic – Serbian’s transition

La professoressa Uvalić nella prefazione descrive se stessa come  un insider e un outsider nello stesso tempo. Di origine serba, Milica Uvalić sin dagli inizi degli anni Ottanta ha costruito la sua carriera accademica in Europa e in Italia, anche se la Jugoslavia e la Serbia continuano a conservare un posto speciale nella sua vita. Oltre ai legami familiari e di amicizia, la professoressa di Perugia mantiene contatti accademici in Serbia. Durante i due decenni di cui scrive, Milica Uvalić ha partecipato in alcune occasioni e indirettamente alla creazione della politica economica della Serbia. La doppia prospettiva di lontananza e vicinanza, appartenenza e non appartenenza risulta essere una buona ricetta per il successo di una monografia di questo tipo. Un ricercatore straniero sarebbe probabilmente scoraggiato dall’impossibilità di orientarsi nel fitto bosco di controverse statistiche e motivazioni apparentemente irrazionali oppure dalle azioni auto-distruttive di gruppi e individui; mentre un puro insider avrebbe difficoltà ad avere la pazienza di analizzare le tendenze e gli argomenti senza cominciare subito a esaltare o giustificare il proprio ruolo nella creazione e nell’interpretazione della politica.

Il libro è strutturato in nove capitoli, dei quali i primi quattro seguono cronologicamente il periodo fino alla rivoluzione del 5 ottobre 2000, mentre gli altri cinque capitoli hanno un approccio tematico e cronologico per descrivere il secondo decennio della transizione serba. Si tratta di una buona scelta: mentre gli anni Novanta erano segnati principalmente dal susseguirsi di cataclismi politici ed economici, durante gli anni 2000, nonostante periodici cambiamenti ai vertici della politica economica, l’iniziale “modello iper liberale” introdotto nel 2001 non è mai stato seriamente messo in discussione, il che ha consentito un’approfondita disamina delle sue caratteristiche principali attraverso capitoli tematici. In un’analisi esauriente e documentata, l’autrice dimostra che il modello di riforma basato sul consenso di  Washington era in gran parte fallito, soprattutto quando si tratta della privatizzazione e dei suoi effetti sul mercato del lavoro. Pur non nascondendo il suo orientamento politico e teorico-economico, l’autrice riesce a mantenere un alto livello di obiettività grazie alla disciplina argomentativa e grazie alla letteratura accademica e tecnica adottata.

Di fronte al lettore si delinea un complesso e dettagliato affresco della transizione serba: la nascita dolorosa di una nuova struttura economica e sociale sulle fondamenta delle drammatiche fratture politiche. In luoghi ben definiti – nella prefazione, postfazione e nelle note – questa narrazione oggettivata e analitica lascia il posto alle osservazioni personali e alle memorie. Questo doppio approccio contribuisce alla leggibilità, e rafforza anche l’intero testo: la competenza della professoressa Uvalić viene abbinata perfettamente all’energia e alle emozioni della sua gemella privata, alla quale probabilmente si deve l’incoraggiante sottotitolo di libro.

Non c’è dubbio che “La transizione della Serbia” diventerà un classico per tutti coloro che vogliono trovare in un unico luogo molte informazioni dettagliate e osservazioni illuminanti relative agli ultimi due decenni. Alla luce delle discussioni in corso sul nuovo modello di crescita per il terzo decennio di transizione, sarebbe molto utile tradurre quanto prima il libro anche in serbo.

Milica Uvalić ha presentato il suo libro lunedì 13 dicembre 2010, nella Sala professori della Facoltà di Economia a Belgrado.

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