Macedonia: studenti e violenze etniche
Studenti delle scuole superiori risucchiati nella logica della violenza etnica. A Skopje, durante una manifestazione per protestare contro l’uccisone a Tetovo di un ragazzo macedone, gli studenti si scatenano in una "caccia all’albanese".
Sembra che la Macedonia impiegherà molto tempo a dimenticare i due omicidi avvenuti a Tetovo due settimane or sono. E’ oramai evidente a tutti che la creazione di una nuova nazione, nella quale molti speravano e che sembrava quasi inevitabile conseguenza degli Accordi di Ohrid, sarà opera dura e difficile. Gli studenti appartenenti alla comunità macedone sono scesi negli ultimi giorni in piazza, invitati a farlo da una delle associazioni che li rappresenta, per protestare contro l’uccisione del loro collega Rancho Josifovski, diciottenne falcidiato da una raffica di mitra sparata su di una gruppo di ragazzi che giocavano a basket in un cortile di Tetovo, sembra per vendicarsi della morte di un ragazzo albanese avvenuta per uno scontro a fuoco con la polizia il giorno precedente.
Nonostante le dimostrazioni – almeno secondo quanto dichiarato dagli organizzatori – dovessero essere pacifiche, sono invece degenrate molto presto. Bande di minorenni si sono abbandonate a vandalismi ed hanno attaccato chiunque "sembrasse albanese". Molte persone sono rimaste contuse, due ragazzi albanesi hanno dovuto letteralmente "correre per le loro vite" in un centro commerciale di Skopje. Molti autobus del trasporto pubblico sono stati bloccati per linciare eventuali passeggeri di etnia albanese.
La polizia, anche se colpevolmente in ritardo, ha iniziato a prendere provvedimenti eseguendo arresti tra gli studenti. E’ arrivata però in ritardo per evitare che il 63enne Arun Alimiovski, un macedone-musulmano, venisse gettato a terra e calpestato perché "le sue scarpe sembravano albanesi".
Uno dei leader dell’associazione studentesca organizzatrice delle proteste, Aleksander Nikolovski, ha negato ogni responsabilità per quanto è avvenuto, accusando "gruppi estremisti che si sarebbero infiltrati per screditare coloro i quali avevano intenzione di manifestare in modo del tutto pacifico". Dopo questi incidenti le strade della capitale Skopje si sono purtroppo trasformate più volte in "campo di battaglia" a causa di scontri tra studenti macedoni ed albanesi. Più persone sono finite in ospedale dopo essere state aggredite da gruppi di ragazzi che "pattugliano" le strade non solo di Skopje ma anche di Tetovo e Gostivar.
Tutte le personalità nel campo della politica e della società civile hanno condannato il comportamento degli studenti ed hanno invitato le autorità a ristabilire al più presto l’ordine. In molti editoriali, sui maggiori quotidiani del paese, si accusano gli studenti delle scuole superiori di essersi calati in una battaglia che non è la loro e li si invita a combattere le loro vere battaglie, quelle sui banchi di scuola. Il settimanale ‘Aktuel’, vicino a posizioni social-democratiche, accusa il VMRO-DPMNE di provocare gli studenti o perlomeno di coprirli. Il settimanale definisce il leader studentesco Aleksandar Nikolovski come il nuovo Filip Petrovski, ex leader studentesco poi eletto in parlamento tra le fila proprio del VMRO-DPMNE e poi console generale a New York.
Tutti i media stampati hanno comunque invitato i politici a non insidiarsi nei processi educativi e a lasciare che i ragazzi possano essere ragazzi.
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