Migrazioni: la diaspora pone le condizioni
Gli albanesi originari della regione montenegrina di Malesija, presso Podgorica, ora residenti negli USA, sono pronti ad aiutare il loro Paese natale alla condizione che il villaggio di Tuzi venga dichiarato municipalità. Hanno voce in capitolo: 80.000 albanesi originari di questa regione, il doppio di quelli che attualmente vi risiedono, vivono negli Stati Uniti
Di M.C – Vjiesti
Selezionato a cura di Le Courrier des Balkans e tradotto a cura di Osservatorio sui Balcani
Se Tuzi divenisse municipalità gli "albanesi d’America" sarebbero pronti ad investirci dieci milioni di dollari, ha dichiarato Xhemal Nikaj, Presidente dell’organizzazione non governativa Trojet. Quest’ultimo ha sottolineato che, durante un suo soggiorno negli Stati Uniti, i rappresentanti delle organizzazioni che riuniscono gli albanesi originari della regione di Malesija, gli hanno fatto sapere che la creazione di una municipalità era un requisito fondamentale per avviare gli investimenti.
"Mi è stato fatto sapere che questo non sarebbe che un inizio. Questi investimenti serviranno sia a bloccare l’esodo degli albanesi dal Montenegro, sceso secondo l’ultimo censimento del 2% rispetto al censimento precedente, sia a creare un gran numero di nuovi posti di lavoro nella regione".
L’associazione "Malesija" di New York e "Velika Malesija" di Detroit si occupano principalmente di azioni umanitarie, ma sono anche interessate alla congiuntura politica in Montenegro ed al rispetto dei diritti degli albanesi, in particolare a quelli della popolazione residente in Malesija.
Queste associazioni hanno l’intenzione di presentare le loro proposte e rivendicazioni presso le istituzioni statali ed ai partiti che rappresentano gli albanesi. "Non siamo del tutto soddisfatti del lavoro portato avanti dalle istituzioni montenegrine" afferma Xhemal Nikaj, che aggiunge poi che il problema risiede anche nella mancanza di un livello culturale adeguato della popolazione.
Nikaj riporta inoltre che queste due associazioni hanno effettuato lo scorso dicembre una donazione di 50.000 dollari alle famiglie più povere della regione della Malesija e che mettono a disposizione regolarmente borse di studio ad una ventina di studenti che studiano in lingua albanese a Tirana, Scutari, Pristina e Podgorica.
"Siamo concordi sul fatto che il più grosso problema per risolvere le questioni riguardanti i diritti delle minoranze sia il fatto che i partiti nazionali albanesi non abbiano alcuna piattaforma politica comune ma, e questo è inconcepibile, propongono spesso soluzioni differenti tra loro". Le due associazioni si oppongono inoltre al fatto che una popolazione non-albanese inizi a risiedere in Malesija poiché ritengono che facendo così si cerca di fare degli albanesi una popolazione minoritaria nella regione. Sono inoltre contro la mancanza di trasparenza nella vendita dei terreni e l’intenzione delle autorità di costruire in zona dei villaggi per operai su terreni privati. In America vivono circa 80.000 albanesi originari di quella regione, cioè il doppio degli attuali abitanti, e per questo occorre prendere le loro richieste in modo molto serio, in particolare perché hanno la consapevolezza che tutti i progetti importanti di questi ultimi 40 anni sono stati realizzati grazie al loro sostegno di emigranti.
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